Irritazioni, arrossamenti, prurito: in estate può capitare di fare i conti con questi fastidiosi disturbi. La causa? A volte, anche l’assunzione di alcuni tipi di medicinali che sotto al sole possono scatenare reazioni poco piacevoli.
«I responsabili non sono in questo caso i raggi UVB ovvero quelli che determinano scottature e malattie della pelle, ma quelli UVA», spiega il dottor Giorgio Serino, immunologo dell’IRCCS Policlinico San Donato e della Casa di Cura La Madonnina. «Alcuni farmaci, soprattutto di tipo orale, quindi presi per bocca, vengono assorbiti dall’intestino ma una volta giunti a livello cutaneo si combinano con alcune proteine presenti nelle cellule della pelle, scatenando delle reazioni di tipo fototossico».
Non solo. In alcuni casi, il binomio farmaci e sole può scatenare anche reazioni fotoallergiche. «Si tratta di un meccanismo diverso che si verifica in questo caso solo in soggetti predisposti, quindi in persone che hanno già una storia di allergia, per esempio al polline o che soffrono di asma allergico. In questi casi i raggi solari favoriscono appunto una reazione allergica al farmaco», precisa il dottor Serino.
Farmaci e sole: i sintomi delle reazioni scatenate
I sintomi tipici delle reazioni fototossiche e fotoallergiche? «Si tratta di manifestazioni simili, in particolare eritema che si presenta, in caso di reazione fototossica, esclusivamente nelle zone esposte alla luce del sole, mentre nelle forme di tipo allergico anche in quelle che sono rimaste coperte. L’eritema è spesso accompagnato da un prurito molto intenso che può poi evolvere, in caso di reazione allergica, anche in manifestazioni simili a quelle dell’orticaria con la comparsa di pomfi diffusi».
Può bastare un’unica assunzione di farmaci a scatenare i disturbi? «Anche se i sintomi sono simili, la differenza sostanziale tra la forma tossica e quella allergica è proprio questa: nelle forme allergiche può bastare un unico contatto con il farmaco a scatenare una reattività da parte dell’organismo, in quelle tossiche invece i sintomi si manifestano dopo più giorni di esposizione al sole e più giorni di assunzione del farmaco», chiarisce l'esperto.
Esposizione al sole, i medicinali a cui fare attenzione
I medicinali a cui prestare attenzione sono per lo più gli antibiotici, «in particolare le tetracicline, un gruppo di antibiotici utilizzato per trattare diverse infezioni batteriche e che ha proprio la caratteristica di dare spesso e a qualunque età fotosensibilizzazione. È bene sapere che questi antibiotici possono lasciare nelle zone che hanno preso il sole, come ad esempio il viso, delle macchie pigmentate che possono permanere anche per mesi».
L’altra classe di farmaci a cui prestare attenzione sono i classici antinfiammatori, come quelli che si utilizzano normalmente per i dolori articolari, come ad esempio l’ibuprofene, e poi i cortisonici.
Come limitare i rischi
Per evitare reazioni fotosensibili, quali regole è bene rispettare? «La cosa più saggia, quando si assumono quei farmaci, soprattutto nel caso in cui si debba seguire una terapia che dura pochi giorni, è evitare l’esposizione al sole, poiché la sensibilità può essere improvvisa e la reazione allergica manifestarsi senza segnali preliminari», suggerisce l’immunologo. «Se proprio non si vuole rinunciare al sole, è fondamentale proteggersi con un fattore SPF molto alto, come un 50+, indossare un cappello a tesa larga ed evitare le ore centrali della giornata».
Qualunque farmaco si assuma, prima di andare in spiaggia, è bene quindi dare un’occhiata al foglietto illustrativo in cui sono riportati gli eventuali rischi di fotosensibilizzazione. «E una volta terminata la terapia, meglio aspettare almeno 48 ore prima di tornare ad esporsi al sole, così da dare il tempo all’organismo di eliminare il farmaco».
Attenzione anche alle pomate
I rischi maggiori riguardano i medicinali che si assumono per bocca ma qualche attenzione va riservata anche all’applicazione di pomate e creme. «Soprattutto quelle a base di cortisonici e antistaminici», spiega il dottor Serino. «Questi farmaci, applicati a livello cutaneo, possono scatenare delle vere e proprie sensibilizzazioni di tipo tossico. Il consiglio quindi è di applicarli solo alla sera, lasciandoli agire durante la notte e facendo poi una doccia il mattino seguente prima di tornare a esporsi al sole».
Farmaci e sole: attenzione alla corretta conservazione
Se le reazioni fotosensibili interessano solo alcuni tipi di farmaci, è bene comunque tenere presente che caldo e medicinali non vanno d’accordo, motivo per cui in estate è fondamentale adottare qualche accorgimento in più per conservarli ed assumerli correttamente.
Alcuni consigli pratici in merito sono forniti dall'AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco:
- Rispettare la temperatura. Innanzitutto è importante verificare attentamente sul Foglio Illustrativo la giusta temperatura di conservazione. Se non sono specificate particolari condizioni, i farmaci vanno conservati in ambienti freschi e asciutti a una temperatura inferiore a 25 °C. In viaggio è buona norma dotarsi di borse refrigerate che possano mantenere una temperatura adeguata per tutta la durata del tragitto. In auto è bene tenere presente che l’abitacolo è più fresco del portabagagli.
- In aereo meglio portare i farmaci salvavita nel bagaglio a mano insieme alle prescrizioni. Ricordando che i liquidi di volume non superiore a 100 ml possono essere trasportati nel bagaglio a mano e devono essere inseriti in buste trasparenti, mentre per compresse e capsule non ci sono restrizioni.
- Alcuni farmaci necessitano di particolari condizioni di conservazione. L’insulina, ad esempio, deve essere conservata in frigo a una temperatura controllata compresa tra 2 e 8 °C. Anche i farmaci per la tiroide, i contraccettivi e altri medicinali a base ormonale sono particolarmente sensibili alle variazioni termiche. È bene evitare, in ogni caso, di esporli a fonti di calore e a irradiazione solare diretta.
- Occhio all’aspetto. Se l’aspetto del farmaco che si assume abitualmente sembra diverso o presenta difetti come un colore o un odore anomalo o una differente consistenza, consultare il medico o il farmacista prima di assumerlo. Questi cambiamenti non sempre sono indice di un deterioramento del medicinale ma è bene informarsi.
- Preferire le formulazioni solide. Quando possibile, in estate l’utilizzo di formulazioni solide come le compresse è da preferire alle formulazioni liquide, poiché meno sensibili alle alte temperature.
- Portare con sé le confezioni originali. Un errore comune durante la preparazione dei bagagli è quello di mettere farmaci diversi nello stesso contenitore per risparmiare spazio. Tuttavia, questo può comportare una difficoltà nel riconoscere i medicinali, con il rischio poi di fare confusione con le scadenze, le avvertenze o i dosaggi. È bene tenere presente inoltre che blister e scatole riparano i farmaci da luce e umidità, al contrario dei portapillole o di contenitori non esplicitamente destinati al trasporto di medicinali. Questi potrebbero facilmente surriscaldarsi e alterarli. Nel caso fosse poi necessario acquistare un farmaco, la confezione originale che riporta la composizione potrà essere d’ausilio a dialogare con medici e farmacisti del luogo.
Per non dimenticarsi di assumere i medicinali nei giusti orari quando si è in vacanza, infine, può essere utile scaricare l’App “AIFAmedicinali” (disponibile per cellulari Android e iOS), che consente di creare il proprio armadietto farmaceutico con l’attivazione di alert per ricordare quando assumerli o per segnalare se sono previste carenze in farmacia.
Altre info utili su come conservare e assumere correttamente i farmaci in estate, sono disponibili nella puntata dedicata del podcast di AIFA.
Fai la tua domanda ai nostri esperti