Dubbi e malessere emotivo su termini da dare al partner
Buonasera, sto da anni con un ragazzo e da, un anno e quatto mesi viviamo insieme. A febbraio di quest'anno ho ricevuto la proposta di matrimonio con uno splendido solitario. Il matrimonio sarebbe stato questo ottobre, ma per problemi lavorativi, due mesi fa, abbiamo fermato tutto e abbiamo rimandato a data indeterminata.Tre settimane fa, ci siamo recati in municipio affinché fossimo considerati famiglia anche anagraficamente senza aspettare di sposarci (che potrebbe essere tra un anno come tra cinque), così abbiamo compilato delle carte per essere registrati all'anagrafe come coppia convivente con reciproci diritti e doveri simili a quelli dei coniugi. Detto questo avrei bisogno di un vostro consulto per quanto segue.Da quando non abitavamo ancora insieme, fino a prima della proposta di matrimonio(incluso quindi periodo in cui vivevamo insieme senza essere conviventi),ci chiamavano morosi (termine molto usato nella regione in cui abito) e non mi dava fastidio. Dopo aver ricevuto la proposta di matrimonio, ho cominciato a non sopportare, ma in modo lieve, il temine morosi riferito a me e al mio lui e a preferire fidanzati, essendoci stata una proposta di matrimonio, questa mancanza di sopportazione per morosi e aumentata però da quando siamo anagraficamente conviventi facendomi preferire oltre a fidanzati, anche compagno e compagna. Questa mancanza di sopportazione ha cominciato a crearmi malessere emotivo all'udire quella parola riferita a noi. Mi fa stare male perché morosi lo vedo riferito a coppie che non hanno ricevuto una proposta di matrimonio e/o che non convivono, quindi come se ci dicessero che non siamo una famiglia ma che siamo una coppietta la cui relazione è senza impegno. Quando qualcuno ci definisce moroso e morosa, io vorrei subito correggerlo, ma un po' per timidezza e un po' perché non so se dire fidanzato o compagno, non dico niente e mi rodo dentro (premetto che il mio lui è al corrente del mio disagio all'udire morosi). Non so spiegarmi l'origine di questa ribellione per tale temine, ma so che se viene usato parlado di altri lo accetto, mentre se si parla di me e lui, come detto prima, mi fa stare male emotivamente e vorrei un aiuto psicologico per chiarirmi la situazione.Sperando in una vostra utile risposta vi porgo i miei saluti.La risposta
Carissima amica. Creare e crearsi uno scompiglio di questo genere per l’uso di un termine che si considera non appropriato mi pare decisamente esagerato. Le consiglio di pensare bene al motivo per cui questo accade. Al di là dei termini, è il significato del vostro rapporto che è importante, non i termini con cui viene definito. D’altra parte, se vogliamo essere concreti, la terminologia classica vede i fidanzati e marito e moglie. Tutto il resto sono adattamenti rispetto alle nuove regole di coppia, e quindi anche compagno o compagna, o conviventi sono termini giusti ma sicuramente diversamente significativi rispetto al classico “coniugi”. Quindi, non presti attenzione alla terminologia, ma alla vostra storia, che prima o poi diventerà il più classico dei matrimoni. Ma per adesso vada oltre e non badi alle definizioni!!!
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