Raccolta differenziata, Lucia Leonessi: «Cogliete la bellezza dei rifiuti»
Minerali preziosi dagli apparecchi elettronici, nuovi filati dagli scarti tessili, aree verdi e spiagge risanate… Il Direttore Generale di Cisambiente ci parla degli interventi più significativi sostenuti dall’associazione
di Manuela Porta
La natura parla, basta saperla ascoltare. Ma occorre anche saper agire in sua difesa con interventi concreti, che tutelino realmente il pianeta e la nostra salute. Lucia Leonessi, Fondatore e Direttore Generale di Cisambiente Confindustria, ci racconta la sua missione, i progetti e i traguardi raggiunti.
Da dove nasce la sua passione per la natura?
Sono di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, e ho studiato a Siena: terre dalle colline dolci, immerse nel verde. La mia infanzia l’ho trascorsa accanto agli animali, da piccola ho dormito per un periodo con due galline ovaiole, che nessuno si è mai sognato di ammazzare e infatti sono morte di vecchiaia. E poi i capretti, gli agnelli e i conigli, di cui veniva omaggiato mio padre, erano i nostri animali da compagnia in estate. Questo amore per la natura è sempre restato nel mio sangue, silente, per poi riemergere gradualmente e portarmi a dare vita alla mia missione attuale.
L’anno di nascita di Cisambiente è il 2016, giusto?
Sì, mi chiesero da Confindustria di creare un’associazione ambientale e con 11 industriali diedi il via a questa nuova avventura. Oggi Cisambiente riunisce 1.400 aziende specializzate nella gestione dei rifiuti urbani e speciali. Ci occupiamo di ciclo integrato del rifiuto, igiene ambientale, progettazione degli appalti: smaltimento, impianti, discariche, bonifiche ed energia rinnovabile. Il nostro Paese ha estremamente bisogno di essere risanato.
Ci sono progetti di cui è particolarmente orgogliosa?
Abbiamo inaugurato un impianto innovativo per il trattamento dei Rifiuti da apparecchiature elettroniche ed elettriche (RAEE), che offrono una valida soluzione per il recupero in quanto possono fornire quantità considerevoli di materie cosiddette critiche e metalli preziosi. Cisambiente annovera fra le sue aziende molte realtà del settore, una di queste ha realizzato in Valdarno un impianto altamente tecnologico per l’estrazione di metalli preziosi da schede elettroniche. Sono operazioni che permettono di recuperare materia e reinserirla nella produzione, garantendo al nostro Paese una buona capacità di approvvigionamento per il futuro.
La gestione del “fine vita” dei capi di abbigliamento è di grande attualità: il vostro impegno si concentra anche sullo smaltimento e recupero dei rifiuti tessili?
Certo. In questo settore bisogna incentivare il recupero e il riciclo. E sono molte le aziende a noi associate che conducono ricerche per favorire questo processo, sia con studi su tecnologie innovative sia con la realizzazione di impianti di ultima generazione, che restituiscono filato al mondo della produzione. Noi siamo intervenuti ai tavoli ministeriali su questo tema per il quale finora si è fatto poco, ma l’industria sta lavorando sull’innovazione e ora occorre sviluppare un efficace coordinamento dei centri di recupero tessile.
A cosa serve il RENTRI?
La sigla sta per Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti. Recentemente introdotto, consente il monitoraggio in tempo reale e la registrazione dei dati totalmente in digitale. Questo assicura un’ottimizzazione dei processi aziendali con la semplificazione delle procedure, il che si traduce per le imprese in un contenimento dei costi e una riduzione delle tempistiche. Ma c’è un altro vantaggio importante. Monitorare l’intero itinerario dei rifiuti, dalla produzione fino al trattamento finale, è un valido strumento per prevenire gestioni illecite e conseguenti danni ambientali.
Lei è una animalista dichiarata, quali i vostri progetti in merito?
Organizzo tanti eventi a favore dell’ambiente e degli animali, compagni di vita importanti per noi umani. Ora sto cercando di finanziare il più possibile un progetto di Roberto Zampieri. Si chiama Progetto Serena ed è studiato per l’addestramento di cani antidiabete, in questo caso Golden Retriever. I quattrozampe vengono “allenati” a sentire la variazione dei livelli di glicemia nel corpo umano e, in caso di picchi, corrono in aiuto del padrone svegliandolo e richiamando l’attenzione. Anche i gatti sono in grado di farlo avendo un olfatto ancora più sensibile, ma sono difficilmente addestrabili, ahimè… Abbiamo sostenuto anche uno studio dello IEO che ha dimostrato come il cane riesca a percepire le cellule tumorali persino prima delle analisi diagnostiche.
Il risanamento ambientale è un altro tema importante, visto tutto il terreno che abbiamo sciupato nel nostro Paese…
In Italia abbiamo interi territori dove sono stati sepolti rifiuti probabilmente radioattivi, scarti industriali. Noi abbiamo attuato importanti progetti di risanamento, rendendo nuovamente praticabili e fruibili spiagge e terreni. Questo non vuole dire solo riportare salute e benessere, ma anche spazi: l’Italia non cresce, dobbiamo preservare quello che abbiamo. Vedere un territorio tornare a splendere è stupendo. Risanare è meglio che possedere qualcosa di nuovo.
Le norme europee sono d’aiuto nel campo della tutela ambientale?
La Normativa Europea in questo momento non è nostra amica e parla solo di riuso: in alcuni casi può essere utile, ma in generale per il benessere umano e ambientale non basta. Riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero sono le 4 R importanti. Abbiamo corso trent’anni in questa direzione e oggi in Italia siamo i numeri uno.
Qual è il messaggio che vorrebbe lanciare ai giovani?
Dovrebbero imparare a osservare, al di là della tecnologia a cui possono attingere facilmente e continuamente. Vorrei lasciare loro un invito a guardare anche un po’ indietro e fermarsi a osservare e ascoltare ciò che ci circonda. La bellezza salva, non dimentichiamolo. Invito a vedere la bellezza del rifiuto: dal letame nascono i fiori. Ma il rifiuto è anche quel no che dobbiamo avere il coraggio di pronunciare, no alle cose sbagliate. Io ho cercato di farlo: ho riportato nel mio lavoro l’amore e il rispetto per le mie radici. Direi ai giovani: fate quello che sentite profondamente dentro di voi, ciò che vi fa bene, che vi fa sentire bene. Fate ciò che amate per rendervi migliori.
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