Bruciore mentre si urina, dolore al basso ventre, corse frequenti in bagno per fare magari solo poche gocce di pipì: questi sono i sintomi principali della cistite.
Tra i fattori di rischio figurano la stitichezza e la disidratazione che creano le condizioni favorevoli all'infiammazione alla vescica.
Se si beve poco le urine sono più concentrate aprendo la strada ad un “assembramento” di batteri dannosi. In caso di stipsi, invece, i germi si moltiplicano e, attraverso i vasi linfatici, passano alle vie urinarie, scatenando la cistite.
CAUSE DELLA CISTITE
Tra le cause principali della cistite c’è la risalita verso la vescica di agenti patogeni di origine fecale, vaginale o uretrale. Questi agenti patogeni sono in genere batteri Gram negativi. Nel 70% dei casi ad infettare la vescica è l’Escherichia Coli. Nel 5-20% dei casi, invece, il batterio responsabile è lo Staphilococcus saprophyticus. Nella restante percentuale l'infiammazione dipende dallo Streptococcus faecalis o da altre Enterobacteriaceae come il Proteus o la Klebsiella, identificati solo occasionalmente.
COSA FARE IN CASO DI UN ATTACCO ACUTO
Se compaiono sintomi come dolore, sangue nelle urine e febbre, è necessario l’antibiotico. Prima di iniziare la cura, però, è consigliabile prelevare un campione di pipì e portalo entro sei ore in un laboratorio di analisi per l’urinocoltura, un esame che serve per identificare i batteri responsabili dell’infezione.
Nei tre successivi quindi, il medico potrebbe reputare necessaria l'assunzione di un antibiotico ad ampio spettro: in base all’esito dell’esame poi, si deciderà se continuare ancora per tre giorni con lo stesso farmaco, oppure se passare a un principio attivo più specifico per il batterio risultato responsabile.
IN CASO DI RECIDIVE
Se la cistite è recidivante, spesso viene prescritta una cura a base di dimannosio. Si tratta di una sostanza estratta dalla betulla che ha la capacità di legarsi alle cellule della parete della vescica e di staccare i batteri. Una volta intrappolati dalle molecole del medicinale, i germi vengono eliminati con le urine. La terapia dura un mese e non ha effetti collaterali.
Le quantità giuste sono tra i 2 e i 4 grammi al giorno di dimannosio, che corrispondono a circa 3 bustine della preparazione in polvere, da sciogliere in un bicchierone di acqua.
Si prosegue bevendo molta acqua e cercando di trattenere la pipì per almento un’ora, così da dare la possibilità al principio attivo di svolgere bene la sua azione.
QUANDO I SINTOMI SONO LIEVI
Qualora si accusi solo bruciore e difficoltà a fare pipì, è bene iniziare subito a bere molta acqua, una strategia che aiuta a lavare via i batteri dalle vie urinarie. Per un’azione ancora più efficace, si può aggiungere il succo di mezzo limone ogni 500 ml di acqua naturale.
Di solito il disturbo si risolve e non si ripresenta più se non, magari, a distanza di anni. Attenzione però, perchè se nell’arco di sei ore i sintomi non migliorano, o addirittura peggiorano, è necessario chiamare subito il medico e inizia la cura antibiotica.
PER PREVENIRE LA CISTITE
Studi recenti hanno confermato che la prima causa della cistite è l’alterazione dell'ecostistema intestinale, cioè dei batteri che vivono nell’intestino. In caso di stitichezza oppure di diarrea, infatti, la flora batterica buona diminuisce a favore di quella cattiva. Da qui al loro passaggio nella vescica il passo è breve.
Con queste tre dritte però è possibile prevenire la cistite:
1) Assumere tutte le mattine un probiotico oppure uno yogurt, come preferisci. L’importante è che contenga fermenti vivi.
2) Mangiare ogni giorno almeno una porzione di cereali integrali.
3) Consumare per almeno tre volte alla settimana una verdura della famiglia delle Brassicacee, come cavoli e broccoli: riducono lo stato infiammatorio intestinale, responsabile della vitalità dei batteri cattivi.
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