CINETOSI
Con il termine cinetosi si intende un disturbo caratterizzato principalmente da nausea e vomito, tipicamente provocato dal viaggiare su mezzi di trasporto (soprattutto auto, aereo e nave). Questo malessere fu osservato già da Ippocrate più di duemila anni fa; il termine “nausea” deriva dal greco antico naus e ha quindi la stessa origine di parole […]
Con il termine cinetosi si intende un disturbo caratterizzato principalmente da nausea e vomito, tipicamente provocato dal viaggiare su mezzi di trasporto (soprattutto auto, aereo e nave).
Questo malessere fu osservato già da Ippocrate più di duemila anni fa; il termine “nausea” deriva dal greco antico naus e ha quindi la stessa origine di parole come “nautica”, con chiaro riferimento ai mezzi di trasporto acquatici. La cinetosi colpisce gli individui con intensità variabile, ma pressoché tutti ne soffrono se sottoposti a stimoli sufficientemente intensi; gli unici che paiono esserne immuni sono i soggetti che, a causa di particolari malattie, hanno riportato un danno completo e bilaterale del sistema vestibolare, ossia dell’organo, localizzato nell’orecchio interno, che rappresenta il mezzo tramite il quale riusciamo a mantenere l’equilibrio e ci rendiamo conto dei nostri spostamenti.
Le innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo hanno ampliato i mezzi di trasporto a nostra disposizione e quindi anche le situazioni che possono provocare cinetosi: oggi se ne può soffrire, oltre che su auto, navi, aerei e treni, anche su mezzi meno tradizionali quali ottovolanti e giostre di vario genere, simulatori di volo o di assenza di gravità e ambienti di realtà virtuale.
Le cause
La causa della cinetosi e i meccanismi tramite i quali si sviluppa non sono ancora stati chiariti del tutto. Molto probabilmente, il malessere deriva da una discordanza tra le informazioni che giungono al cervello da più sistemi sensoriali, con particolare riferimento a quelle visive e a quelle provenienti dall’apparato vestibolare. È stata in effetti determinata una “soglia” per le oscillazioni lineari e per le vibrazioni verticali, corrispondente a una zona di “incertezza percettiva” in grado di determinare la cinetosi.
La teoria causale, che pare attualmente la più verosimile, è che il disturbo rappresenti un meccanismo di difesa dell’organismo contro tossine sospette; la presenza di discrepanze tra le informazioni visive e quelle vestibolari che giungono al cervello viene infatti interpretata da quest’ultimo come la conseguenza dell’azione di sostanze tossiche presenti nell’organismo; di qui il comando cerebrale che induce il vomito, un po’ come accade quando si ingeriscono sostanze dannose.
Questa ipotesi è sostenuta dal fatto che la cinetosi è ben conservata nella scala evolutiva (ne soffrono persino i pesci, quando vengono trasportati sulla terra in un piccolo acquario), dall’evidenza che i soggetti maggiormente colpiti sono anche quelli più sensibili all’assunzione di tossici e di chemioterapie e dall’osservazione che le donne (deputate a generare la prole e quindi in generale dotate di maggiori sistemi di difesa) ne soffrono più degli uomini.
Secondo un’altra teoria, la cinetosi sarebbe provocata dall’attivazione inappropriata del riflesso vestibolo-cardiovascolare, che determina alterazioni della pressione arteriosa in risposta a movimenti oscillatori. Benché questa teoria presenti molti dati a suo sfavore, la presenza del riflesso vestibolo-cardiovascolare rappresenta un elemento di particolare importanza nella progettazione delle ambulanze: l’attuale impiego di sistemi di sospensioni che compensano le oscillazioni e riducono gli strattonamenti minimizza le alterazioni della pressione arteriosa, ma aumenta il rischio di cinetosi nei pazienti trasportati.
Segni e sintomi
Come già accennato, le manifestazioni caratteristiche del disturbo sono nausea e vomito. Si possono riscontrare anche sensazione di instabilità, alterazioni della posizione corporea (postura) e cefalea.
Un’associazione tra emicrania e cinetosi è stata osservata già molti anni fa e potrebbe essere sostenuta da un circolo vizioso per il quale il mal di testa peggiora la nausea, la quale a sua volta intensifica il dolore facciale.
Al contrario, nei soggetti che non soffrono di emicrania, la cinetosi pare ridurre la sensibilità al dolore.
Non sembrano esistere condizionamenti psicologici della cinetosi, nel senso che l’aspettativa di soffrirne non ne aumenta l’intensità nel momento in cui si viene sottoposti a uno stimolo in grado di provocarla. Tuttavia, uno stato di ansia o la forte paura per un viaggio che si deve compiere possono peggiorarne i sintomi. Un recente studio, infine, non ha individuato alcun carattere della personalità che risultasse correlato con una maggiore propensione a soffrire di questo disturbo.
Terapia e prevenzione. Le strategie non farmacologiche
La terapia della cinetosi è piuttosto banale: basta far cessare lo stimolo che l’ha provocata per avere in genere un sollievo abbastanza rapido. Anche l’atto del vomito riduce spesso, pure se temporaneamente, gli altri sintomi.
Non paiono invece efficaci, in base ad alcuni studi, l’agopuntura e modificazioni specifiche dell’alimentazione (come per esempio assumere una dieta ricca di proteine).
La supplementazione di ossigeno riduce il disturbo nei pazienti trasportati in ambulanza, ma è inefficace nei soggetti diversamente sani.
Terapia e prevenzione. Le strategie farmacologiche
I farmaci rappresentano un metodo ampiamente impiegato per prevenire la cinetosi. Quelli più utilizzati appartengono al gruppo degli antimuscarinici (come la scopolamina), degli antistaminici H1-specifici (come il dimenidrinato) e dei simpaticomimetici (come le amfetamine). Oltre ai principi attivi, è molto importante la via di somministrazione. Il disturbo determina infatti una condizione di assenza di movimenti dello stomaco (stasi gastrica) che riduce l’assorbimento dei farmaci assunti per bocca: ne deriva che questi devono essere ingeriti in anticipo rispetto all’inizio del viaggio. Vie di assunzione più rapide sono quella tramite spray nasale e quella che sfrutta l’assorbimento sublinguale. La somministrazione con cerotti presenta un inizio d’azione lento e ritardato, ma è vantaggiosa per altri motivi; risulta efficace per circa 72 ore, grazie al fatto che nel sangue si creano livelli di farmaco costanti ma relativamente bassi, riducendo così anche gli effetti collaterali dei prodotti impiegati. Anche le formulazioni in gomma da masticare presentano minori effetti indesiderati rispetto a quelle in compresse. [E.G.]