Liti di condominio: il manuale di sopravvivenza

Per evitare discussioni, è bene informarsi sulle regole e adottare l’approccio giusto consigliato dagli esperti



di Ilaria Amato


Una sparatoria scatenata dal filo per stendere, un accol­tellamento per l’acqua che cola dal balcone. Le ultime notizie riportano spesso crimini “di condominio”. E il Ministero della Giustizia dice che, su 5 cause civili, una è relativa a liti tra vicini. «I motivi sembrano futili, ma la rabbia monta», osserva lo psicoterapeuta Vito Quarato. «Il condominio è una comunità in cui ciascuno è respon­sabile del mantenimento della pace. Il segreto è ragio­nare in termini plurali anziché singolari. Se pretendiamo di imporre i nostri bisogni a tutti, lo scontro è inevitabile», interviene Tiziana Fragomeni, mediatrice e autrice di Conflitti-Istruzioni per l’uso. «Occorre ricordare che non siamo in un tribunale, ma in una collettività fatta di anime diverse». Ecco come gestire i rapporti di buon vicinato.

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Se il problema è il rumore
Non ne puoi più della tv che strilla al di là del muro o dei tacchi sul pavimento la notte. Protesti, ma l’unico risul­tato è un’arrabbiatura. «La regola principale è evitare di far montare la rabbia fino all’esa­sperazione», consiglia Vito Quarato. «Ma evita di andare a suonare alla porta in camicia da notte: ti met­teresti in una posizione di inferiorità e non saresti ascol­tata. Aspetta il giorno dopo, vai dal vicino e confrontati per capire se il rumore nasce da una mancanza di rispet­to o da abitudini diverse dalle tue, poi fagli presente gli orari in cui sei a casa e vorresti stare tranquilla, non con un tono di rimprovero». «Proponi una soluzione favore­vole a entrambi: per esempio, se dalle 9 alle 18 sei al lavoro, informalo che in quelle ore è libero di fare rumo­re», aggiunge Tiziana Fragomeni. «Se proprio non fun­ziona, rivolgiti all’amministratore o ai vigili».

I panni stesi
Hai steso il bucato e lo hai trovato coperto di molliche o, peggio, di peli di gatto? «Non insultare il vicino dal balcone: controllati perché, anche se hai ragione, faresti la parte dell’isterica», fa notare Tiziana Fragomeni. «Im­para piuttosto a comunicare il tuo disagio: se si tratta di un episodio isolato non dire nulla, il vicino potrebbe non averlo fatto apposta e metterlo sotto ac­cusa lo indispettirebbe. Se il fatto si ripete, invece, sali e spiega, esordendo con frasi morbide come “Mi spiace doverla disturbare”, e poi comunica la tua difficoltà. Nel caso in cui l’episodio si dovesse verificare di nuovo, raccogli le prove e mostragli il risultato della sua distra­zione, senza attaccare ma facendo presente che per te rifare la lavatrice è un problema di tempo e di costi».

Gli oggetti sui balconi
Il decoro architettonico non si basa su criteri scientifici, ma è una questione soggettiva e per questo spesso nascono discussioni tra condomini. Oggetti del conten­dere: tende da esterni, vasi e armadi sui balconi, sten­dipanni. «In questo caso si scontrano esigenze estetiche e pratiche», sostiene Fragomeni. «Per esempio, il vicino ha la casa piccola e ha l’esigenza di mettere un armadio sul terrazzo. Invece di dirgli “È brutto, toglilo”, osserva le cose dal suo punto di vista e presentagli il pro­blema da una prospettiva concreta: “Capisco che abbia bisogno di spazio, ma se iniziamo tutti a met­tere qualcosa di diverso sul terrazzo, il palazzo perde valore. E fare deprezzare la casa per cui abbiamo fatto tanti sacrifici sarebbe una perdita per tutti”».

L’uso improprio delle parti comuni
C’è un condomino che si ostina a parcheggiare l’auto in cortile creando intralcio e nessuno interviene, forse per ipocrisia o perché quella persona è un po’ prepotente? «Non fare la paladina delle giuste cause e non assumerti rischi a nome della comunità», consiglia Quarato. «In si­tuazioni di questo tipo, sfrutta gli strumenti che ti mette a disposizione la legge e che ti consentono di diffidare, con l’assemblea condominiale o anche indi­vidualmente, la persona che trasgredisce».

Le sanzioni sulla raccolta differenziata
Un vasetto dello yogurt finito nel cassonetto del vetro, ed ecco che scoppia la bagarre tra condomini, perché si deve pagare una multa collettiva per l’inadempienza di un singolo. Come evitarlo? «Andare a rovistare nella spazza­tura ed esporre i trofei nell’androne non è un buon meto­do», sottolinea Quarato. «Alla prossima riunione proponi una strategia alternativa, come per esem­pio chiedere che gli addetti alla spazzatura dello stabile, con un piccolo surplus di spesa, controllino il contenuto dei sacchetti prima che vengano ritirati. visto che in ogni caso devono pagare tutti, almeno il costo sarà ridotto rispetto alle multe».

I bambini in cortile
Secondo l’Associazione nazionale degli amministratori di condominio, il gioco dei piccoli nelle aree comuni è la prima causa di liti in uno stabile. «In questo caso si tratta di trovare un modo di bilanciare due diritti: quello al gioco e quello alla quiete. Qualunque iniziativa tu prenda, fai attenzione a tenerli in considerazione entrambi», ricorda Fragomeni. In pratica? Considera il regolamento, che fissa orari precisi per il silenzio. D’altra parte, di fronte al divieto di usare il pal­lone e correre in bicicletta, puoi fare appello alla Con­venzione Onu dei diritti del fanciullo, che garantisce ai bambini il diritto a dedicarsi ad attività ricreative. Puoi inviare una raccomandata all’amministratore nella quale gli ricordi questa norma.

 Conosci il mediatore?
«Esiste un servizio di mediazione sociale a disposizione dei cittadini, utile a risolvere i conflitti, ma pochi lo conoscono. È gratuito e accessibile a tutti. Si può chiamare ed esporre il problema. Un esperto verrà a casa tua, verificherà l’entità della situazione e cercherà di trovare una soluzione tra le due parti», suggerisce la mediatrice Tiziana Fragomeni. Sul sito del Centro italiano per la promozione della mediazione trovi le strutture che operano sul tuo territorio. Info: cipm.it.

Articolo pubblicato sul n. 26 di Starbene in edicola dal 16/06/2015

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