Prendo il Tadalafil ma ho paura che mi dia dipendenza

Gentilissimo Dr. Galli, volevo un suo parere riguardo la mia situazione attuale e la "terapia" che mi sta facendo fare il mio Andrologo, che mi sta seguendo e del quale ho fiducia essendo un veterano ed aperto medico. Mi trovo in un periodo difficile e particolare della mia vita e mi sono ritrovato improvvisamente nel vortice dell'ansia (anticipatoria) da prestazione, senza aver avuto realmente mai problemi reali di disfunzione erettile e défaillance reale, se no una volta (che poi questa volta ha alimentato ancora di più l'ansia di cui sopra) ma mi è capitata al secondo rapporto sessuale consecutivo avuto (il primo andato benissimo). Vengo al dunque. Per interrompere questo "circolo vizioso" mentale ho deciso di contattare subito il mio Andrologo e di farmi seguire e consigliare e lui mi sta facendo assumere Tadalafil 5mg da prendere a giorni alterni e sono già al 3° mese di assunzione, sempre seguito dal mio andrologo con incontri e visite di controllo mensili. Al 2° mese mi ha aggiunto anche Siler 75 mg da prendere all'occorrenza (che ho usato solo 1 volta) ma solo se ne sento la necessità e nel caso mi voglia "divertire" e godere ancora di più del rapporto sessuale (ho usato testuali parole dette dal mio Andrologo). I miei rapporti in questi mesi in cui mi sta seguendo l'Andrologo sono stati ottimi e MOLTO soddisfacenti e la cosa mi ha rilassato molto. Prima di fare l'ultima visita con il mio Andrologo sono stato una settimana "scoperto" senza assumere il Tadalafil. In questa settimana non mi è capitato di avere rapporti (non ho una partner stabile) ma nella masturbazione mi è capitato di cadere un'altra volta in ansia e quindi non sono riuscito ad avere un ottima erezione e la cosa mi ha rifatto cadere in ansia. Il mio Andrologo mi ha detto che se mi pongo alla masturbazione in modo "esplorativo" concentrandomi sull'erezione e non sul piacere è ovvio che accade questo e mi ha detto di non soffermarmi su questo aspetto che è controproducente. Lui mi sta tranquillizzando e mi dice di pensare positivo ma sono io che non ci riesco.La cosa che mi scoraggia è dipendere psicologicamente da un farmaco ( a soli 39 anni) e medicalizzare la sessualità. Il dottore mi ha tranquillizzato e mi ha detto di non "demonizzare" il farmaco e viverlo con serenità (tanto non ha effetti collaterali) e che prima o poi me ne staccherò. Mi ha detto anche che non c'è pericolo di dipendenza e di assuefazione ma è solo un aiuto psicologico in questo momento particolare in cui mi può aiutare a vivere la sessualità con serenità.Le dico che contemporaneamente sto affrontando anche il problema con uno Psicologo per affrontare questi problemi d'ansia, che riguardano anche altri aspetti della mia vita attuale. Quindi sto affrontando la"problematica a 360° " facendomi seguire da esperti e non lasciando nulla al caso.Lei è d'accordo con l'iter che sta seguendo il mio Andrologo ? Ho paura di creare una dipendenza dal farmaco e un assuefazione e se nel caso con avanzare dell'età mi dovesse poi servire realmente per problemi organici reali che potranno subentrare non mi faccia più effetto. Sono confuso...Non riesco più a godermi la sessualità( soprattuto quando incontro una nuova partner,) come prima (fino a prima del lockdown) in maniera soddisfacente e spensierata e questa cosa mi demoralizza molto. Con il farmaco mi sento "tranquillo" però.Io sto seguendo scrupolosamente il mio Andrologo e curando anche l'aspetto psicologico con uno Psicologo, quindi non sto facendo di testa mia.Lei che ne pensa di questa situazione ? Sto facendo bene? A volte mi vengono dubbi e vorrei girare altri medici, ma poi ho paura di fare "guai" e alimentare in peggio un circolo vizioso. Spero in un suo chiaro parere, come lo è sempre stato, professionale, chiaro e gentile.Attendo con ansia una sua risposta e la ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione.Cordiali saluti.

La risposta

avatar Urologia e Andrologia - Riccardo Galli Dott. Riccardo Galli

Gentile, Sta facendo la cosa giusta. Si dia tempo e continui a dare fiducia ai colleghi.

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