E’ nata la «Tribù della Dieta Sostenibile»

Solo il 12% degli italiani si fa promotore di una vera «cultura sostenibile», in grado di migliorare anche il sistema alimentare. Oggi l’Associazione Nazionale Dietisti dà alla luce una comunità di pratica professionale che, ampliando i propri orizzonti, comprende anche le politiche alimentari



Oggi non si fa abbastanza per la sostenibilità (*), così l'Associazione Nazionale Dietisti (Andid) , in collaborazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università di Firenze, ha dato vita alla «Tribù della dieta sostenibile» per migliorare il sistema alimentare e sensibilizzare le istituzioni in questa direzione.

Le premesse sono che oggi l’orizzonte professionale del dietista si è allargato all’ambito delle politiche alimentari. Il loro lavoro non può più prescindere dal diritto di tutti ad una alimentazione equilibrata ed equa in tutte le sue fasi, dalla produzione all’accesso e al consumo finale, alla sensibilizzazione ai valori dell’alimentazione tradizionale che spesso i sistemi produttivi e distributivi dell’occidente modernizzato hanno negato.

Come afferma Stefania Vezzosi, membro del direttivo Andid e responsabile del Progetto Sostenibilità, «occorre modificare l’approccio all’alimentazione al fine di soddisfare le esigenze delle attuali generazioni senza danneggiare quelle future, all’interno di un sistema sostenibile capace di offrire un cibo "buono" non solo come nutrimento ma anche come punto strategico di congiunzione tra produzione alimentare e mantenimento degli ecosistemi in buona salute».

Oggi soltanto il 12% della popolazione italiana ha un atteggiamento sostenibile dettato perlopiù da pratiche quotidiane convenienti o imposto da amministrazioni locali. Ma sono azioni limitate alla raccolta differenziata (svolta dagli italiani sempre nel 68,1% dei casi; spesso nel 12,9% dei casi), al consumo di prodotti di stagione (sempre nel 30,9% e spesso nel 45,3%), al risparmio di energia elettrica (sempre nel 37,5% e spesso nel 32,5%).

Ma per essere «reali sostenibili» serve di più. Così è nata la «Tribù dei Sostenibili», un gruppo di professionisti – docenti, allievi e sostenitori – uniti da uno scopo: sensibilizzare le istituzioni per condividere e promuovere il concetto di sostenibilità alimentare. Concetto che implica nutrirsi senza dimenticare che le risorse naturali sono limitate e che vanno conservate per le generazioni future e condivise da tutte le popolazioni del pianeta nel rispetto dei diritti umani, della salute e nella lotta contro la povertà e la fame.

«Oggi, dal punto di vista alimentare e nutrizionale ci troviamo ad affrontare questioni e problematiche interconnesse – spiega Giovanna Cecchetto, presidente Andid – che richiedono un sempre più forte impegno professionale». «Nel corso degli ultimi decenni - prosegue - nel mondo occidentale, i cambiamenti avvenuti nelle politiche agricole, quelli di natura tecnologica, economica e sociale, hanno determinato una profonda trasformazione nel sistema alimentare globale, con conseguenti implicazioni sugli stili di vita e dietetici che hanno da un lato portato all’incremento delle patologie cronico-degenerative e dall’altro a rilevanti effetti ambientali legati all’aumento dei rifiuti, alle sollecitazioni esercitate sul suolo e sulle risorse idriche, a consumi energetici indotti da processi industriali sempre più complessi ed articolati». Per questo è nata la Tribù dei Sostenibili. Così, nel prescrivere la dieta, lo specialista terrà conto di tutti questi fattori ambientali ed economici importanti per noi e per le generazioni future.

* (sostenibilità,sviluppo sostenibile è il progresso tecnologico e industriale compatibile con la difesa dell'ambiente e con una equa distribuzione della ricchezza - dal dizionario Sabatini Coletti).

Il decalogo della dieta sostenibile per mantenersi in forma