Chi può diagnosticare la fatigue post cancro?
Salve, Sono Silvia (39 anni) ho avuto una neoplasia mammaria nel 2018 trattata con chemio neoadiuvante (6 mesi) + intervento + radioterapia(25 sedute). Ad oggi non assumo più alcuna terapia tranne per la vitamina D molto bassa, e il ciclo dopo l'interruzione è tornato regolare. Nonostante tutto sia andato nel migliore dei modi, l'astenia che è venuta durante la chemioterapia non se n'è mai andata, inutile dire che ho cercato di "ignorarla" impegnandomi ad andare oltre la stanchezza e cercando di fare un po di attività anche controvoglia. A questo si aggiungono una difficoltà nella memoria e a concentrarmi in qualcosa, dolori muscolari e articolari, ma soprattutto quello che sopporto meno è il fatto che mi stanco con facilità e recupero con molta difficoltà. Non ricordo un giorno in cui mi sia alzata nel pieno delle forze e con la voglia di fare e di uscire. Credo di aver sempre un po sofferto d'ansia, ma chiaramente dopo tutto il percorso è aumentata notevolmente anche e soprattutto perchè continuo a chiedermi dove finirei se un giorno non riuscissi a recuperare le forze e le capacità cognitive necessarie a lavorare a pieno regime, considerato anche il fatto che ad oggi nessuno ha preso sul serio questa mia difficoltà. Faccio controlli oncologici regolari ma gli oncologi regolarmente ignorano questo problema, forse considerandolo di poco conto. Mi chiedo se abbia un senso approfondire e affrontare la problematica o se forse non è meglio lasciar perdere e ignorare la cosa cercando di vivere al meglio possibile sapendo che l'avanzare dell'età sicuramente non aiuta. Spero di essere stata esaustiva e vi ringrazio in anticipo per l'attenzione.La risposta
Ora è più chiaro con maggiori informazioni. L’età troppo giovane per non affrontare meglio il problema. L’invito è sempre quello di parlarne con l’oncologo L’ indifferenza non è giustificata e giustificabile, anche se non ci sono farmaci e bacchette magiche oer risolvere. Soprattutto se parliamo di una ragazza giovanissima nella quale il trauma del tumore è stato sicuramente di forte impatto anche emotivo e psicologico. Il test BRCa immagino sia stato effettuato ancje se nulla ha a vedere con la fatigue. Non darei peso a integratori a meno che non ci sia anemia, qualcosa da dover sistemare nelle analisi. Dobbiamo puntare su 3 fattori (e lo dicono le linee guida ESMO che.l’oncologo dovrebbe conoscere): Alimentazione, attività fisica aerobica e yoga o mindfulness, supporto psicologico. La fatigue non è una malattia ma uno stato che dobbiamo con la sua collaborazione poter risolvere.
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