di Maria Tatsos
Composizioni di fiori che decorano matrimoni, eventi, showroom, vasi e fioriere sui terrazzi e nei condomini: quando, passata l’occasione, non servono più, oppure abbiamo voglia di cambiare, o non riusciamo a far rifiorire quelle malate, il loro destino è segnato. Le piante finiscono nell’organico, se sono piccole, o in discarica, dove si raccoglie il verde. Uno spreco all’ordine del giorno.
A volte anche nei vivai: una pianta non bella per essere venduta viene scartata e gettata. E così si dimentica che i vegetali sono esseri viventi, che meritano rispetto. Qualcosa, però, sta cambiando. L’idea di un giardinaggio più etico si sta facendo strada, come dimostrano diverse iniziative di “recupero green”.
Piante rigenerate per tornare a nuova vita
La pianta è malata? Si può cedere perché sia curata e poi, una volta rigenerata, possa essere “adottata”. Non è solo un’idea anti spreco: è anche una forma di risparmio. Come attesta la storia di Re-Plant (replant-milano.org), un’associazione fondata a Milano nel 2021 da Federico Santarelli e Francesco Montanari, giardinieri, e Sonia Magnifico, appassionata di verde.
«Quando vogliamo disfarci di una pianta, non c’è un “plantile”, un rifugio come i gattili e i canili che accolgono gli animali domestici», racconta Santarelli. «Non ci piaceva vedere una pianta viva gettata fra i rifiuti. E apprezziamo l’idea di un verde più democratico, a costi più accessibili per tutti».
L’associazione ha uno spazio in zona Baggio, dove c’è una nursery per le piante da curare, e un’altra sede a Cinisello Balsamo, con una serra per quelle da interno. «Nel 2024 abbiamo recuperato circa 4000 piante», puntualizza. Il meccanismo è semplice. Si prende appuntamento per portare di persona le piante da cedere, accolte gratuitamente. Qualora servisse un ritiro a domicilio, l’associazione chiede un’offerta libera. Se invece l’intervento implica il lavoro del giardiniere (spaccare i vasi, zollatura, uso di piattaforma aerea, ecc.), allora ci verrà emessa una fattura.
Una volta rimesse in salute, le piante provenienti da eventi o da privati sono cedute, presentandosi in sede su appuntamento (riferimenti su Ig e Facebook), in cambio di una piccola offerta, che varia a seconda della tipologia e delle spese sostenute per curarla. Un esempio? Una siepe per il giardino di una villetta: una pianta rigenerata, di grandi dimensioni, si può avere con poche decine di euro.
«Per noi salvare le piante è un piacere. Cerchiamo di farci ripagare solo le spese vive. La benzina, gli strumenti, il nostro lavoro». Oltre a workshop, corsi e partecipazione a mostre mercato, Re-Plant noleggia le piante rigenerate per eventi aziendali. Di solito, i vivai allestiscono con piante nuove, che vengono acquistate e che poi, in fase di smantellamento, finiscono fra i rifiuti. Affittandole, invece, il costo è più contenuto e a fine evento vengono ritirate e riutilizzate.
Piante recuperate a basso impatto
Sempre a Milano, nel 2022, Andrea Sarli, giardiniere, ha creato Clinica Botanica (clinicabotanica.it), studio di progettazione del verde attento alla sostenibilità, con una filosofia di lavoro basata sul riutilizzo creativo, o upcycling, e sulla filiera corta. «Le piante che usiamo vengono portate da privati o le ritiriamo noi, gratuitamente. Chiediamo solo il pagamento del lavoro di giardinaggio, nel caso sia necessario», spiega Sarli.
«Per i nostri progetti, impieghiamo piante rigenerate oppure autoctone, prodotte da noi o da altri vivaisti in Italia. Le piante da interno sono di origine tropicale: sono frutto di recuperi oppure le acquistiamo in Sicilia». Clinica Botanica punta su una produzione etica che inquini il meno possibile, non usano pesticidi e chimica e limitano i trasporti. «I classici ellebori che troviamo in vendita d’inverno, per esempio, vengono per lo più dall’Olanda. I nostri, invece, li prendiamo da un coltivatore non lontano da Milano», puntualizza Sarli.
Come procedete nel recupero? «Prendiamo tutto e salviamo le piante che possono farcela. Altrimenti, teniamo la terra e la pianta morta diventa compost». Iscrivendosi alla newsletter di Clinica Botanica o seguendo IG, si può essere informati sulle date degli eventi di vendita, dove i vegetali “guariti” sono acquistabili per pochi euro. «A volte alle persone piace l’idea di avere una pianta che ha un’aria vissuta e non è perfetta, da adottare e prendersene cura», commenta Sarli. «Funzionano molto le piante da interno, anche perché non tutti hanno un balcone. Sono richieste anche le aromatiche, perché sono resilienti».
Il pubblico delle vendite è per lo più di giovani fra i 25 e 40 anni, che vengono a comprare ma portano anche piante.
A tutto riciclo: i fiori delle nozze
I matrimoni sono spesso sinonimo di grandi spese per gli allestimenti floreali, poi buttati a fine giornata. Anche qui, per fortuna, qualcosa si muove. Marzia Barosso, titolare di Viale Flower Farm (vialeflowerfarm.com) nell’Astigiano, coltiva fiori senza pesticidi, nel rispetto della stagionalità, con meno rifiuti possibili. Sostenibilità è la parola d’ordine, e si riflette anche nei suoi allestimenti per le nozze.
«Le composizioni in chiesa o dove si celebra il rito civile durano il tempo della cerimonia», spiega. «Per evitare sprechi - in termini di denaro e di piante - le spostiamo dove avviene il taglio della torta, poi creiamo un flower bar, un servizio aggiuntivo: smontando tutto per recuperare i materiali (contenitori in ceramica, rete metallica, ecc.), facciamo dei bouquet con i fiori delle composizioni da regalare agli ospiti. Li posizioniamo in zona confetti, sono un souvenir della giornata sempre molto gradito».
I fiori di Marzia Barosso, coltivati senza chimica, sono richiesti anche dai cake designer per decorare le torte.
Il plant crossing nei parchi
A Pavia, il parco di Horti (horti.it) è un’area verde vocata all’arte che, da marzo del 2023, ospita anche un servizio di plant crossing. Chi non riesce a occuparsi di una pianta può lasciarla nello spazio dedicato del giardino pubblico, aperto tutto l’anno, sei giorni su sette.
I giardinieri di Horti - che sono persone provenienti da fasce marginali e che qui trovano un’occasione di lavoro e di riscatto sociale - se ne prenderanno cura e, una volta tornata “in forze”, la rimetteranno a disposizione del pubblico. Chiunque può adottare una pianta e portarla a casa gratuitamente. Nei mesi primaverili ed estivi del 2024, ha incontrato grande successo. Anche adottare una pianta è di tendenza: a Verona, la manifestazione Giardini Aperti (giardiniapertiverona.org), che si svolge in primavera, prevede un momento di plant crossing in cui scambiare semi, talee e piante coltivate.
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