Covid: cervo sotto accusa, rischio mortalità più alta over 80 no vax, limiti quarta dose

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di Laura Della PasquaLaura Della Pasqua


1. Il cervo sotto accusa


2. Rischio mortalità più alta negli over 80 no vax


3. Quali sono i limiti della quarta dose


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1. Il cervo sotto accusa

Non solo i pipistrelli. Spunta un altro imputato della trasmissione del Covid. Gli scienziati hanno trovato prove della trasmissione da un tipo particolare di cervo dalla coda bianca, all’uomo. La scoperta è avvenuta intercettando un’infezione umana collegata da un punto di vista epidemiologico con il ‘focolaio’ animale.

Non è la prima volta che il cervo dalla coda bianca finisce sotto i riflettori. Nel 2021, infatti, era stata rilevata e documentata in questa specie, la presenza di anticorpi per il Covid. Il nuovo lavoro, condotto dai ricercatori del National Centre for Foreign Animal Disease della Canadian Food Inspection Agency e di diverse università e istituzioni del Paese, si è svolto in Ontario, nei mesi di novembre e dicembre 2021, su circa 300 cervi. I casi di persone contagiate avevano avuto uno stretto contatto con i cervi nella settimana prima dell’insorgenza dei sintomi, mentre non aveva avuto contatti con persone risultate positive al Covid. “I nostri risultati - dicono gli studiosi - forniscono prove dell’evoluzione sostenuta del Covid nei cervi dalla coda bianca e della trasmissione da cervo a uomo”.

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2. Rischio mortalità più alta negli over 80 no vax

Nella popolazione over 80, il tasso di mortalità per i non vaccinati è 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e rispettivamente nove volte e mezzo e cinque volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni e da oltre 120. Questo quanto emerge nel Rapporto esteso dell'Istituto superiore di Sanità.

I dati sono relativi al periodo 23 settembre-23 ottobre. Per le intensive (30 settembre-30 ottobre) ricoveri sei volte più alti rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e 10 e 5 volte più alti rispetto ai vaccinati con 2/a dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni.

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3. Quali sono i limiti della quarta dose

Gli anticorpi prodotti dopo la quarta dose diminuiscono prima. È quanto emerge da uno studio condotto in Israele dallo Sheba Medical Center e pubblicato sul New England Journal of Medicine. I ricercatori hanno monitorato gli effetti su 6mila operatori sanitari, ai quali è stata somministrata la quarta dose del vaccino Pfizer. Mentre la terza dose aumenta i livelli di anticorpi per circa 13 settimane, offrendo una maggiore protezione che svanisce entro 15 settimane, nel caso della quarta dose si ha un aumento degli anticorpi inferiore.

Non è chiaro quali siano le conseguenze del calo dei livelli di anticorpi sul fronte della protezione da malattie gravi. È possibile che il vaccino offra una protezione contro le forme gravi della malattia per un periodo più lungo rispetto al calo dei livelli di anticorpi.

Secondo i ricercatori, i richiami dovrebbero essere somministrati quando si intravedono all’orizzonte forti ondate di contagio o quando pazienti specifici si trovano ad affrontare circostanze che aumentano il loro rischio. Secondo l’epidemiologo della Bar Ilan University, Michael Edelstein, che non è stato coinvolto nello studio, questo lavoro dimostra che i benefici della quarta dose sono “più transitori” rispetto a quelli delle dosi precedenti. Tuttavia, ha sottolineato che la quarta dose può “ancora essere fondamentale per proteggere i fragili nei momenti di alto rischio come l’aumento della circolazione del virus”.

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