La risposta

Medicina generale - Maurizio Hanke Dott. Maurizio Hanke

E’ un tema molto difficile da affrontare per la comunicazione tra genitori e figli. Si rischia di ottenere l’effetto opposto a quello desiderato specialmente se si accentuasse un approccio esclusivamente salutistico o medico (il quale può avere la sua importanza ma solo collateralmente). In realtà, come lei sa bene, i giovani quando escono il sabato sera (magari in età un pò più avanzate rispetto a quella di sua figlia) cercano lo “sballo” e cioè momenti di assoluta estraneità al vissuto quotidiano, ai ritmi della vita ordinaria (sonno, veglia, mangiare, studiare, etc). Le bevande alcoliche facilitano questa ricerca di estraneità ed è questo il motivo per cui vediamo sempre più frequentemente giovani che prima di cena affollano i bar all’aperto e si raggruppano attorno a tavoli pensili. o piccole consolle con un calice di vino in mano (e a quello ne seguiranno altri).Voglio  essere onesto: credo che nella nostra giovinezza momenti simili ne abbiamo vissuto tutti (io sicuramente) magari in forme meno rituali e ripetitive, ma con la ricerca di condividere attimi di spensieratezza e di allegria. Ora noi dobbiamo dire ai nostri giovani che questo è lecito purchè l’eccesso di bevande alcoliche non porti a stati di ubriachezza vera e propria con gravi conseguenze per il nostro organismo e, collegato a questi, il rischio, ancora più grave, di montare poi su una automobile e di mettere a rischio la propria e l’altrui incolumità. Credo che una condivisione da genitori, di momenti di vita felici e elettrizzanti sia indispensabile e ammissibile, ma tale condivisione dovrà caricarsi anche di avvertimenti sulle conseguenze che una abitudine alcolica possa condurci a conseguenze molto gravi sul piano /fisico e su quello psicologico. Credo che imbastire un discorso del genere non sia semplice, ma nemmeno impossibile e l’abilità del genitore sarà proprio quella di trovare una giusta miscela di avvertimenti (non ammonizioni!) e di simpatiche condivisioni.