Difficoltà anche con le malattie croniche
E chi soffre di una malattia cronica (diabete, ipertensione, malattia del cuore, per esempio) rischia restrizioni prescrittive? «No, ma il medico di famiglia oggi deve muoversi all’interno dei paletti del decreto, che ha trasformato il suo lavoro da uno slalom gigante a uno slalom
speciale», spiega il dottor Gargiulo. «Un esempio? Azotemia e creatinina vanno valutati periodicamente negli ipertesi, nei diabetici e cardiopatici, perché le loro malattie possono affaticare i reni ed è utile monitorarne il funzionamento. Però il decreto consente la prescrizione di questi due esami solo in caso di insufficienza renale.
Come aggirare l’ostacolo? Il buon medico li prescriverà ugualmente, assumendosene la responsabilità». «Il rischio», aggiunge il dottor Scotti, «è che alcuni di noi non prescrivano degli esami, temendo che non siano appropriati. Di contro, davanti a un legittimo diniego, il paziente può pensare che il curante lo fa solo perché ha paura delle sanzioni e che perciò è meglio rivolgersi alla sanità privata, non soggetta a nessun controllo».
Proprio per monitorare questa nuova realtà e dare un aiuto concreto ai pazienti, il Tribunale per i diritti del Malato-Cittadinanzattiva ha istituito l’Osservatorio Appropriatezza (raggiungibile allo 06- 36718444 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9,30 alle 13,30); per raccogliere le segnalazioni dei pazienti che vedono rifiutarsi la prescrizione di prestazioni necessarie e appropriate, magari con l’invito a rivolgersi al privato».