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“Latti” vegetali: come sceglierli e quando evitarli

Quale latte vegetale preferire? E in quali casi è meglio evitarlo? Ecco la risposta degli esperti a queste e altre domande sui prodotti del momento

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Abituiamoci a chiamarli bevande vegetali. Sì, perché una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che, tranne due eccezioni, solo quelli di origine animale possono essere definiti “latti”.

Indipendentemente dalla definizione, è però certo che il gradimento di questi prodotti è in costante crescita, tanto da essere stati inseriti due anni fa nel paniere Istat dei prezzi al consumo; mentre uno studio prospettico di Euromonitor International prevede che entro il 2021 l’Italia sarà il settimo Paese al mondo per giro d’affari.

Le ragioni del successo? «Innanzitutto l’aumento di persone vegetariane e vegane, poi l’opinione diffusa che le bevande vegetali siano più sane e meno caloriche del latte di mucca. Infine l’impennata di intolleranze e allergie alimentari», risponde la dottoressa Federica Piccolino, biologa nutrizionista a Roma.

Ma quali sono esattamente le caratteristiche nutrizionali di questi alimenti? E vale davvero la pena acquistarli, considerato che in alcuni casi possono costare più del doppio rispetto al latte vaccino? Facciamo chiarezza.

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DI SOIA

È il più ricco di proteine di buon valore biologico. Inoltre, ha tanti grassi polinsaturi, tra cui i preziosi Omega-3 che proteggono l’apparato cardiovascolare. «Contiene anche le vitamine A, E, B e diversi minerali: tra questi il ferro (40 mg/l) è presente in quantità doppie rispetto al latte di mucca», prosegue la dottoressa Piccolino.

«Ma sebbene rinforzi le ossa e aiuti a prevenire la formazione di placche aterosclerotiche, anche per via della totale assenza di colesterolo, è bene non abusarne», mette in guardia la dottoressa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di senologia dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma. «Infatti, i suoi isoflavoni sono strutturalmente analoghi al 17ß-estradiolo, un estrogeno che si somministra per attenuare i sintomi della menopausa e che, a concentrazioni elevate, può aumentare nella donna il rischio di ammalarsi di cancro della mammella e di sindrome dell’ovaio policistico. Mentre nell’uomo gli isoflavoni sono in grado di interferire con la secrezione degli ormoni sessuali e con le normali funzioni tiroidee».

Mangiando soia, poi, il rischio di assumere Ogm è elevato: «Per di più, l’acido fitico presente in questo legume può limitare l’assorbimento di alcuni nutrienti e, nei soggetti predisposti, provocare allergie», nota ancora la dottoressa Piccolino.

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DI MANDORLE

Fa parte delle eccezioni ammesse per l’Italia dalla Corte di giustizia Ue, quindi sulla confezione lo trovi indicato proprio come “latte”. «Ha una composizione abbastanza simile al latte vaccino, con un contenuto medio di proteine e un apporto di grassi intermedio rispetto al latte intero e parzialmente scremato. Si tratta però per lo più di grassi polinsaturi, quindi benefici per il sistema cardiovascolare», chiarisce la dottoressa Piccolino.

«Discreto è il contenuto di vitamina E, potente antiossidante, oltre che di minerali come il calcio, naturalmente presente senza bisogno di essere addizionato e di cui spesso sono carenti le bevande vegetali. Apporta anche amandina, sostanza utile per regolare i livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue. Pur avendo parecchie calorie è una bevanda ben digeribile, è inoltre particolarmente adatta alla prima colazione dei bambini, degli anziani e delle donne in gravidanza perché altamente energetica».

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DI RISO

È ricca di carboidrati, quindi fornisce energia prontamente disponibile, ma ha un ridotto apporto proteico.

«Tra tutte le bevande vegetali è la meno grassa e la più digeribile. Per migliorarne la consistenza, però, viene spesso addizionata con lipidi di diverso tipo. Ha un’azione lenitiva sulla mucosa intestinale, tanto da essere indicata anche per l’alimentazione di chi soffre di patologie del colon. È priva di colesterolo, ma ha anche pochi minerali e vitamine. L’indice glicemico, invece, è elevato: dunque, pur essendo la meno calorica fra le bevande vegetali, bisogna tenerne conto se si segue una dieta dimagrante o si soffre di diabete», mette in guardia la nutrizionista.

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DI AVENA

L’avena, così come la bevanda che se ne ricava, ha poche calorie, un limitato contenuto di grassi, prevalentemente polinsaturi, ed è ricca di carboidrati, oltre che di vitamina E e del gruppo B, in particolare l’acido folico.

«La quantità di proteine è invece ridotta. Fornisce anche betaglucani, in grado di abbassare i livelli di colesterolo Ldl (quello “cattivo”)», aggiunge la dottoressa Piccolino. «La maggior parte dei celiaci può poi inserire l’avena nella dieta senza conseguenze dannose, anche se sono ancora in corso studi per avere una conferma definitiva. Nell’attesa, l’Associazione italiana celiachia consiglia il consumo di avena e derivati solo se prodotti presenti nel Registro nazionale degli alimenti senza glutine stilato dal Ministero della Salute (lo trovi su salute.gov.it)».

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DI COCCO

È la seconda eccezione. Questo latte si ricava dal cocco pestato e spremuto e non va confuso con l’acqua di cocco contenuta all’interno della noce.

A differenza degli altri tipi di bevande vegetali, che in molti consumano a colazione al posto del latte, è usato soprattutto nelle preparazioni culinarie e come base di frullati e frappè, ma c’è anche chi ama sorseggiarlo al mattino.

«La sua componente lipidica lo rende particolarmente calorico. Tra l’altro una discreta frazione è costituita da grassi saturi, sebbene più salutari rispetto a quelli di origine animale. È anche ricco di proteine, carboidrati, fibre, minerali (tra cui fosforo e potassio), vitamine C e del gruppo B e flavonoidi, sostanze con un elevato potere antiossidante», afferma la nostra nutrizionista.

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DI CANAPA

Cremoso e saporito, il "latte" di canapa è ricavato dai semi della Cannabis Sativa, ma non contiene nessun componente psicoattivo della marijuana.

«È particolarmente ricco di grassi buoni, Omega 6 e Omega 3, quindi assicura una spiccata azione antinfiammatoria e protettiva dell’apparato cardiovascolare. Il contenuto proteico è modesto, ma in compenso è buona la componente minerale», conclude la dottoressa Federica Piccolino.



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Articolo pubblicato sul n. 29 di Starbene in edicola dal 3/7/2018

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