di Ida Macchi
Usare il tempo libero dagli impegni scolastici come una medicina, per l’equilibrio psicofisico di tuo figlio: è l’indicazione lanciata dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIIPS), che ha stilato un vademecum per aiutare i genitori a vivere le vacanze come un momento di vera ricarica per tutta la famiglia. Per riuscirci, considera che il clima della località di villeggiatura può trasformarsi in una cura ricostituente, utile per ridurre alcuni disturbi di cui soffre il tuo bambino. Insomma, una sorta di polizza sulla salute per quando rientrerà a scuola. Ecco i consigli del professor Alessandro Fiocchi, pediatra, primario del dipartimento di Allergologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
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Se d’inverno soffre di… otiti, sinusiti e bronchiti
È perennemente raffreddato: il soggiorno al mare è l’ideale per liberare le sue vie aeree da ristagni di catarro. Quando nuota, inala le minuscole particelle sospese sopra la superficie dell’acqua e fa un aerosol ricco di sali e oligoelementi (soprattutto iodio), che funziona da fluidificante. Stessi effetti quando gioca sulla battigia nelle giornate di mareggiata: respira un mix di microbollicine salsobromoiodiche, simile a quello dei centri termali. Nessuna preoccupazione, però, se hai programmato la vacanza in montagna o in collina: l’aria ossigenata riduce lo stato infiammatorio delle mucose delle vie aeree. Unica attenzione: se il bambino soffre di otite o di sinusite, evita escursioni che variano rapidamente di quota. Se sali in macchina, raggiungi la meta con un’andatura moderata; a piedi, prevedi brevi tappe lungo il percorso ed evita la funivia.
Se d’inverno soffre di…crisi d’asma
Il tuo bambino è allergico agli acari e asmatico. Il luogo ideale è una località montana tra i 1500 e i 2000 metri, dove il clima è freddo e secco e i parassiti assenti. Anche gli inquinanti sono ridotti al minimo, in più l’aria salubre riduce lo stato infiammatorio, che autoalimenta le crisi respiratorie. Se soffre di allergie a erbe e piante, controlla il calendario pollinico, considerando che i periodi a rischio spesso in montagna sono più tardivi rispetto alla pianura. Le graminacee, per esempio, si concentrano proprio tra luglio e agosto, perciò se il tuo bambino deve starne lontano, preferisci il mare, scegliendo un luogo con un clima secco. Sarebbe meglio evitare località troppo umide come quelle dell’alta costiera adriatica o quelle lacustri. Nessun problema, invece, se hai scelto una meta tropicale, come le Maldive: lì non ci sono pollini. Attenzione però a quello che gli metti nel piatto: alcuni frutti esotici, come quello della passione, possono provocargli reazioni dette “crociate”, caratterizzate da rigonfiamento delle labbra e della lingua. Testa perciò la reattività del tuo bambino ai frutti che non ha mai mangiato, appoggiandone una piccola quantità sulle labbra: se gli provoca pizzicore, significa che non li tollera.
Se d’inverno soffre di…eczema e dermatiti
Il mare è il top: nell’acqua si concentrano sodio, rame e zolfo che facilitano l’esfoliazione dell’epidermide. In più, c’è l’azione dei raggi solari che favorisce una minor reattività della cute. Nonostante ciò, se durante il soggiorno la pelle del tuo bambino è arrossata e screpolata, segno che la dermatite è in fase attiva, meglio evitare per qualche giorno la vita da spiaggia: sabbia, sudore e salsedine rischiano di peggiorare la situazione. Quando la cute non è più screpolata, ma continua a essere secca, puoi riportalo tranquillamente al mare, ma solo nelle ore più fresche della giornata: al mattino fino alle 11 e al pomeriggio dopo le 16-16.30. Attenzione anche alle creme solari: usa quelle specifiche per bambini, che sono già formulate con filtri fisici e non chimici. Applica la protezione un’ora prima di andare in spiaggia e dopo ogni bagno di mare. Evita invece emulsioni dopo sole a base di avena o olio di mandorle: possono scatenare reazioni cutane.
Aiutalo a ritrovare la carica
«La vacanza è anche il momento giusto per ricaricare le pile mentali», suggerisce il dottor Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva. Ecco i suoi consigli.
➔Approfitta per condividere esperienze: la gita in barca, l’escursione in alta montagna, la lettura di un libro. Se tuo figlio è grandicello, ogni tanto lascia scegliere a lui cosa fare insieme.
➔Se sei in una struttura organizzata, non parcheggiarlo dal mattino alla sera nell’area giochi, dove i ritmi, seppur divertenti, sono simili a quelli della scuola.
➔Niente compiti al mare o in montagna. Sfrutta altri stimoli di apprendimento: visitare uno scavo archeologico, raccogliere conchiglie o foglie, scrivere un diario di viaggio, ricco di foto e piccoli souvenir di ricordi.
➔Favorisci la socializzazione. Se è timido, organizza tornei di racchettoni, pallavolo, calcetto e bocce con altri bambini.
➔Lascialo dormire di più e non spingerlo a essere attivo a tutti i costi: un po’ di dolce far niente, sprofondato sul divano a fantasticare, è salutare più di quanto non pensi. Una ricerca dell’Università della Southern California ha dimostrato aumenta la memoria e migliora la consapevolezza di sé.
Articolo pubblicato sul n.32 di Starbene in edicola dal 28/07/2015