Profumi, le fragranze cult degli ultimi 100 anni
Stacchiamo il biglietto per un viaggio olfattivo-sensoriale tra le fragranze cult degli ultimi 100 anni. La destinazione sono i profumi che verranno. Alla scoperta di un mondo inebriante in continua evoluzione
di Ilaria Perrotta
Il profumo è un biglietto da visita che racconta la propria identità. Ed è un viaggio in una storia centenaria.
Siamo immersi in un’era più fragrante che mai e in cui prendono piede bouquet di ogni sorta, personalizzati, di nicchia e lussuosi, anche tra i giovanissimi. Negli zaini, insieme ai libri, gli studenti americani trasportano eau de toilette per poter ritoccarne la scia in classe.
Per gli adolescenti di oggi è importantissimo infatti circondarsi di un’aura olfattiva, che diventa una firma identitaria imprescindibile. Si tratta del fenomeno, ormai diffuso, conosciuto come “smellmaxxing”. Del resto, come sottolinea la psicologa della moda Paola Pizza, «la fragranza che scegliamo ci avvolge rafforzando il messaggio definito da abiti, accessori e colori. Aiuta gli altri a conoscerci e a ricordarci».
Dunque, non stupisce che, secondo uno studio commissionato dalla banca d’investimento Piper Sandler, la spesa per profumi da parte della Gen Z è aumentata del 26% nell’ultimo anno.
Profumo, essenza di identità
«I profumi rappresentano adesso quello che per decenni sono state borse e scarpe: determinano l’appartenenza a uno status symbol, regalando una sensazione di appagamento e potere. Sui social le fragranze vengono ostentate come trofei mentre spuntano esperti, o presunti tali, pronti a dare consigli», afferma Alessandro Nicolì Cotugno, scrittore, esperto di comunicazione e ideatore di Skincare Routine di Eterea Cosmesi Naturale, diventato best seller del beauty brand. «Sono partito dalla convinzione che un profumo capace di rappresentare, sin dal nome, un distillato dei gesti e sentori che si sprigionano durante un rituale di bellezza, potesse far breccia tra i consumatori contemporanei».
Accordi particolari, di decennio in decennio, caratterizzano, in effetti, le generazioni, trasformandosi in racconti formato boccetta, specchio della società. «L’evoluzione del profumo è intimamente legata a quella dell’umanità. Ogni periodo è caratterizzato da particolari sentori capaci di esprimere sentimenti, desideri, proteste del tempo di appartenenza», spiega Renata Gorreri, blogger esperta di fragranze e docente del corso “Il mondo del profumo e la psicologia olfattiva” (ESR Italia). Interessante, allora, scoprire gli ingredienti che hanno lasciato il segno nell’ultimo secolo. Che il viaggio olfattivo cominci.
Profumi, sinfonie rivoluzionarie dagli anni 20
«La prima svolta nell’ambito della profumeria c’è stata durante la Belle Époque, precisamente nel 1921, con Chanel N°5. Femminile e potente, espressione perfetta del desiderio di emancipazione delle donne. Includeva in dosi massicce le aldeidi, molecole sintetiche che hanno segnato un cambiamento radicale nel settore», sottolinea Gorreri.
«Negli anni 30 e 40, nonostante la crisi economica, i profumi assumono un’aura glamour. Femme di Rochas e Miss Dior di Christian Dior emergono in questo contesto, riflettendo il fascino delle dive di Hollywood, simboli di stile e raffinatezza.
Durante la Guerra Fredda la profumeria, invece, si democratizza grazie al prêt-à-porter, ma è con il movimento hippie degli anni 60 che cambia radicalmente la percezione olfattiva. Il patchouli diventa sinonimo di ribellione e libertà.
Con Opium di Yves Saint Laurent si esplorano note più audaci e sensuali, rompendo con le tradizioni precedenti. Nel decennio successivo i profumi hanno cominciato, poi, a comunicare messaggi sociali: Pour Homme di Gianfranco Ferré rappresenta una nuova mascolinità, mentre Chanel N°19 offre una versione più fresca del classico N°5», racconta Rosa Vaia, Master Perfumer di Vieffe Noselab.
Profumi, opulenza e dolcezza dagli anni 80
Arriviamo così agli esagerati Eighties, «ricordati per l’ostentazione in tutti i campi: denaro, successo, colori, ma anche abiti e make-up. La frase del poeta francese Paul Valéry “Il profumo è il veleno del cuore” diventa il claim del più famoso bouquet dell’epoca, Poison di Christian Dior, un superdosaggio di ingredienti con un effetto esotico e audace», afferma Gorreri.
Vaia ricorda, invece, che «profumi come Angel di Thierry Mugler introducono note gourmand e orientali, riflettendo l’eccesso dell'epoca. Negli anni 90 si ritorna, al contrario, alla purezza e alla semplicità. CK One di Calvin Klein ha rappresentato una nuova era di freschezza attraverso note floreali e marine».
Riprende la blogger: «L’inizio del Terzo millennio coincide con una serie di eventi socialmente destabilizzanti (terrorismo, crisi climatiche ed economiche): così, a fare da netto contraltare a un periodo storico complesso, inizia l’era dei sentori gourmand, dolci, golosi, familiari e rasserenanti».
Originalità e bouquet clean le nuove tendenze
Intanto avanza la profumeria indipendente che sfida le convenzioni del mercato mainstream, portando alla ribalta fragranze uniche. Spiega la Master Perfumer: «Tra 2005 e 2006 diversi brand, come Le Labo Fragrances, Byredo e Juliette has a gun, oltrepassano le tradizioni consolidate della profumeria legata alla moda, proponendo jus che enfatizzano la qualità delle materie prime e l’originalità delle composizioni, a differenza dei marchi tradizionali, più concentrati su immagini aspirazionali. Un altro aspetto distintivo di questo passato più prossimo è l’approccio gender fluid. Molte fragranze superano le distinzioni di genere, contribuendo a una visione più inclusiva».
Arriviamo così al presente e a ciò che verrà. Conclude Vaia: «Una delle tendenze emergenti è ora quella dei bouquet clean per un’esperienza sensoriale discreta e intima, non invadente dell’ambiente circostante. Si tratta di una nuova direzione che riflette il desiderio attuale di maggiore autenticità. Mentre tema sempre più centrale nel settore profumiero è anche la sostenibilità, con l’obiettivo di cercare di ridefinire il rapporto tra bellezza e responsabilità ambientale».
Insomma, per riscrivere le regole olfattive, da sempre, ci vuole naso.
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