Lesione del legamento peroneo-astragalico anteriore
Al Dott. Nicola Eugenio Arena Oggetto: lesione del legamento peroneo-astragalico anteriore. Egregio Dott. Arena ho 48 anni e circa tre mesi fa ho subito una distorsione alla caviglia destra. Inizialmente non avvertivo forti dolori al piede destro ma in seguito il dolore è aumentato. Successivamente, dopo aver eseguito un’ecografia, ho avuto questa diagnosi: “Disomogeneità ed ipoecogeneità del legamento peroneo-astragalico anteriore come per esiti post-distrattivi. Non evidenza di versamento intra-articolare. Tendini peronei nella norma. ………..”. Ad oggi il dolore al piede destro si è fortemente ridotto ma persiste. Potrebbe essere utile a suo parere effettuare sedute di fisioterapia? Cosa mi consiglia? Cordiali salutiLa risposta
Gentile lettore,
certamente le potrà giovare un trattamento fisioterapico. Le consiglio per prima cosa un adeguato esercizio terapeutico, in particolare di rieducazione propriocettiva: sarà il modo per “insegnare” nuovamente alla parte traumatizzata come interpretare i segnali che arrivano dall’appogio al terreno e come eseguire correttamente i comandi per la stazione eretta e la deambulazione. Il corretto funzionamento del sistema sarà importante anche per prevenire eventuali nuove future distorsioni. Inoltre, per il dolore, possono essere applicati mezzi fisici se non vi sono controindicazioni (laserterapia, tekarterapia). Se poi dovesse in questo periodo camminare su terreni sconnessi, potrebbe utilizzare una cavigliera di stabilizzazione, tipo “bendaggio ad otto” di facile reperibilità nelle sanitarie.
Qualora il dolore non passasse, potrà in seguito eseguire una risonanza magnetica completa di “sequenze stir” per escludere che, anche in assenza di fratture, il trauma abbia determinato un edema osseo.
Cordiali saluti.
La risposta
Gentile lettore,
certamente le potrà giovare un trattamento fisioterapico. Le consiglio per prima cosa un adeguato esercizio terapeutico, in particolare di rieducazione propriocettiva: sarà il modo per “insegnare” nuovamente alla parte traumatizzata come interpretare i segnali che arrivano dall’appogio al terreno e come eseguire correttamente i comandi per la stazione eretta e la deambulazione. Il corretto funzionamento del sistema sarà importante anche per prevenire eventuali nuove future distorsioni. Inoltre, per il dolore, possono essere applicati mezzi fisici se non vi sono controindicazioni (laserterapia, tekarterapia). Se poi dovesse in questo periodo camminare su terreni sconnessi, potrebbe utilizzare una cavigliera di stabilizzazione, tipo “bendaggio ad otto” di facile reperibilità nelle sanitarie.
Qualora il dolore non passasse, potrà in seguito eseguire una risonanza magnetica completa di “sequenze stir” per escludere che, anche in assenza di fratture, il trauma abbia determinato un edema osseo.
Cordiali saluti.
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