di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Il cambiamento climatico è un fenomeno conclamato. La sua causa è, secondo la quasi totalità della comunità scientifica, l’inquinamento provocato dalle attività dell'essere umano.
Gli ultimi report del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), il foro scientifico formato per volontà delle Nazioni Unite, parlano molto chiaro: il riscaldamento globale è un dato di fatto e, nei prossimi decenni, dovremo a tutti i costi far fronte alle gravi conseguenze che esso comporta.
Ancora oggi, però, i negazionisti del fenomeno continuano a divulgare in rete le proprie teorie, secondo cui non ci sarebbe alcun cambiamento in corso e che, anzi, saremmo vittime di un sofisticato complotto messo in atto da non ben precisati “poteri forti”. Sempre secondo i negazionisti, non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi: il riscaldamento globale sarebbe un fenomeno ciclico, come successo altre volte in passato.
Queste teorie si diffondono ancora oggi via social e il loro unico effetto è quello di inquinare un dibattito che, invece, dovrebbe concentrarsi sulle evidenze della scienza e sulle scelte da fare al più presto per il bene dell’umanità. È già emerso in passato che organizzazioni negazioniste del cambiamento climatico - la più nota è la Global Warming Policy Foundation - accolgano al loro interno persone legate all’industria dei combustibili fossili. Spesso queste organizzazioni hanno cercato di manipolare l’opinione pubblica diffondendo falsità e simulando un “consenso”, grazie alla creazione di centinaia di account social fasulli da cui si diffondere le proprie teorie.
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Articolo pubblicato sul n. 49 di Starbene in edicola dal 20/11/2018