Affezione caratterizzata da un deficit di ormoni tiroidei (tiroxina e tri-iodotironina); piuttosto frequente negli adulti di una certa età, colpisce in prevalenza le donne.
Cause
Le cause principali sono tre. Innanzitutto può insorgere un deficit di tessuto tiroideo (per ablazione della ghiandola o, assai di rado, per sua assenza congenita), oppure la ghiandola può divenire improduttiva in seguito a irradiazione del collo; più spesso si tratta di una tiroidite di Hashimoto. In secondo luogo, il tessuto tiroideo normale può non essere sufficientemente stimolato dalla tireostimolina (TSH, ormone ipofisario che promuove la secrezione di ormoni tiroidei), a causa di una lesione dell’ipotalamo o dell’ipofisi. Infine, il tessuto tiroideo può non essere abbastanza produttivo per deficit di alimenti iodati, un deficit diffuso in tutto il mondo, o per blocco enzimatico tiroideo (assenza di un enzima che impedisce la produzione di ormoni tiroidei).
Sintomi e segni
Da quando nei Paesi sviluppati si procede allo screening sistematico alla nascita e il deficit tiroideo viene trattato prima che si instauri un ritardo psicomotorio, l’ipotiroidismo del neonato è stato ormai debellato.
Nell’adulto l’ipotiroidismo, o mixedema, si instaura progressivamente: ispessimento della cute del volto e del collo, colorito cereo, palmo delle mani spesso caratterizzato da una sfumatura arancione. La pelle è secca e fredda al tatto (ipotermia all’origine di una certa freddolosità), i capelli sono secchi e tendono a spezzarsi, come pure le sopracciglia, che appaiono rade.
Questi segni si accompagnano ad aumento di peso variabile, stipsi, ispessimento delle mucose responsabile di raucedine e diminuzione della capacità uditiva. L’ipotiroidismo può determinare l’insorgenza del gozzo. Sul piano psichico si manifestano rallentamento intellettivo, disturbi della memoria e, in certi casi, una profonda depressione. Altri segni sono rallentamento del ritmo cardiaco, angina pectoris, anomalie del ciclo mestruale e calo della libido nella donna.
Diagnosi
Si basa sulla diminuzione dei livelli ematici di tiroxina e tri-iodotironina. Per contro, i livelli di tireostimolina risultano molto elevati (tranne che nei casi di origine ipofisaria).
Si osservano inoltre un rialzo della colesterolemia e, spesso, anemia (diminuzione della quantità di emoglobina nel sangue).
Trattamento
Il trattamento sostitutivo con L-tiroxina, somministrata oralmente, va proseguito per tutta la vita. Nell’anziano questo va instaurato partendo da dosi bassissime, da aumentarsi in modo molto graduale e sotto monitoraggio cardiaco, per il rischio di scatenare insufficienza coronarica.