Lezioni di canottaggio per rinascere dopo un tumore al seno

Grazie al progetto ERICE/TSB donne tra 40 e 65 anni operate di tumore al seno possono ritrovare la forma psicofisica con un programma personalizzato. E, con il movimento delle braccia, drenare il linfedema conseguente all’intervento



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La diagnosi di tumore al seno per le donne è il peggiore degli incubi. Ci si può far travolgere dalle emozioni oppure reagire. La strada della rinascita passa anche attraverso lo sport, in particolare il canottaggio. Una disciplina sportiva che ha un ruolo determinante per chi ha subito un intervento al seno.

Remare per ritornare a vivere

Remare con forza, tenacia e coraggio per vincere la gara della vita, è questo l’obiettivo del progetto di ricerca ERICE/TSB (Effect and efficacy of Rowing in Breast CancEr Survivors/The Same Boat), messo a punto da due donne di sport che hanno conosciuto la malattia: Antonella Corazza, pluricampionessa olimpica e mondiale di canottaggio, e Christel Galvani, professore associato di Scienze Motorie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il loro progetto è un inno alla vita e alla rinascita. Lo trasferiscono a decine di donne operate di tumore alla mammella attraverso un programma di esercizio terapia, di cui il canottaggio è il cardine. 

«La malattia ha compromesso  la mia carriera, ma non la volontà di tornare a remare. Così posso dire che il canottaggio mi ha restituito la voglia di vivere», racconta Antonella. Un'energia frutto di un quotidiano allenamento di Pilates, mindfulness  e yoga che nel weekend acquista la sua massima espressione con il canottaggio.

«Novanta minuti in cui il gesto atletico diventa condivisione, amicizia, gioia, positività, crescita. Un momento unico, grazie al quale si restituisce a donne segnate dalla malattia e provate dalle cure, forza di volontà e fiducia».

Perché il canottaggio fa bene nel post intervento al seno

292262Un gesto atletico capace di ridurre anche gli effetti collaterali della malattia, come confermato dalla ricerca scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il canottaggio, infatti, permette con il movimento di braccia di drenare il linfedema conseguente all’intervento di tumore al seno.

«Per rendere la ricerca scientifica più completa abbiamo aggiunto camminata, attività di rinforzo muscolare, Pilates, ginnastica posturale per superare anche i problemi legati alle terapie ormonali, all’osteoporosi e alla perdita di massa muscolare», fa notare Galvani. «Abbiamo preso in esame quattro parametri-salute correlati: composizione corporea, fitness cardiorespiratoria, forza muscolare e flessibilità e abbiamo appurato che il canottaggio, in sei mesi di attività costante, genera un miglioramento in tutti gli ambiti».

Sono venti le donne tra 40 e 65 anni prese in esame negli ultimi dodici mesi dalla ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Alcune a distanza di cinque anni dall’intervento, altre appena operate, altre ancora durante la chemio o la radio terapia. Perciò è stato fondamentale differenziare il lavoro. Abbiamo creato percorsi motorio-sportivi personalizzati. Nessuno è rimasto indietro», prosegue la docente di Scienze motorie.

Il lavoro di ricerca ha inizio ogni anno nel mese di marzo e prosegue fino a ottobre con un'uscita in barca il sabato mattina dalle 9 alle 11. A questa si aggiunge un programma di lezioni online di mindfulness, Pilates o AFA (attività fisica adattata). Nei restanti mesi l’attività in barca prosegue per tutti i partecipanti la domenica mattina dalle 9 alle 10.30. «Il nostro obiettivo è di allargare la community, mantenere le donne in attività e far diventare l’appuntamento del sabato con il canottaggio un momento di condivisione per tutta la famiglia», sottolinea Antonella Corazza.

Canottaggio per tutti, open day il 3 febbraio

Le donne arruolate nel progetto vengono sottoposte a una serie di visite mediche. «Il fisiatra definisce l’attività da svolgere, mentre al medico dello sport spetta il compito di dare il nullaosta per la pratica del canottaggio. Il costo del progetto è di 10 euro a paziente, una cifra simbolica per dare la possibilità a tutti di partecipare», spiega Corazza.

Il futuro? «Vogliamo accogliere donne e uomini ex pazienti oncologici o con malattie croniche non trasmissibili che desiderano migliorare la qualità della loro vita con il progetto Sport-Terapia integrata».

Grazie al passaparola oggi tanti ex pazienti chiedono di partecipare al progetto ERICE/TSB. «Chi desidera rinascere con il canottaggio può partecipare all’open day del 3 febbraio 2024 presso la società sportiva Canottieri Corgeno sul lago di Comabbio», conclude la pluricampionessa olimpica e mondiale. «All’incontro che si svolgerà dalle 10 alle 15 prenderanno parte un medico dello sport, un fisiatra, un medico dello sport e alimentazione, uno psicologo e istruttori di canottaggio certificati».
Per iscriversi occorre inviare la propria adesione a [email protected] oppure a [email protected].

 

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