Antiemicranico

Farmaco impiegato nel trattamento dell’emicrania, durante una crisi e per evitare le recidive. Gli antiemicranici più importanti sono i derivati estratti dalla segale cornuta (fungo parassita dei cereali) e i b-bloccanti. I primi (diidroergotamina, ergotamina) sono somministrati per via orale oppure per iniezione (alcune preparazioni contengono anche caffeina): sono efficaci durante le crisi, soprattutto se […]



Farmaco impiegato nel trattamento dell’emicrania, durante una crisi e per evitare le recidive. Gli antiemicranici più importanti sono i derivati estratti dalla segale cornuta (fungo parassita dei cereali) e i b-bloccanti. I primi (diidroergotamina, ergotamina) sono somministrati per via orale oppure per iniezione (alcune preparazioni contengono anche caffeina): sono efficaci durante le crisi, soprattutto se somministrati ai primi sintomi, ma la loro assunzione a lungo termine è limitata da un effetto indesiderato grave, l’ergotismo, ossia la diminuzione del calibro delle arterie degli arti inferiori e superiori, che può provocare intorpidimento e dolori i quali, in assenza di trattamento, evolvono verso la cancrena (morte delle cellule tissutali).

Per quanto riguarda i b-bloccanti, invece, alcuni di essi sono indicati ma soltanto come trattamento di base a lungo termine, per evitare recidive troppo frequenti: sono somministrati per via orale e gli eventuali effetti indesiderati sono in genere cardiaci (bradicardia). Tra gli altri antiemicranici, il sumatriptano è un prodotto che stimola alcuni recettori situati sulle cellule dei vasi sanguigni cerebrali. La sua prescrizione è limitata alle manifestazioni di emicrania che hanno resistito ai trattamenti classici. Può essere iniettato o somministrato per via orale. Infine, diverse emicranie benigne sono sensibili agli analgesici comuni (paracetamolo e così via).