di Ida Macchi
A breve avremo un nuovo farmaco per la cura della malattia di Crohn e la colite ulcerosa, due patologie croniche che hanno come bersaglio l’intestino e che sono in forte aumento (colpiscono circa 200 mila persone, soprattutto tra i 20 e i 40 anni). Si chiama vedolizumab, e sarà in farmacia fra qualche mese.
«È un medicinale biologico, un anticorpo monoclonale sintetizzato in laboratorio con la tecnica del DNA ricombinante», spiega Silvio Danese, responsabile del Centro malattie infiammatorie croniche intestinali dell’istituto Humanitas. «Gli effetti sono rapidi: una sperimentazione su oltre 1000 persone, effettuata a livello mondiale e i cui risultati sono pubblicati sull’autorevole New England Medical Journal, dimostra che in oltre un terzo dei pazienti si ha la guarigione di entrambe le malattie».
Come funziona
Sono i globuli bianchi la chiave di volta della cura. ll principio attivo del nuovo farmaco ne blocca il trasporto verso l’intestino infiammato. Con la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, infatti, il sistema immunitario recluta un alto numero di queste sentinelle anti-germi e virus nell’intestino che, però, attaccano “erroneamente” le sue pareti, come fossero nemici. Risultato: un’infiammazione cronica che produce ulcere.
La malattia di Chron può colpire tutto il tratto digestivo, la colite ulcerosa attacca solo il colon e il retto. Ma la strada terapeutica è identica: spegnere o ridurre l’infiammazione. «Il farmaco lo fa rilasciando il principio attivo solo nelle parti infiammate dell’organo, riconoscendo i globuli bianchi all’origine delle due patologie», spiega l’esperto.
Vantaggi e svantaggi
La terapia non dà effetti collaterali, perché agisce solo sui globuli che lavorano in modo anomalo. Però le cure non possono essere sospese, una volta raggiunto l’obiettivo. Quando il farmaco arriverà, sarà a carico del Ssn, ma distribuito solo nelle farmacie degli ospedali.
Occhio a questi sintomi
Saper riconoscere i sintomi delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino e arrivare a una diagnosi precoce è fondamentale, perché se ne limitano i danni. La colite ulcerosa è più facile da riconoscere perché si manifesta con diarrea e feci con tracce di sangue. La malattia di Crohn è invece più sfumata, e spesso viene scambiata per il colon irritabile.
I suoi sintomi caratteristici: dolori di pancia, diarrea (a volte alternata a stipsi), calo di peso e, spesso, una febbricola inspiegabile. Quindi è importante rivolgersi a centri d’eccellenza ospedalieri di gastroenterologia, per far chiarezza e arrivare ad una diagnosi precisa e veloce, attraverso esami del sangue specifici (emocromo e test che misurano l’infiammazione, come il dosaggio della proteina C reattiva), esami radiologici mirati all’intestino e, se necessaria, anche la colonscopia.
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Articolo pubblicato sul n. 7 di Starbene in edicola dal 02/02/2016