Degrado dell’ambiente, che può essere dovuto all’azione umana, a sostanze chimiche, scarti industriali, esalazioni nocive, oppure a contaminazioni insalubri dell’ambiente a opera di microrganismi patogeni.
Tipi di inquinamento
L’inquinamento assume diverse forme, distinte in base alla loro origine.
Inquinamento di origine agricola È dovuto essenzialmente all’impiego di pesticidi (insetticidi, erbicidi, fungicidi e così via) e fertilizzanti azotati. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “un’eccessiva esposizione ai pesticidi [...] causa la morte di molte migliaia di persone ogni anno”. Queste sostanze contribuiscono inoltre alla distruzione della flora e della fauna. L’azoto, trasformato in nitrati (fertilizzanti), favorisce la crescita delle piante, ma provoca l’inquinamento dell’acqua di ruscellamento e delle falde freatiche. La presenza di nitrati in eccesso nell’acqua potabile può incidere negativamente sull’ossigenazione del sangue, per trasformazione dell’emoglobina in metemoglobina (metemoglobinemia), fonte di complicanze nel lattante, soprattutto quando la qualità batteriologica dell’acqua è scarsa (riduzione dei nitrati in nitriti). Infine, la trasformazione nell’organismo dei nitrati in nitrosamine può provocare forme di cancro del tubo digerente.
Inquinamento atmosferico Di origine industriale, può danneggiare l’ambiente attraverso la combustione delle risorse energetiche di natura fossile (vari tipi di carbone, petrolio, gas naturale), in ambito domestico e industriale e nel settore dei trasporti, a causa dell’immissione nell’aria di particelle di carbonio, biossido di zolfo, ossido di azoto, destinate a trasformarsi negli acidi solforico e nitrico. Esiste, del resto, anche una forma di inquinamento imputabile alla trasformazione, in presenza di idrocarburi e per azione dei raggi ultravioletti del sole, degli ossidi di azoto emessi dai motori a scoppio alimentati a benzina in ozono e derivati organici ossidanti. I processi inquinanti sono inoltre legati all’emissione di metalli (cadmio, ferro, mercurio, piombo) e metalloidi come l’arsenico. L’inquinamento atmosferico è all’origine di diversi fenomeni: piogge acide ed eccesso di ozono nella troposfera, conseguenza dell’effetto serra (imputabile all’aumento dei livelli di ossido di carbonio, metano, protossido di azoto, ozono troposferico, clorofluorocarburi) e buco dell’ozono nella stratosfera, per effetto dei clorofluorocarburi (utilizzati nei frigoriferi o nei propellenti per aerosol), dei solventi e delle materie plastiche espanse.
Inquinamento dei mari Si verifica durante il trasporto di prodotti petroliferi per via marittima e dà luogo al fenomeno delle maree nere, che hanno conseguenze catastrofiche per la flora e la fauna marine.
Inquinamento di natura radioattiva Può essere conseguenza di incidenti nucleari, come quello verificatosi a Chernobyl (Ucraina) nel 1986, o di una cattiva gestione delle scorie nucleari. I prodotti radioattivi possono causare due tipi di danni. Gli effetti cosiddetti deterministici, che compaiono solo in presenza di una massiccia dose di radiazioni, si manifestano in modo inevitabile e assai rapido, con ustioni e con la morte del soggetto irradiato. Al contrario, gli effetti cosiddetti probabilistici sono solo eventuali (il rischio che si manifestino è basso) e insorgono tardivamente (a vari anni di distanza dall’esposizione): si tratta in particolare di neoplasie maligne (leucemia, cancro della tiroide).
Inquinamento di origine biologica È provocato dallo smaltimento, da parte di ospedali e industrie, di microrganismi patogeni, che si diffondono nell’aria, nell’acqua destinata all’utilizzo domestico o negli alimenti. Si manifesta con casi isolati di malattia o epidemie. I batteri sono responsabili di intossicazioni alimentari acute (per esempio salmonellosi) o patologie infettive come la listeriosi (o malattia dei legionari), infezione dovuta a un batterio talvolta presente nelle condutture idriche e negli impianti di condizionamento dell’aria.
Inquinamento urbano e industriale Colpisce i polmoni ed è suscettibile di produrre malattie respiratorie croniche, forse di aumentare il rischio di cancro polmonare. L’insorgenza di crisi asmatiche può essere legata a picchi transitori di inquinamento.
Alcuni allergeni presenti negli ambienti domestici e professionali, responsabili di malattie allergiche come la rinite o l’asma, rappresentano un’ulteriore forma di inquinamento: acari della polvere, forfora e deiezioni di animali domestici, sostanze chimiche industriali e così via. La loro identificazione è indispensabile per eradicarli dall’ambiente dei soggetti allergici.