La risposta

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La presenza di infezioni delle vie urinarie recidivanti richiede l’esecuzione di un’urocoltura con conta batterica e antibiogramma, in modo da scegliere con precisione l’antibiotico migliore, che occorre generalmente assumere per 1 settimana e comunque per il tempo indicato dal medico (soprattutto se le infezioni sono ricorrenti, per non indurre resistenze batteriche all’antibiotico), anche se i sintomi urinari scompaiono dopo pochi giorni. L’urocoltura andrebbe sempre eseguita prima di avviare la terapia antibiotica, anche se in presenza di sintomi importanti si può avviare una terapia antibiotica in attesa dell’esito dell’urocoltura (che richiede in genere 4-5 giorni): in questo modo è possibile modificare, se necessario, la terapia in corso e il risultato sarà in ogni caso utile per eventuali terapie future.Se gli episodi si ripetono è importante eseguire un’ecografia dei reni e della vescica per escludere la presenza di fattori predisponenti (calcolosi, ipertrofia prostatica con ristagno urinario ecc.) e correggere eventuali “errori” nello stile di vita (per esempio, è bene bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno e svuotare frequentemente la vescica). In caso di stipsi o di problemi del colon (per esempio diverticolosi) occorre regolarizzare le evacuazioni per ridurre la possibilità che batteri intestinali sostengano per contiguità le infezioni delle vie urinarie (utile assumere fermenti lattici ed eventualmente disinfettanti intestinali).