Racchette da paddle: le 4 migliori

Abbiamo fatto testare 10 modelli a due istruttrici nazionali. Scopri i quattro migliori, capaci di regalare potenza e precisione ai colpi



222020

I numeri del paddle crescono a vista d’occhio. La Federazione stima che i praticanti abituali siano ormai più di 50 mila (circa un decimo i tesserati), che si sfidano su 600 campi da gioco sparsi in tutta Italia.

E moltissime sono le donne, attratte anche dalla possibilità di apprendere velocemente questo sport di coppia, che può essere definito “una via di mezzo” tra tennis, beach tennis e squash. E per il quale assume ovviamente una particolare importanza la racchetta.


Le caratteristiche vincenti

Nel paddle, a qualsiasi livello, il gioco a rete è fondamentale e spesso si chiude il punto con una schiacciata. Servono quindi racchette che esprimano al meglio il compromesso tra potenza e controllo. La qualità dei materiali e la forma del profilo fanno la differenza: le migliori hanno una struttura in carbonio (più efficace della fibra di vetro), mentre la consistenza del nucleo del piatto è data da un particolare materiale plastico che assorbe il colpo, riduce le vibrazioni e restituisce energia alla palla.

Una racchetta con il profilo “a diamante” sarà più maneggevole e adatta ad un gioco d’attacco; una racchetta rotonda, con un grande piatto, darà una maggiore precisione nei colpi.

Noi ne abbiamo testate 10 per selezionare le migliori quattro che trovi qui. In termini assoluti, tieni conto che un buon modello non può costare meno di 150-200 € e che, se giochi 2-3 volte la settimana, va cambiato circa ogni sei mesi, perché i materiali del piatto si degradano con l’usura.


Il consiglio in più

Per evitare di rovinare la racchetta con gli urti (per esempio contro quella del compagno), è bene utilizzare specifiche protezioni da applicare sulla parte alta: pesano meno di 10 g e costano pochissimo.

Vibor-A Naya; 285 €; info: viborapadel.com

Il punto di forza. La precisione.

Ideale per le giocatrici che hanno un gioco impostato e cercano la precisione più che la potenza.

In fase difensiva, è una racchetta capace di accompagnare bene risposte lente e lunghe, che permettono di avere il tempo per scendere a rete. Inoltre, la particolare struttura e disposizione dei fori del piatto permette di colpire la pallina non solo al centro ma anche vicino ai bordi, senza per questo perdere in precisione.

Di gamma alta, ha il telaio con doppio tubolare in kevlar e carbonio, mentre il piatto è in fibra di vetro e fibra di carbonio.

Drop Shot Wizard 4.0; 250 €; info: dropshot.es

Il punto di forza. La potenza.

Questo modello ha un profilo “a diamante”, di solito molto apprezzato dalle atlete che hanno una predisposizione al gioco d’attacco. Il disegno e la struttura in carbonio ne fanno una racchetta veloce e maneggevole, con cui ti è possibile “spingere” molto il colpo, chiudere efficacemente gli smash e tirare forte alla ricerca del punto.

Particolarità: il piatto non è liscio ma zigrinato, con le microrughe sulla superficie che aiutano a dare effetto alla pallina.

Infine, l’impugnatura presenta particolari canali in silicone che assicurano una buona presa anche se la mano è molto sudata.

Babolat Revenge Carbon, 239 €; info: it.babolat.com

Il punto di forza. La maneggevolezza.

Ha una linea a metà tra la forma a goccia e “a diamante”, con una struttura che riduce il piatto ma diminuisce le vibrazioni, rendendo i colpi più stabili.

È tra le racchette preferite dalle giocatrici tecnicamente evolute (è quella con cui va in campo di solito la nostra tester Carolina Petrelli, n° 16 nel ranking italiano), ma è comunque semplice da impugnare.

Leggera, maneggevole, ha un bilanciamento dei pesi spostato sulla testa, il che regala una buona spinta iniziale al colpo. Il piatto ha fori concentrati al centro e con diametri diversi per aumentare la flessibilità della zona.

Nox AT 10 Pro Cup Carbon, 220 €; info: noxsport.es

Il punto di forza. La facilità d’uso.

Le racchette perfettamente rotonde sono consigliate agli inizi, perché offrono una superficie più ampia per colpire la pallina, ma proprio per la loro forma perdono di solito un poco in potenza.

In questo caso il gap viene parzialmente recuperato grazie alla copertura in carbonio delle due facce e a una particolare gomma interna ad alta intensità, che nelle risposte imprime una maggiore velocità alla palla.

La dimensione e il posizionamento dei fori, concentrati con un disegno regolare nella zona centrale del piatto, aumentano infine l’efficienza e la flessibilità dell’attrezzo.

Il nostro lab: Francesca Campigotto, istruttrice alla Sisport di Torino; Carolina Petrelli, istruttrice presso il Club Malaspina David Lloyd di Peschiera Borromeo (Milano).


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Articolo pubblicato sul n. 47 di Starbene in edicola dal 5 novembre 2019


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