È vero che bere aceto prima dei pasti fa dimagrire?

Sui social network viene spesso raccomandato l’uso dell’aceto come rimedio per perdere peso. Ma uno studio ha smentito la sua efficacia dimagrante



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di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers


Al comune aceto che usiamo anche in tavola vengono attribuite numerose proprietà benefiche - alcune vere, altre apparenti – ma una in particolare è diventata celebre negli ultimi tempi grazie a una capillare diffusione via social network. Si tratta dell’uso dell’aceto come rimedio dietetico per perdere peso.

Sarebbe sufficiente, infatti, ingerire uno o due cucchiai da minestra di aceto (di vino o di mele a seconda della fonte) prima dei pasti per riscontrare un significativo calo di peso corporeo nel giro di qualche mese. Purtroppo, però, neanche in questo caso ci troviamo davanti al rimedio perfetto per eliminare i chili di troppo.  Alcuni studi effettuati sui topi da laboratorio ha suggerito che l’acido acetico potrebbe ridurre l’accumulo di grassi nel corpo ma i successivi studi sugli esseri umani non hanno mostrato risultati significativi.

Nel 2009 una ricerca giapponese ha preso in considerazione 175 adulti obesi che hanno ingerito aceto prima dei pasti per tre mesi. Gli scienziati nipponici hanno riscontrato una perdita di peso irrisoria in alcuni dei partecipanti ma nessuna evidenza chiara delle proprietà dimagranti dell’aceto. Altre indagini non hanno fornito risultati diversi: le proprietà dimagranti dell’aceto sono da considerarsi insignificanti.

È possibile che l’aceto possa aiutare in qualche modo il metabolismo umano ma i risultati scientifici, per ora, suggeriscono che non ci troviamo davanti al rimedio perfetto per perdere peso. Come raccontato da Robert H. Shmerling della Harvard Medical School, l’aceto potrebbe al massimo ridurre l’appetito a causa della nausea che può provocare bevendolo puro e a stomaco vuoto. Si tratterebbe di una pratica (autolesionista) per dimagrire che mai e poi mai potrebbe essere associata a una dieta salutare.

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Articolo pubblicato sul n. 35 di Starbene in edicola dal 14 agosto 2018

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