Sole e abbronzatura, come proteggere la pelle dai raggi solari

La conquista dell’estate è una pelle ambrata che esce luminosa e compatta dalle insidie dell’esposizione solare. La vittoria dipende da un mix di sicuro successo: beauty routine d’urto e fotoprotettori di ultima generazione, arricchiti con potenti attivi antietà



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di Beatrice Serra

Sia in maniche di camicia come in costume da bagno, la pelle ha sempre bisogno di proteggersi dai raggi solari, o meglio ancora di prenderne la sua quota buona e di minimizzarne gli effetti collaterali, rubricati sotto i nomi: disidratazione, discromie, rughe fino a eritemi e scottature. Starbene ha chiesto a Simona Ferri, dermatologa a Novara e a Gloriana Assalti, cosmetologa a Roma di chiarire come ricavare il meglio dalle ore en plein air.

1. A cosa si deve puntare sotto il sole?

«Ad avere un bel colore ambrato e uniforme, fermando la “cascata radicalica” prodotta dal sole e che ci fa invecchiare», risponde la dottoressa Assalti. «L’obiettivo si raggiunge con cure quotidiane protettive e fortificanti, nello stesso tempo».

2. Come si attenua il fotoinvecchiamento?

«Semplice: la skincare cambia, e dalla primavera fino alla fine dell’estate, diventa antiossidante», dice la cosmetologa. «A qualsiasi età, in città e in vacanza, dopo la detersione del viso (mattina e sera) va sempre messo un siero a base di principi che neutralizzano i radicali liberi. Questi cambiano in base alle caratteristiche della pelle: se è secca o matura, la formula più efficace è un mix di vitamina C, vitamina E e acido ferulico, dall’attività anche idratante; se è mista o tendente al grasso, meglio la floretina, un polifenolo che ferma l’invecchiamento e, insieme, le impurità; per chi invece ha le macchie sono i sieri a base di arbutina, glicerizia e vitamina C che tengono basso l’assorbimento dei raggi ultravioletti, responsabili delle discromie».


3. I solari quando vanno messi?

«Fermo restando che andrebbero usati tutto l’anno, di fatto questa regola diventa tassativa durante tutta la bella stagione», è l’indicazione della dottoressa Ferri. «Lo schema “protezione pelle dal sole” ha una beauty routine più ricca al mattino che alla sera, poiché la cute ha bisogno di essere fortificata (e difesa) per affrontare tante ore all’aria aperta. Di giorno, il “mai senza” è siero e prodotto schermante, anche se la sovrapposizione può sembrare troppo per il caldo. Di sera, invece, la skincare diventa light: dopo aver rimosso dal viso trucco e sporco prima con acqua micellare e poi con un detergente a risciacquo leggermente schiumogeno (serve per togliere di accumuli di sebo dovuti a caldo e a sudore), basta il siero per le under 40, una crema antietà per le altre. La pelle deve respirare durante le ore notturne».


4. I cosmetici cambiano dalla città alla spiaggia?

«Sì, quando non siamo in vacanza il mercato offre tante creme giorno con filtro protettivo 30 o 50 più che sufficienti a difendere il viso», puntualizza la dermatologa. «Hanno la stessa funzione anche le BB o CC cream colorate dotate di Spf. In molti casi, poi, sono anche polifunzionali, cioè addizionate di antiossidanti in grado di prevenire o compensare i danni di Uvb e Uva. Con l’esposizione diretta e prolungata, al mare o in alta quota, invece, ci vuole su viso e corpo un solare vero e proprio, che sia latte, crema, spray od olio.

5. Il grado di protezione s’abbassa pian piano che c’abbronziamo?

«Di fatto, sotto un Spf 30 non c’è protezione solare. E il grado di abbronzatura che si ottiene usando un cosmetico +30 o +50 è praticamente uguale, cambia solo la durata dell’effetto schermante: il primo è attivo per 3 ore, il secondo per 5. Ma più s’allunga il tempo della protezione grazie a un Spf molto alto, minori sono i danni da fotoinvecchiamento, quindi un solare 50+ va sempre bene», conclude Ferri.

6. A proposito di filtri, ci sono novità?

«Quelli più efficaci hanno portato la protezione +50 contro Uvb e Uva allo stesso livello, e questa è un’innovazione perché finora la copertura quasi totale (pari al 98 per cento) riguardava solo gli ultravioletti», chiarisce Gloriana Assalti. «Il progresso permette di proteggerci nel vero senso della parola, visto che sono gli Uva (e non gli Uvb) che penetrano in profondità e superano la barriera del derma, dove fanno danni creando macchie, cedimenti cutanei e modifiche di spessore».

7. Per pelli problematiche ci vuole qualche accortezza in più?

«Disturbi come la rosacea e la couperose peggiorano sotto l’azione del sole: crea una maggiore vasodilatazione e, quindi, la pelle è sempre arrossata e infiammata», spiega la dottoressa Ferri. «C’è un effetto negativo anche sul melasma, la predisposizione alle formazione di macchie che si accentuano o si formano ex novo perché la pelle accumula grandi quantità di raggi solari. Anche l’acne, spesso, peggiora dal momento che d’estate si devono interrompere le terapie specifiche, fotosensibilizzanti. Perciò, per chi soffre di queste patologie è necessario usare sempre, dall’inizio della stagione in poi un filtro alto. Per le pelli a tendenza acneica consiglio di stare sul Spf 30 in quanto i raggi buoni vanno lasciati agire sulla pelle visto che leniscono brufoli e impurità varie; in tutti gli altri casi manteniamoci sul 50».

8. Ci sono altri modi per preparare la pelle ai bagni di sole?

«Prima di andare al mare, fa bene sottoporsi a un ciclo di 2-3 peeling al viso (da fare dal dermatologo o medico estetico, a cadenza di una settimana circa l’uno dall’altro) dalla blanda azione esfoliante che, rimuovendo le cellule morte, tolgono la pelle dal letargo invernale», consiglia Ferri. «Per riattivarla, poi, ci vuole l’uso di un booster (per 7-14 giorni) a base di vitamina C, la sostanza top per preparare la pelle a prendere meglio il sole perché regala luminosità all’incarnato e rendere radiosa e uniforme l’abbronzatura. Utili sono anche le biorivitalizzazioni senza aghi come il prx, una combinazione di acido tricloroacetico, acido logico e perossido di idrogeno che, massaggiata sulla pelle, ne stimola la rigenerazione. O anche il picotage, microiniezioni su viso, colle e décolleté di acido ialuronico che, stimolando la produzione di collagene ed elastina, mantiene la cute idratata e ne aumenta le difese».

9. La lotta contro i danni da Uvb e Uva e si combatte anche dall’interno?

Risponde la dottoressa Ferri: «Gi integratori al betacarotene e vitamina C ed E, oltre agli antiossidanti flavonoidi, resveratolo, acido alfa-lipoico, lutenia e licopene aiutano. E prima s’inizia a prenderne (1 al giorno) meglio è. I loro attivi, comunque, sono presenti in frutta e verdura di colore rosso ed arancione».

10. Dopo l’esposizione, la pelle ha bisogno di essere riparata?

«Al ritorno dal mare o dalla piscina, spruzziamoci subito su viso e corpo acqua termale fredda che ci toglie di dosso l’azione irritante di sole e vento», suggerisce la cosmetologa. «Poi, dopo la doccia, applichiamo sul viso, anche tutti i giorni, una maschera che disseta all’istante la cute; per il corpo, basta spalmarsi un latte o una crema doposole super idratante.



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