hero image

Vittima delle manie? Per liberartene leggi qui

Oggi le compulsioni a compiere determinate azioni passano tutte attraverso lo smartphone. Scopri come disintossicarti




Manie come quella dell’ordine, piccole ossessioni (“Avrò chiuso bene la porta?”), rituali ai quali non puoi rinunciare: il catalogo delle compulsioni lo conosciamo bene, ma oggi va aggiornato.

Come ci spiega Sharon Begley nel suo nuovo libro Non riesco a farne a meno – La scienza dietro le nostre ossessioni in libreria a ottobre per Urra Feltrinelli (16 €). Oggi infatti gli impulsi a compiere determinate azioni passano tutti attraverso lo smartphone.

«Lo psicologo Alehandro Lleras della University of Illinois», racconta l’autrice, «lo ha descritto come una “coperta di sicurezza”, una coperta di Linus che assorbe la paura di essere dimenticati o di perderci qualcosa».


Il bisogno di controllo

Rispondere alle mail a qualsiasi ora, verificare il numero di visualizzazioni di un post, pubblicare foto e pensieri e aspettarsi riscontri in tempo reale: la tecnologia ha indubbiamente amplificato l’emozione che sta alla base dei nostri gesti compulsivi: l’ansia.

«Le compulsioni sono una risposta a questo stato d’animo perché forniscono l’illusione di tenere sotto controllo almeno una parte della propria vita», spiega Stefania Ortensi, psicoterapeuta e coach di Psicosport .

«Ma a differenza di ciò che accade nelle compulsioni tradizionali, che portano l’attenzione verso l’esterno (spegnere il gas, mettere in ordine maniacale i cassetti), la tecnologia e il web hanno spostato il bisogno  di controllo verso noi stessi». Insomma, siamo sempre sotto i riflettori, sempre connessi e questo amplifica l’ansia da prestazione, il bisogno di essere perfetti e aggiornati.

«Curare maniacalmente il proprio profilo sui social così come avere sempre il telefonino in mano sono azioni che ci offrono l’illusione di non incorrere in imprevisti sia nella percezione che gli altri hanno di noi sia nel rapporto con il mondo esterno e con ciò che accade», prosegue Ortensi. 

Sembra ormai un processo che non può essere arginato, ma sarebbe molto utile per il tuo benessere interrompere quel circuito vizioso che spinge le tue dita a digitare sul touch screen e la tua mente a cercare la rassicurazione di un feedback. Ecco come disintossicarti e ritrovare autonomia e sicurezza.


La tua strategia

1 Stabilisci una fascia oraria in cui smetti di rispondere alle mail. «Essere reperibili 24 ore  su 24 offre la possibilità di sentirsi professionisti migliori e sempre “sul pezzo”, ma non permette di staccare mai e di dedicarci ad altri aspetti della vita», spiega la psicoterapeuta Stefania Ortensi.

«Imporsi di spegnere il telefono o di non rispondere ai messaggi all’inizio scatenerà ansia e sensi di colpa, ma poi ci farà capire che il nostro valore dipende da altro».

2 Trova da sola le soluzioni. «L’accesso illimitato al web offre la sicurezza di trovare una risposta a ogni imprevisto. Ci perdiamo? C’è la mappa.

Non sappiamo una parola? C’è Google. Ma allenandoci a fare da soli, magari chiedendo informazioni a un’altra persona o attingendo alle nostre risorse, mettiamo in moto un meccanismo che ci fa sentire capaci, e aumenta la sicurezza in noi stessi», dice l’esperta.

3 Stabilisci con chi vuoi comunicare. «Sui social viene postato di tutto, dal piatto che si sta per mangiare alla notizia di una malattia. Ma dire qualcosa a tutti equivale a non dirla a nessuno, e solo apparentemente ci mette al riparo dalla possibilità di essere dimenticati o poco considerati», dice la psicologa.

«Una comunicazione è più efficace se è mirata. Quindi prima di postare foto e frasi, sarebbe meglio stabilire i destinatari delle informazioni».



Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato sul n. 40 di Starbene in edicola dal 19/9/2017

Leggi anche

Ansia da separazione da smartphone: cos'è?

Smartphone, un contratto fra genitori e figli

Workaholism, la dipendenza dal lavoro

Quanto pesa il web sull'anoressia