Gli abiti anti UV per proteggersi dal sole

Esistono vestiti che, proprio come le creme solari, sono realizzati con materiali che hanno il fattore di protezione dai raggi ultravioletti. Scoprili qui



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Moda passeggera o svolta sociale? Negli ultimi anni, soprattutto dopo il Covid, è in corso una profonda trasformazione nello stile di vita. C’è una maggiore sensibilità verso la cura di se stessi, verso la salute e il benessere, costruiti passo dopo passo con attenzione alle abitudini quotidiane, all’equilibrio alimentare, a cibi più naturali. In questa vera e propria rivoluzione, un posto importante è il rapporto con il proprio corpo non solo dal punto di vista estetico ma della salute. Un corpo che, come sostiene la filosofia orientale, “è il tempo dell’anima” e come tale va tutelato. Il che non significa solo mangiare sano e condurre una vita meno sedentaria, ma anche proteggersi da ciò che potrebbe danneggiarlo dall’esterno.

Non è raro incrociare nelle grandi città d’estate, quando la canicola rende difficile qualsiasi spostamento, chi si protegge il più possibile dai raggi solari con schermature talvolta inusuali per lo stile occidentale. Grandi cappelli, uniti talvolta a mascherine che calano sul viso e abbracciano il collo, o lunghi guanti. In Giappone e Cina sono la normalità mentre in Italia si stanno diffondendo solo ora.

Fino a qualche anno fa l’estate era sinonimo di abbronzatura modello marinaio. Nessuno osava tornare in città senza sfoggiare pelle color cioccolato, per la quale si facevano interminabili sessioni sdraiati a bordo mare, cosparsi di abbronzanti preceduti da una prima mano primaverile sul lettino UV. Poi il cambiamento, lento ma significativo.

I dermatologi hanno cominciato a mettere in guardia dai danni cutanei (spesso molto gravi) dell’esposizione indiscriminata al sole e si è diffusa la consapevolezza che occorre moderazione e soprattutto un’adeguata protezione per evitare che il sole da amico si trasformi in un nemico per la salute.

Un’accortezza che va seguita fin dall’infanzia, poiché le scottature da bambini possono creare problemi da adulti. Ora l’industria offre una variegata scelta di creme anti Uv per tutti i tipi di pelle e con diversi gradi di schermatura. Ma potrebbero non bastare a chi vuole la sicurezza totale.


Tessuti anti UV come in Oriente

La nuova frontiera della ricerca è anche un’altra. Su imitazione dell’Oriente e soprattutto di Cina e Giappone, dove vive ancora il modello della pelle candida, espressione di raffinatezza e bellezza perché associata a uno stile di vita aristocratico e lontano dalle incombenze all’aria aperta, si stanno diffondendo i tessuti anti UV che assicurano, grazie a una tecnologia avanzata, una schermatura efficiente unita alla traspirazione. Cappelli a falde larghe, t-shirt, perfino lunghi guanti (per i più scrupolosi) e pantaloni, sono diventati un must soprattutto per chi fa sport all’aria aperta ma si stanno diffondendo anche nella quotidiana vita cittadina.

Il cambiamento climatico, le estati sempre più lunghe e torride, e la diffusione di patologie dermatologiche legate proprio a intense esposizioni al sole, hanno cambiato anche il guardaroba. E si è scoperto che per sentire meno caldo più che scoprirsi, occorre coprire la pelle. Certo, con soluzioni traspiranti e capaci di dare un piacevole senso di protezione dai raggi più cocenti. Il vantaggio rispetto alle creme è che queste andrebbero applicate ogni due ore ma è facile dimenticarsene e averle a portata di mano in ogni momento della giornata. Invece un tessuto realizzato con una tecnologia in grado di contrastare la penetrazione dei raggi solari agisce per tutto il tempo in cui si è all’aria aperta. Al tempo stesso fornisce alla pelle il comfort della traspirazione.

Secondo la Skin Cancer Foundation, l’abbigliamento è “una delle forme più efficaci di protezione contro i danni del sole e cancro della pelle”. Vediamo quali fattori influenzano la protezione fornita dai vestiti.

Come scegliere un tessuto anti-UV

Per scegliere un tessuto anti-UV efficace, è importante considerare diversi fattori che influenzano la sua capacità di proteggere dai raggi UV. Il primo criterio da considerare è il valore UPF (Ultraviolet Protection Factor). Questo indice misura la capacità del tessuto di bloccare i raggi UV. UPF 15-24: buona protezione. 25-39: ottima protezione. 40-50+: eccellente protezione (raccomandato). La capacità protettiva dei prodotti solari si indica con l’SPF (Sun Protection Factor), che misura la schermatura dai raggi UVB. Invece, per misurare quanto un tessuto protegge la pelle, si usa l’UPF (Ultraviolet Protection Factor, fattore di protezione dai raggi ultravioletti).

Una maglietta anti UV UPF 50+ blocca fino al 98% dei raggi UV, rendendola ideale per proteggere la pelle in modo sicuro e duraturo. I tessuti anti UV non sono tutti uguali. I migliori sono trattati o costruiti in modo da riflettere e assorbire i raggi. Quelli con una trama stretta, come il poliestere, il nylon e la lycra, offrono una migliore protezione perché bloccano meglio i raggi UV rispetto a quelli più larghi e sottili.

Inoltre, tessuti più spessi e pesanti tendono a essere più protettivi, così come quelli con colori scuri che assorbono meglio i raggi UV. È fondamentale verificare che il tessuto abbia un fattore di protezione UPF (Ultraviolet Protection Factor) elevato, preferibilmente 50+.

La differenza tra tessuti normali e quelli trattati sta proprio nella maggiore capacità schermante e in quella sensazione di gradevole freschezza che lasciano sulla pelle, proprio perché molto traspiranti. Sono inoltre ideali per i viaggi poiché si asciugano velocemente.

Non bisogna cadere nell’estremo opposto e considerare il sole come un nemico. Il sole è fondamentale per l’accumulo di calcio. Non bisogna però esagerare con esposizioni estreme», afferma il medico estetico Anadela Serra Visconti, membro della Società Italiana di Medicina Estetica e autrice di numerose pubblicazioni sulla salute e il benessere. «È fondamentale usare protezioni adeguate durante le ore più calde. Non bisogna dimenticare che l'esposizione senza protezione può danneggiare la pelle anche in modo grave e comunque determina un invecchiamento precoce».

Come sempre la giusta misura è la soluzione più adeguata. I tessuti anti Uv aiutano anche i pigri delle creme e chi è costretto a lunghe esposizioni nelle ore più calde della giornata. Ma senza fanatismi.


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