NeuroGlow, la tendenza beauty che illumina pelle e spirito

Bellezza esteriore e benessere interiore si influenzano a vicenda. È la filosofia che sta alla base di una delle tendenze beauty del 2024. Leggi qui



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Forse avremo notato che la pelle inizia a brillare quando ci innamoriamo oppure ci sentiamo soddisfatti per qualche successo personale. Ormai non è più un segreto neppure per la scienza che il benessere mentale influenza quegli ormoni che, a loro volta, possono farci “risplendere”. E infatti le aziende cosmetiche stanno investendo in prodotti che non considerano solamente l’aspetto esteriore, ma anche i bisogni psicologici. Questo approccio innovativo si chiama NeuroGlow ed è una delle tendenze beauty del 2024, che unisce pelle, mente e spirito.

Ne abbiamo parlato con Paula Gómez De Tejada e Mark Smith, rispettivamente Communications Officer e Direttore Generale di NATRUE, l’associazione internazionale no profit con sede Bruxelles che dal 2007 promuove e tutela l’autentica cosmesi naturale e biologica.

Cosa si intende per NeuroGlow?

«Questo termine fa riferimento a un approccio globale alla bellezza, in cui il benessere mentale e l’aspetto fisico sono interconnessi, enfatizzando una relazione completa tra mente e pelle. In un’epoca dove i consumatori danno priorità al benessere per sentirsi meglio nel corpo e nella mente, il NeuroGlow, o connessione mente-corpo, si pone quest’anno come una delle tendenze chiave particolarmente interessanti per i marchi di bellezza e di cura della persona.

I dati dimostrano che il 70% dei consumatori statunitensi è interessato e disposto a pagare di più per i prodotti di bellezza e per la cura della persona con una qualità che migliora anche l’umore (ad esempio la distensione)».

Come fa un prodotto cosmetico a rispondere anche ai bisogni psicologici, oltre che a quelli della pelle?

«I prodotti cosmetici possono contribuire in vari modi a creare sensazioni positive, benefiche sia per il corpo sia per la mente. Si parte, innanzitutto, da un’attenta selezione degli ingredienti. Ad esempio, gli oli essenziali possono contribuire a rilassare (lavanda), energizzare (agrumi), rinfrescare e migliorare la concentrazione (menta). Gli estratti di canapa e i suoi derivati (come il CBD) o la rodiola rosea e il patchouli, invece, possono avere effetti lenitivi e calmanti, promuovendo il benessere a livello epidermico.

Le fragranze piacevoli possono aiutare a evocare emozioni positive o di distensione, mentre le consistenze ricche, morbide o gelatinose possono regalare comfort e relax o sensazioni di freschezza, contribuendo a una sensazione generale di benessere. L’applicazione stessa del prodotto, magari tramite massaggio, può diventare parte di un rituale di cura di sé, incoraggiando a rallentare e a concentrarsi sul momento presente. Inoltre, una confezione esteticamente gradevole o che presenta messaggi gratificanti può migliorare ulteriormente l’esperienza psicologica dell’uso di quel prodotto».

Quindi, bisogna parlare di neurocosmetici?

«Anche se Neuroglow è il nome della nuova tendenza, sarebbe meglio evitare di usare il termine diretto “neurocosmesi” per diversi motivi. In primo luogo, perché per legge i cosmetici non dovrebbero avere risultati o effetti sistemici diversi da quelli di pulire, profumare, mantenere la pelle in buono stato, proteggerla o modificarne l’aspetto. Il termine “neurocosmetici”, invece, potrebbe far pensare che i cosmetici agiscano a livello neurale o cerebrale, il che esula completamente dalla definizione legale di cosmetico.

Oltre agli aspetti normativi, ci sono poi importanti considerazioni etiche. L’uso del termine “neurocosmesi” potrebbe rischiare di banalizzare gravi problemi di salute mentale, suggerendo che possono essere risolti semplicemente con prodotti cosmetici. Questo non solo può fuorviare i consumatori, ma anche distoglierli da trattamenti medici o psicologici appropriati. Infine, creare aspettative irrealistiche sui potenziali benefici di questi prodotti può portare a delusioni e abusi. Pertanto, è fondamentale che le indicazioni siano comunicate in modo responsabile, evitando una terminologia che possa trarre in inganno o esagerare circa i benefici offerti».

Detto ciò, possono “far bene”…

«Sì, possono svolgere un ruolo positivo nel benessere psico-emotivo grazie alla loro fragranza, alla texture, agli ingredienti specifici, al packaging, al rituale d’uso e ai messaggi. Ma naturalmente dobbiamo essere consapevoli che non possono avere effetti profondi a livello neurologico, per legge».

Quanto è importante la connessione mente-corpo nel campo della bellezza e del benessere generale?

«La connessione mente-corpo riveste un’importanza significativa sia per la bellezza sia per il benessere generale, riflettendo il crescente desiderio dei consumatori non solo di avere un aspetto migliore, ma anche di sentirsi al meglio. Non si aspettano trasformazioni immediate della pelle, ma desiderano miglioramenti visibili e sperimentare sensazioni positive nella loro routine di bellezza quotidiana.

Di conseguenza, stiamo assistendo a una tendenza verso approcci olistici nella cura della pelle, riconoscendo fondamentalmente la correlazione tra benessere mentale e salute fisica, comprese le condizioni dell’epidermide. Questa tendenza sta evidentemente influenzando anche i marchi cosmetici: uno studio di Euromonitor International rivela che il 39% dei professionisti della cosmetica ha dichiarato che la propria azienda intende concentrarsi sulle strategie di comunicazione legate al benessere come parte della propria innovazione».

Su questa scia, pare che la psicodermatologia guadagnerà terreno: di cosa si tratta?

«È un campo interdisciplinare che esplora le interazioni tra la mente e la pelle. Si basa sulla consapevolezza che le condizioni psicologiche e lo stress possono influenzare in modo significativo la salute della pelle e, viceversa, che i problemi dermatologici possono avere un profondo impatto sul benessere psicologico di una persona. Questo nuovo campo di interesse scientifico combina principi e conoscenze di dermatologia, psichiatria e psicologia per offrire un approccio olistico al trattamento delle malattie della pelle.

Nonostante il crescente interesse e alcune prove a sostegno dell’importanza delle interazioni mente-pelle, la psicodermatologia è ancora un campo relativamente giovane e in evoluzione. Sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire le complesse connessioni tra salute mentale e dermatologica e per sviluppare trattamenti sempre più efficaci e personalizzati. Tutti i prodotti destinati alla cura di sé, compresi i cosmetici, potrebbero far parte di routine o rituali che aumentano i sentimenti positivi e migliorano il benessere, e quindi potrebbero essere utilizzati anche nell’ambito della psicodermatologia».

I prodotti di bellezza diventeranno sempre più personalizzati? E l’intelligenza artificiale verrà in aiuto?

«La tendenza alla personalizzazione dei prodotti cosmetici in base alle esigenze e alle preferenze individuali è in aumento. In questo contesto, l’intelligenza artificiale (IA) sta svolgendo un ruolo cruciale nel settore della bellezza, facilitando la rapida analisi di grandi serie di dati. Questa capacità consente all’IA di estrarre informazioni, apprendere modelli e ottenere rapidamente dati interessanti – tra cui il tipo di pelle, le problematiche, i fattori dello stile di vita e l’efficacia dei prodotti – per generare raccomandazioni personalizzate.

L’integrazione dell’IA nei processi di ricerca e innovazione nel settore cosmetico facilita valutazioni, quali la sicurezza degli ingredienti, l’impatto ambientale o i profili di stabilità. Inoltre, influenza il modo in cui questi prodotti vengono venduti, migliorando la personalizzazione e l’esperienza dell’utente.

Alla base della NeuroGlow ci sono anche dei sani stili di vita, è corretto?

«Sì, lo pensiamo anche noi. Abitudini di vita sane come un sonno adeguato, un regolare esercizio fisico, un’alimentazione equilibrata e la gestione dello stress (e talvolta un supporto psicologico professionale, se necessario) sono fondamentali per raggiungere il NeuroGlow, se lo definiamo arbitrariamente come una sorta di equilibrio ottimale tra una pelle radiosa e uno stato di benessere psico-emotivo. Questi fattori dello stile di vita non solo favoriscono il benessere generale, ma contribuiscono anche alla salute e alla luminosità della pelle dall’interno, sostenendo i processi fisiologici del corpo e della pelle».


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