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Maqui: il super berry di lunga vita

Ricco di antiossidanti, il maqui è un piccolo tesoro della Patagonia utile per le cellule e per tutto l’organismo



Se scopri un frutto rosso, anzi un super berry, che resiste alle intemperie dei suoi luoghi d’origine perché ricco di sostanze protettive e lo cataloghi fra le bacche più interessanti di “lungavita”, ci sarà un perché? È la storia affascinante, anzi il segreto, dei polifenoli che la scienza sta valutando come molto interessanti per le nostre cellule e per il benessere dell’organismo.  

Pensare ad una terra come la Patagonia evoca un viaggio che ha il sapore dell’avventura, ma pochi magari sanno che può avere anche il sapore della salute, racchiuso in una piccola parola, anzi frutto: maqui. Breve ed evocativa ma potente così come è, questa bacca - della famiglia dei frutti rossi - il maqui, cresce proprio in Patagonia, terra di confine dove la natura è selvaggia e il meteo mette a dura prova chi vi abita e la vegetazione stessa.


Questo super mirtillo rigorosamente selvaggio (se coltivato perderebbe le sue caratteristiche!), è una pianta sempreverde che cresce spontaneamente e si caratterizza per il colore blu intenso dotato di un potere straordinario. Ricchissimo di polifenoli, ormai classici antiossidanti, il maqui si protegge dalla natura aggressiva in una sorta di auto difesa, e la sua polpa così preziosa è un vero e proprio concentrato di delfinidine idrosolubili (la migliore categoria di polifenoli), facilmente assorbibili dal nostro intestino.

Come possiamo usufruire dei benefici di questa bacca? Essendo difficile reperirla sul posto, possiamo assumerla attraverso un integratore funzionale che si basa sull’estratto del maqui in versione purissima e che con la sua alta concentrazione di polifenoli è dimostrato abbia una duplice azione antinfiammatoria e antiossidante. L’infiammazione silente del nostro organismo è infatti quella più pericolosa perché non sempre evidente, e i polifenoli si sono rivelati utili proprio in questo senso assieme ai radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento.


«I polifenoli rappresentano il futuro per la gestione della salute, in realtà facevano già parte della dieta dell'uomo primitivo, anche se la scienza li sta riscoprendo ora», commenta Giovanni Scapagnini, neuroscienziato e docente di Nutrizione Umana. «Noi depauperiamo la frutta di queste sostanze perché la sbucciamo, ciò non vale per i berry che ne sono ricchi anche nella polpa e che contengono dei polifenoli particolari».