Carne rossa e salute: 10 fake news da sfatare

Spesso demonizzata per il suo impatto sulla salute, la carne rossa è stata scagionata da studi recenti, che ne hanno messo in luce molte proprietà. L’importante è non abusarne e farne un uso moderato



La carne rossa è sotto accusa ormai da diversi anni, al punto da essere stata paragonata al fumo di sigaretta e all’amianto per i suoi possibili danni sulla salute. In realtà alcuni messaggi a volte sono stati enfatizzati e talvolta travisati. Con la dottoressa Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’alimentazione, biologa e nutrizionista, facciamo il punto sulle evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema, sfatando le principali fake news.

 

Meglio evitare del tutto la carne rossa

FALSO. Studi di carattere epidemiologico, condotti in vari Paesi del mondo, hanno associato il consumo di quantità elevate di carne rossa a un aumentato rischio di sviluppare alcune patologie, come malattie cardiovascolari e tumori. In realtà, da questi studi emergono solamente delle associazioni e non delle relazioni di natura causale. Inoltre, gli effetti non favorevoli si osservano solo in una parte ridotta della popolazione (circa il 10-20 per cento con maggiori consumi) e, in parte, potrebbero essere dovuti non tanto alla carne in sé, quanto alle tecniche di cottura (per esempio, a grigliature troppo spinte) oppure a un’alimentazione povera di fibra e calcio. In pratica, se ci si attiene alle linee guida, non ci sono particolari rischi e ci si assicura i preziosi nutrienti che la carne apporta.


La carne rossa provoca il cancro

FALSO. Il grande equivoco è nato a ottobre 2015, quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, massima autorità in materia di studio degli agenti cancerogeni che fa parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha inserito la carne rossa fra le sostanze “probabilmente cancerogene” per l’uomo e quella rossa lavorata – mediante affumicatura, salatura, essicazione o aggiunta di conservanti chimici (come i salumi) – nel gruppo 1, fra gli agenti “sicuramente cancerogeni”. Ma sappiamo bene che è la quantità a fare la differenza. Anche la luce solare, per esempio, fa parte del gruppo 1, ma, con le dovute precauzioni non dobbiamo rinunciare alle passeggiate all’aria aperta o alla tintarella d’estate. 


La carne va mangiata una volta al mese, non di più

FALSO. Il World Cancer Research Fund International, una delle massime autorità mondiali per la ricerca sul cancro, raccomanda di non superare i 500 grammi di carne cotta alla settimana, pari a 700-750 grammi a crudo. Di recente, però, la letteratura scientifica ha dimostrato che neppure un consumo quotidiano pari a 80 grammi di carne rossa comporta un rischio per la salute. Ciò significa che, attenendoci alle linea guida internazionali e in particolare alla dieta mediterranea (una-due porzioni da 100 grammi alla settimana), non ci sono rischi. Ovviamente si parla di carne fresca, mentre andrebbe evitata quella lavorata.


La carne rossa crea infiammazione

FALSO. Per anni, si è detto che il consumo abituale di carne rossa è in grado di favorire processi infiammatori nel corpo, peggiorando i sintomi di artrite e altre condizioni dove l’infiammazione gioca un ruolo chiave. Le ultime evidenze scientifiche hanno messo in evidenza, invece, che non è la carne a scatenare l’infiammazione, quanto sovrappeso e obesità.


È un alimento adatto solo in determinate fasi della vita

FALSO. In generale, la carne facilita il processo di ricostruzione muscolare ed è indicata in tutte le situazioni che richiedano un aumentato fabbisogno proteico, come i casi di denutrizione oppure nei pasti successivi a un elevato impegno fisico e sportivo. Ma la carne è preziosa anche per i bambini e per le donne in gravidanza, quando aumenta il fabbisogno proteico e di ferro. Per esempio, uno studio condotto dal Saban Research Institute of Children’s Hospital di Los Angeles e dal Columbia University Medical Center ha dimostrato che una carenza di ferro in età fetale può esercitare effetti negativi sullo sviluppo del cervello. Così come è stato dimostrato l’impatto negativo della carenza di ferro nei bambini e negli adolescenti in età scolastica, al punto da peggiorare rendimento, attenzione e concentrazione. Da anziani, invece, il corretto apporto di carne aiuta a contrastare la sarcopenia, cioè la perdita di massa muscolare, preservando l’indipendenza e la salute generale, mentre durante l’età adulta in generale sembra aumentare l’aspettativa di vita nel complesso.


La carne rossa non apporta alcuna sostanza benefica

FALSO. Gli ultimi studi hanno dimostrato che nella carne rossa, bovina e ovina, è contenuto un nutriente, l’acido trans vaccenico (TVA), che aiuta a migliorare la risposta immunitaria al cancro. L’evidenza arriva da uno studio dell’Università di Chicago, recentemente pubblicato su Nature, con l’obiettivo di valutare l’effetto dei nutrienti circolanti nel sangue sulla fisiologia del nostro organismo. I ricercatori statunitensi hanno scoperto che l’acido trans vaccenico è in grado di aumentare l’efficienza delle cellule T CD8+, dette anche cellule T killer, che sono incaricate di uccidere le cellule infette da virus e quelle tumorali. Pare che l’80 per cento del TVA alimentare resti in circolo nel sangue, mentre il restante 20 per cento viene convertito in altri sottoprodotti, come l’acido rumenico, uno dei coniugati dell’Acido Linoleico (CLA), anch’esso noto per le sue innumerevoli proprietà benefiche e per la sua efficacia contro il cancro. Inoltre, i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti con diversi tipi di tumore e hanno visto che i topi nutriti con una dieta arricchita di TVA hanno ridotto significativamente il potenziale di crescita tumorale del melanoma e delle cellule del cancro del colon rispetto ai topi alimentati con una dieta di controllo.


Le proteine animali favoriscono l’aumento del colesterolo nel sangue

FALSO. Non è raro accusare la carne rossa – così come latte, uova e derivati – di aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e trombosi. In realtà, la dieta pesa solamente per il 20-25 per cento sui valori plasmatici di colesterolo, mentre il restante 75-80 per cento è dovuto alla produzione endogena (quella che avviene direttamente nell’organismo, soprattutto a livello del fegato) in risposta a una predisposizione genetica. Limitare solamente l’apporto di carne rossa non mette al riparo dall’ipercolesterolemia.


La carne affatica i reni

FALSO. Si dice spesso che lo smaltimento delle proteine genera azoto, che costringe i reni a un super lavoro per eliminarlo, affaticandoli e rendendoli meno efficienti. In realtà, consumare carne rossa non predispone la popolazione sana a sviluppare insufficienza renale: ovviamente, questo cambia per chi presenta già questo problema, dove le quantità di tutti i macro e micronutrienti vanno sempre concordate con lo specialista di riferimento.


La carne contiene ormoni pericolosi

FALSO. Nel 1981, con la Direttiva 81/602/CEE, l’Unione europea ha vietato l’uso di sostanze ad azione ormonale finalizzate a far aumentare di peso gli animali più velocemente, riducendo così i tempi di attesa, diminuendo tutti i costi (dal mangime alla manutenzione delle stalle) e aumentando significativamente la produttività.


Meglio non acquistare la carne che proviene dall’estero

FALSO. La filiera italiana della carne rossa non è sufficiente per far raggiungere l’autosufficienza al nostro Paese, per cui siamo importatori sia di carni bovine che suine. Detto ciò, la crescente attenzione nei riguardi del diritto alla salute salvaguarda il consumatore, per cui difficilmente possiamo imbatterci in prodotti di scarsa qualità, anche se di provenienza estera.


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