Covid: l’impatto su chi ha endometriosi, il rischio di trombosi, quarta dose in caduta libera

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Più disturbi in chi ha endometriosi


2. Rischio di trombosi più alto con infezione


3. Anziani e fragili ignorano la quarta dose


endometriosi

1. Più disturbi in chi ha endometriosi

Il Covid ha un impatto negativo sui malati di endometriosi, in Italia circa 3 milioni. “La nostra analisi suggerisce che possono avere una maggiore suscettibilità all’infezione. A causa di dati insufficienti su gruppi omogenei, il nostro studio non ha raggiunto la significatività statistica per la stima del rischio. Tuttavia la prevalenza del Covid nei pazienti con endometriosi era sostanziale” afferma Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione italiana Endometriosi. “La maggior parte dei pazienti ha sperimentato un peggioramento del dolore pelvico, ansia, depressione e affaticamento, mentre circa la metà ha riportato un aumento di dismenorrea, dispareunia e dischezia”. Tra le raccomandazioni Signorile sottolinea che “è opportuno cercare di ridurre i processi infiammatori al meglio con l’alimentazione evitando che l’alta risposta immunitaria determinata dalla endometriosi possa innescare un violenta risposta di citochine all’infezione virale da Covid. Un dieta antinfiammatoria è utile a rafforzare le difese immunitarie”.

Trombosi: sintomi e prevenzione

2. Rischio di trombosi più alto con infezione

Il tema del nesso di causalità tra vaccini e trombosi è molto dibattuto. Uno studio, il più ampio e completo finora realizzato, sugli effetti di tutti i quattro vaccini sul nostro sistema emostatico, coordinato dal Centro cardiologico Monzino e l’università Statale di Milano, in collaborazione con l’ospedale San Raffaele, e appena pubblicato su Thrombosis Research, rappresenta un importante contributo per far chiarezza. Secondo i ricercatori, il rischio di trombosi legato all’infezione da Covid è da 50 a 70 volte superiore a quello legato ai vaccini. Per la ricerca sono state reclutate 368 persone tra i 18 e i 69 anni d’età e tutti stavano per ricevere la prima o la seconda dose di vaccino anti-Covid, sia a vettore virale (AstraZeneca o Janssen) che a mRna (Pfizer o Moderna). Ai partecipanti è stato effettuato un semplice prelievo di sangue il giorno prima e 8-10 giorni dopo la vaccinazione. L'obiettivo era quello di "valutare il più esaustivamente possibile - spiega Marina Camera, coordinatrice dello studio, docente di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano e responsabile dell’Unità di biologia cellulare e molecolare cardiovascolare del Monzino - l’effetto dei diversi vaccini sui meccanismi emostatici dell’organismo”.

Armando D’Angelo, responsabile del Servizio di coagulazione e Unità ricerca trombosi del San Raffaele spiega i risultati della ricerca: “La nostra conclusione è che i quattro vaccini inducono una risposta infiammatoria temporanea nel nostro organismo, ma nessuna attivazione piastrinica. Le lievi alterazioni che abbiamo riscontrato nella coagulazione e nella funzionalità endoteliale potrebbero spiegare il leggero aumento degli eventi tromboembolici venosi verificatisi a seguito del vaccino. Il suo utilizzo previene un rischio tromboembolico 50-70 volte maggiore proprio dell’infezione da Covid-19, perlomeno di quella causata dal virus circolante in Lombardia nel 2020”.

Trombosi: sintomi e prevenzione

3. Anziani e fragili ignorano la quarta dose

Sono 12 milioni le persone che non hanno avuto la quarta dose del vaccino e sono "in caduta libera" le vaccinazioni anti-Covid negli anziani e nelle persone fragili. Lo indica la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio relativo alla settimana dal 27 gennaio al 2 febbraio. Il presidente, Nino Cartabellotta, spiega che "la somministrazione delle quarte dosi (secondo richiamo) è in caduta libera da mesi, ha tassi di copertura molto bassi in particolare nelle Regioni del Sud e lascia scoperte 11,9 milioni di persone”. Inoltre continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-9%) che in terapia intensiva (-12,7%).

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