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Prevenzione cardiovascolare: metti in scacco il colesterolo “cattivo”

In tempi di Covid-19 è importante non trascurare la salute del cuore… La campagna “Il cuore conta su di te – Fai la mossa giusta” di Fondazione Italiana per il Cuore e Amgen, rivolta soprattutto a chi ha già avuto un infarto o un ictus, invita a stili di vita sani e alla continuità terapeutica, ora più che mai

di Il cuore conta su di te


L'emergenza Covid-19 non deve far perdere di vista la salute del proprio cuore. Tanto più se già si è stati colpiti da infarto, ictus o altri eventi cardiovascolari. Per questo scende in campo la campagna "Il cuore conta su di te - Fai la mossa giusta", promossa da Fondazione Italiana per il Cuore, membro dello European Heart Network e della World Heart Federation, in collaborazione con Amgen Italia, azienda leader nelle biotecnologie farmaceutiche.

La mossa giusta da fare ora? Tenere sotto controllo i parametri legati ai fattori di rischio del cuore, primo fra tutti il colesterolo "cattivo" (colesterolo LDL), e non sottovalutare sintomatologie sospette per paura di essere contagiati in ambito ospedaliero. L'immagine della campagna, non a caso, rappresenta un uomo e una bambina intenti a giocare a scacchi. «Una cattiva mossa può rovinarne quaranta ben giocate», diceva il maestro di scacchi Al Horowitz. Questo monito vale anche nel caso della prevenzione cardiovascolare, ancora di più per chi ha già avuto un infarto o un ictus, quando il rischio di uno scacco matto è da evitare ad ogni costo.


Terapie e controlli in caduta libera in epoca Covid-19

Il Covid-19 ha avuto e sta continuando ad avere ripercussioni molto negative sullo stato di salute dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari.

La Società Italiana di Cardiologia a marzo 2020, nel periodo del lockdown nazionale, ha evidenziato una riduzione di circa il 50% delle ospedalizzazioni per sindromi coronariche acute. Nel caso dell'infarto il calo è stato del 26,5%, contribuendo a un aumento significativo della mortalità, che è arrivata al 14%, triplicata rispetto al 2019.

«Si tratta di un'emergenza nell'emergenza e per questo riteniamo che la campagna da noi promossa insieme ad Amgen abbia in questo periodo ancora più valore», commenta Emanuela Folco, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore. «Dopo le cure ospedaliere, è fondamentale che il paziente sia reso consapevole che la sua condizione è cambiata, che una volta a casa dovrà saper convivere con una malattia cronica che richiede terapie continuative e in alcuni casi limitazioni rispetto allo stile di vita passato. Lanciando il messaggio "Il cuore conta su di te" la nostra associazione si propone allora di sostenere questo percorso di accettazione, aiutando il paziente a fare sempre la mossa giusta in termini di prevenzione secondaria dopo un importante problema cardiovascolare, specie per quanto riguarda l'ipercolesterolemia».


Prevenzione secondaria: fari puntati sul colesterolo LDL

Le malattie cardiovascolari non vanno mai prese sotto gamba. In Italia sono purtroppo le patologie più diffuse: colpiscono circa 5,5 milioni di persone, poco meno di una persona su dieci. Sono la prima causa di ricovero ospedaliero, con circa 1 milione di casi (il 14% del totale) per infarto, ictus o altre forme di ischemia. E sono ancora, nettamente, la principale causa di morte: rappresentano quasi il 36% di tutti i decessi.

Ecco che quindi diventa fondamentale, anche in tempi di pandemia, pensare alla prevenzione. È necessario prestare la massima attenzione per evitare di contrarre il virus, sì, ma non si deve rinunciare ad andare in ospedale se esistono segnali che possono far pensare a un attacco cardiaco, chiamando i numeri di emergenza 112 o 118.

La prevenzione secondaria, poi, parte dall'avere stili di vita sani: aiuterà a ridurre il rischio di incorrere in un secondo evento cardiovascolare. «È fondamentale che i pazienti che hanno già subìto un evento cardiovascolare siano sempre sollecitati e aiutati a mantenere un livello di attenzione adeguato sui corretti stili di vita da seguire», raccomanda il professor Furio Colivicchi, presidente eletto dell'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri e direttore del reparto di Cardiologia dell'Ospedale San Filippo Neri di Roma.

Prima regola da osservare? Tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue. Poi, altri due perni del decalogo delle dieci buone abitudini: seguire fedelmente la terapia prescritta dal medico e non interrompere la terapia di propria iniziativa. «Bisogna porre l'accento sul controllo del colesterolo LDL, - prosegue Colivicchi - che è da considerare non un fattore di rischio, ma la causa stessa della malattia, perché responsabile del meccanismo che porta all'ostruzione delle arterie e quindi all'infarto».


L'importanza della continuità terapeutica

Il controllo dei livelli di colesterolo LDL nel sangue, da mantenere al di sotto dei valori raccomandati, è il centro sia della prevenzione secondaria sia dell'intervento terapeutico. Non è così scontato, però, rendere consapevoli della loro nuova situazione i pazienti cardiopatici, che hanno già avuto un infarto, un ictus o un'altra problematica ischemica, come fa notare Pasquale Perrone Filardi, Ordinario di Cardiologia alla Federico II di Napoli e presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia: «Paradossalmente, il principale problema da affrontare nella terapia è proprio la bassa aderenza alla stessa, specie da parte dei soggetti ad alto rischio. Per loro, non seguire una cura contro l'ipercolesterolemia è sempre una mossa sbagliata, aggravata dal fatto che le opportunità terapeutiche sono oggi potenziate da terapie ipolipemizzanti innovative, che hanno dimostrato di avere un'ottima efficacia nel ridurre i livelli di colesterolo LDL (arrivando anche oltre il 50%) e un eccellente profilo di tollerabilità e sicurezza».

Sul sito della campagna "Il cuore conta su di te - Fai la mossa giusta" (www.ilcuorecontasudite.it) è anche possibile partecipare ad un test per conoscere la bontà o meno dei propri stili di vita e del proprio rapporto con la terapia.

«Come azienda impegnata nella ricerca di cure di ultima generazione per il trattamento delle patologie cardiovascolari, sappiamo come la terapia da sola non sia sufficiente, ma sia fondamentale rendere il paziente consapevole della sua nuova condizione», sottolinea Maria Luce Vegna, direttore medico di Amgen Italia. «Una consapevolezza che si deve tradurre in uno stile di vita sano, in una conoscenza dei sintomi, per non sottovalutarli, e dei fattori di rischio, come il colesterolo, che in chi ha già avuto un infarto, devono essere tenuti sotto controllo. Mettere il paziente e i suoi bisogni al centro del nostro agire è per Amgen la mossa vincente, l'unica per dare scacco matto alle malattie cardiovascolari».


I contenuti di questo post sono stati prodotti integralmente da Il cuore conta su di te.
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