Dei pesticidi, i farmaci usati in agricoltura per evitare malattie alle coltivazioni, si sente parlare spesso, perché gli studi sui potenziali effetti dei residui che restano nei cibi sono frequenti. L’ultimo in ordine di tempo arriva dagli Stati Uniti, Università di Harvard: analizzando pazienti con problemi di fertilità, i ricercatori hanno notato che i residui dei fitofarmaci presenti nella frutta e nella verdura diminuiscono la produzione degli spermatozoi.
Ma se da una parte i dati degli studi instillano dubbi, dall’altra quelli delle autorità rassicurano i consumatori. Quida noi l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) dice, infatti, che i cittadini dell’Unione possono stare tranquilli: dalle ultimi analisi emerge che nel 98,5% dei vegetali che consumiamo i residui dei pesticidi sono sotto i limiti di legge, quindi non pericolosi per la salute, e in alcuni casi non ce ne sono affatto.
Chi ha ragione? E che cosa significa “limite di legge”? È possibile capire quanta chimica finisce nel nostro piatto? Davanti a un’insalata o al desiderio di addentare una bella mela con la buccia è naturale farsi qualche domanda.