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Coronavirus Fase 2: come sarà andare dal parrucchiere

Abbiamo provato a immaginare, insieme a un noto hair stylist, come sarà un appuntamento dal parrucchiere nella Fase 2 dell’emergenza Coronavirus

credits: istock



Sta per iniziare la Fase 2 dell'emergenza Coronavirus e in molti si chiedono come sarà il momento in cui si apriranno le porte del parrucchiere di fiducia. L'ultimo decreto governativo ha fissato la data all'inizio di giugno, ma i professionisti del settore si stanno già dando da fare per capire in che modo poter svolgere il loro lavoro in totale sicurezza, non soltanto per le clienti, ma anche per se stessi e i propri collaboratori.

Abbiamo chiesto a Salvo Filetti, hair designer di Compagnia della Bellezza, di provare a immaginare con noi come potrebbe svolgersi un appuntamento, le insidie e le soluzioni che si possono individuare, sempre nel rispetto dei provvedimenti governativi. «Con una premessa importante», esordisce l'esperto. «Parrucchieri ed estetisti hanno già un approccio molto serio ai problemi di igiene: li abbiamo dovuti affrontare negli anni passati per contrastare l'epatite e l'HIV. Quindi oso dire che dopo i medici siamo la categoria più preparata a lavorare, in sicurezza, in era di Covid-19».


Bisogna fissare l'appuntamento

«Se prima fissare un appuntamento dal parrucchiere era consigliabile per ottenere un servizio più rapido e personalizzato, ora farlo diventa indispensabile, meglio ancora se con anticipo: il pre-booking, che consente di ottimizzare le risorse e un migliore turnover del personale», dice Filetti. «Ogni cliente riceverà la sua slot di orario, alla quale dovrà attenersi scupolosamente.

Una volta stabilito (al telefono o via email) il tipo di servizio che richiede, sarà facile anche determinare il tempo necessario per completarlo». In questo modo, non ci saranno sovrapposizioni di clienti, né attese.

Vietato presentarsi all'improvviso o chiedere servizi extra oltre a quelli già fissati. «Sarebbe molto utile anche la possibilità di dilatare gli orari, prevedendo per esempio delle aperture serali oppure di domenica e lunedì», osserva l'esperto.


Dispenser igienizzanti e mascherine

«Molti saloni si erano già attrezzati con dispenser di igienizzanti: ora saranno indispensabili, e se il locale è grande non si troveranno solo all'ingresso, ma anche in altre zone, per esempio al lavaggio o nelle cabine, a disposizione sia delle clienti, sia del personale», continua Filetti. «Si aggiungeranno i guanti monouso, anche questi per tutti».

Clienti e personale dovranno poi portare le mascherine, e qui si pone un primo problema: «Per alcuni trattamenti, per esempio la colorazione, il cordoncino che passa dietro alle orecchie o, peggio, che si lega dietro alla testa è d'impaccio. L'ideale sarebbero, per quei servizi, delle mascherine adesive, ovviamente di materiali anallergici e non irritanti per la pelle, specie se secca o sensibile. Una questione di difficile soluzione».


il distanziamento tra i clienti

La distanza sociale dovrà essere per forza di cose ridotta tra cliente e parrucchiere (che comunque con guanti e mascherina saranno protetti), ma tra cliente e cliente dovrà restare quella che si mantiene, per esempio, al supermercato o nei negozi. «Si lascerà una poltrona vuota tra una persona e l'altra, sia al lavaggio, sia al taglio e alla piega. Rispetteremo la regola una cliente, un operatore, cercando di ottimizzare i tempi», osserva l'esperto. E gli spazi saranno sanificati anche più volte al giorno, seguendo le norme governative.


Tutto monouso

Parola d'ordine: monouso. Per mascherine e guanti, ovvio. «Anche in questo caso in molti saloni è già una consuetudine utilizzarli», osserva l'hair stylist. Per tutte le attrezzature non monouso, dai pettini, alle spazzole, alle mollette, si dovrà ricorrere a una pulizia particolarmente accurata, con prodotti igienizzanti professionali. Per gli utensili per manicure e pedicure si continuerà a ricorrere all'autoclave, che sterilizza perfettamente.


Le questioni ancora in sospeso

«Alcune questioni finora non sono state sollevate dai decreti governativi, ma sono lampanti per i parrucchieri», spiega Salvo Filetti. «Qualche esempio: come gestire le borse, le giacche, i cappotti che le clienti lasciano al guardaroba? Oppure: sarà possibile lasciare a disposizione le riviste e i book con le proposte di tagli e acconciature? Probabilmente no, perché sarebbe poi impossibile sanificarli. I pagamenti: accetteremo solo quelli con carte contactless? Sono alcune tra le questioni in sospeso».

articolo pubblicato il 29 aprile 2020


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