Perché una donna si innamora di un’altra donna?

Il film “Carol”, candidato all’Oscar, racconta una storia d’amore fra donne. Parliamo di amore lesbico con Paola Concia e Francesca Vecchioni



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Rooney Mara e Cate Blanchett nel film "Carol"

Foto: Lucky Red


di Annarita Briganti


Hollywood sdogana le coppie lesbiche con un film candidato agli Oscar e un dibattitto ancora acceso: perché una donna s’innamora di un’altra donna? In Carol, diretto da Todd Haynes e interpretato da Rooney Mara e Cate Blanchett, si affronta di petto l’amore lesbico tra una giovane fotografa, che per mantenersi fa la commessa, e una signora alle prese con un divorzio difficile, in cui rischia di perdere la custodia della figlia. Due persone s’incontrano per caso e s’innamorano, ma il loro essere dello stesso sesso suscita scandalo nell’America puritana degli anni Cinquanta e forse anche nell’Italia di oggi, reduce dalle manifestazioni del Family day, accesa risposta al dibattito parlamentare sulle unioni civili.

«Una donna prova amore per un’altra donna a causa di un’attrazione sessuale profonda, che spesso si scopre nell’adolescenza», rivela Paola Concia, una lunga carriera politica, sempre dalla parte degli omosessuali. «Io e mia moglie ci siamo sposate in Germania, viviamo a Francoforte, dove ci sentiamo molto meno discriminate che a Roma. In Italia, per la legge, che non riconosce la nostra relazione, saremmo due estranee».

«Non bisogna razionalizzare per forza l’amore tra due donne, ma è una fortuna che il cinema ne abbia rivalutato la sua importanza», ci spiega Francesca Vecchioni, che non è solo la figlia del cantautore Roberto Vecchioni, ma un’attivista e una scrittrice grintosa. «Il fatto che se ne parli di più, sul grande schermo, nei libri (Carol è tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, ndr), aiuta le persone a essere se stesse, a gettare via la maschera».


LA CRISI DEL MASCHIO ALL'ORIGINE DELL'AMORE SAFFICO?

Il maschio in crisi di questi anni ha contribuito all’esplosione dell’amore saffico? «La società attuale, maschilista e misogina, potrebbe spingere le donne a sperimentare nuove forme d’amore, ma deve comunque esserci una componente latente di omosessualità affinché nasca un sentimento che abbia un senso e non ci si limiti a un’avventura», sostiene la Concia. «Gli uomini si sono riappropriati del loro lato femminile, per esempio nella cura dei figli, ma non si diventa omosessuali per reazione. In tante persone esistono entrambe le componenti. Bisogna guardarsi dentro per capire quale prevalga, ammesso che si voglia scegliere», le fa eco la Vecchioni, il cui ultimo memoir, T’innamorerai senza pensare (Mondadori Electa), affronta anche la questione dei diritti civili sulla quale, dice l’autrice, «dovrebbero intervenire i politici, a costo di scontentare quelli che non sono d’accordo».

Il messaggio finale di speranza è della Concia: «Le unioni civili si faranno anche nel nostro Paese. L’omosessualità non dev’essere più considerata un problema». Anche la fabbrica dei sogni hollywoodiana sarebbe d'accordo.


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