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Disabili: l’impegno della Lega del Filo d’Oro

Un’educatrice dell’associazione racconta qual è il suo lavoro con i bambini sordociechi e cosa le dà la forza di svolgerlo

credits: iStock



Ha 12 anni, ed è l’ultimo dei miei bambini, qui nella struttura della Lega del Filo d’Oro di Osimo (AN) dove faccio l’educatrice. Prima di lui, in ventisette anni di attività ne ho incontrati tanti di giovanissimi sordi e ciechi. E ogni volta ho sperimentato daccapo l’impegno di sostenere pluriminorati: oltre a non vedere e non sentire, molti ospiti del centro non camminano, hanno disturbi cognitivi o malattie genetiche rare

51331ACCETTO LE PERSONE PER COME SONO

«All’inizio è stata dura – zero esperienza e senso di impotenza – ma non ho mai pensato di mollare. In fondo, mi sono sempre detta, io non lavoro con i disabili, ma con persone disabili. Che non hanno la voce per farsi sentire, ma hanno il sorriso e il pianto per farsi capire. Mi sono calata nei loro panni, e non ho smesso di cercare carezze, coccole e abbracci per stimolarli a svitare il tappo della bottiglia per bere o a mangiare un biscotto. Per noi sono gesti scontati, per i piccoli ospiti del centro, sono traguardi fenomenali. Io li apprezzo come fossero conquiste da Nobel: è il massimo che mi possono dare, ecco
la loro lezione di vita.


HO IMPARATO A NON ARRENDERMI

No, non è stata una fatica inutile calarmi in un’altra dimensione esistenziale. In un modo di vedere - meglio, di sentire - diverso dal mio. Un mondo che, nella frenesia di oggi, ti regala la capacità di sapere aspettare: ci sono voluti anni (e tanti sforzi) per vedere Marco fare qualche passo da solo. E chi se lo aspettava? Ho capito, però, che lasciarsi sorprendere dalla vita raddoppia le tue energie e la voglia di andare avanti.

L’ho insegnato anche ai miei due figli (26 e 20 anni): non c’è motivo di farsi affondare dagli imprevisti, ogni problema si può superare. Invece di piangersi addosso, si cambia rotta. Il mio lavoro mi ha insegnato a mettermi continuamente in discussione, a essere flessibile: se un percorso di riabilitazione non funziona, se ne prova un altro. Perché i miei piccoli amici meritano tutto l’impegno a non arrendersi mai». 


Alberta Marincioni, 51 anni

Testimonianza raccolta da Antonella Paglicci


COME AIUTARE L'ASSOCIAZIONE

> La Lega del Filo d’Oro è impegnata a fianco dei bambini e adulti sordociechi, per restituire loro una dimensione fatta di dignità e di autonomia. 

> Oggi l’associazione opera in otto Regioni con cinque centri residenziali e tre sedi territoriali. Dal 2006, grazie alle risorse raccolte con il 5x1000, la Lega del Filo d’Oro ha raddoppiato i servizi, potenziando il numero degli educatori e delle sedi, per offrire i propri servizi a più persone.

> Il 5x1000 rappresenta una forma di sostegno per le persone sordocieche. È gratis: basta una firma nella dichiarazione dei redditi. Info: 5x1000.legadelfilodoro.it (I.M.)


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Articolo pubblicato sul n.21 di Starbene in edicola dal 10/05/2016

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