Lo zucchero non ha proprietà nutrizionali ed è considerato dannoso per la salute (fa ingrassare e causa altri disturbi) e per la bellezza. «Un eccesso di glucosio e fruttosio nel sangue provoca la glicazione, processo fisiologico che è tra le principali cause d’invecchiamento», spiega la dermatologa Magda Belmontesi. «In pratica: lo zucchero trasportato nel sangue reagisce con il collagene e l’elastina (le fibre del derma che danno sostegno alla pelle e fungono da impalcatura), alterandone la struttura. Per la precisione, queste fibre si “caramellizzano”, diventando più rigide e fragili. Di conseguenza, la pelle perde progressivamente elasticità e tono e si accelera l'invecchiamento».
Come contrastare questo processo? «È molto utile scegliere creme con proprietà antiglicazione, cioè con principi attivi come la carnosina, che agiscono da “esca” per lo zucchero, impedendogli di danneggiare le fibre del derma», spiega la dermatologa. Non solo. Invece di mangiare lo zucchero (che a tavola va limitato il più possibile), “spalmalo” sul viso. Ovvero cerca in profumeria prodotti che lo contengano. Quando viene usato sulla pelle, infatti, lo zucchero è un valido alleato della bellezza. Quello di canna o il miele sono fonti di sali minerali (quali potassio e magnesio) e vitamine antiossidanti, perciò sono efficaci per contrastare i segni del tempo. «Il miele è ingrediente di tantissimi cosmetici. Per esempio, aiuta a ristrutturare le labbra screpolate e ha proprietà umettanti, cioè trattiene l’acqua superficiale, favorendo l’idratazione», spiega l’esperta. Altri zuccheri “cosmetici” molto efficaci sono il trealosio e il ramnosio. Il primo, estratto da microrganismi viventi nei deserti, abituati a sopravvivere alla lunga carenza d’acqua perché capaci di immagazzinarla nelle cellule, è presente in molti prodotti antisecchezza: protegge dalla disidratazione, dall’esposizione ai raggi solari e dall’invecchiamento. Il ramnosio, invece, è uno zucchero estratto dall’uncaria, arbusto della foresta amazzonica, che, come si è scoperto di recente, è in grado di moltiplicare, riparare e proteggere i fibroblasti, le “cellule” che producono elastina e collagene e le cui funzioni si alterano con il passare del tempo.
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