Fertilità: conoscere oggi per scegliere domani
Piano B(aby) è la campagna di sensibilizzazione di IBSA Italy che porta il tema della fertilità tra i giovani. Attraverso contenuti digitali e un ebook gratuito, l’iniziativa offre strumenti chiari, accessibili e scientificamente affidabili per conoscere il proprio corpo, capire come preservare la salute riproduttiva e fare scelte consapevoli per il futuro

Per molti giovani adulti, pianificare la possibilità di diventare genitori può sembrare un pensiero lontano, quasi astratto. Tra studio, lavoro, instabilità economica e la ricerca di un’identità personale, le energie e l’attenzione sono spesso assorbite altrove, lasciando poco spazio a riflessioni sul futuro riproduttivo. Eppure, è proprio in questa fase della vita che si gettano le basi della fertilità di domani. Conoscere il proprio corpo, comprendere quali fattori possono influenzare la capacità di concepire e conoscere i limiti biologici è un vero atto di prevenzione.
Parlarne per tempo non significa anticipare scelte che non si è pronti a compiere, ma costruire consapevolezza. Significa arrivare, un giorno, a decisioni libere e informate, senza dover scoprire troppo tardi che qualcosa avrebbe potuto essere prevenuto o corretto. È da questa visione che nasce Piano B(aby), la campagna di sensibilizzazione di IBSA Italy dedicata ai giovani, che mette l’informazione al centro come primo alleato della salute riproduttiva.
Nascite in calo e fertilità in difficoltà
Il quadro demografico italiano degli ultimi anni è preoccupante: nel 2024 sono nati appena 370.000 bambini, il numero più basso mai registrato, con un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, l’età media al momento del parto continua a salire e ha raggiunto i 32,6 anni, segno di una genitorialità sempre più rinviata.
Questa tendenza si intreccia con un dato altrettanto significativo: una coppia su sei incontra difficoltà di concepimento nel corso della vita. Secondo l’OMS, il 17,5% della popolazione adulta mondiale soffre di infertilità e in Italia il problema riguarda circa il 15% delle coppie, con cause femminili, maschili o miste. Età, stili di vita, patologie, interventi chirurgici, infezioni pregresse e fattori ambientali possono incidere profondamente sulla salute riproduttiva, spesso senza dare segnali evidenti.
Proprio per aumentare consapevolezza tra i più giovani, Piano B(aby) porta il tema della fertilità nel linguaggio dei ragazzi. Il claim, “Decidi domani, ma informati oggi sulla tua fertilità”, sintetizza l’obiettivo: aprire un dialogo chiaro, autentico e privo di tabù, offrendo strumenti scientificamente affidabili.
Per raggiungere la generazione under 30, la campagna ha coinvolto il creator Federico Assini, che con interviste e domande spontanee ha raccolto dubbi, curiosità e preoccupazioni reali dei giovani. La campagna propone contenuti digitali, video, materiali informativi e un ebook gratuito che spiega in modo semplice come funziona la fertilità e come preservarla, invitando a non rimandare la conoscenza di sé e a fare scelte davvero libere.
Fertilità femminile: perché il tempo conta
La fertilità femminile dipende principalmente dalla riserva ovarica, ovvero dalla quantità di ovociti (le cellule uovo che possono svilupparsi in un embrione) disponibili in un determinato momento della vita. Gli ovociti sono cellule particolari: non si rigenerano e il loro numero è definito alla nascita, diminuendo costantemente nel corso degli anni, sia in termini di quantità sia di qualità.
Alla pubertà ne restano circa 300-400 mila e, da quel momento, la riduzione prosegue in modo naturale e irreversibile, indipendentemente da gravidanze, allattamento o contraccettivi ormonali. Per questo motivo la fertilità raggiunge il suo picco tra i 20 e i 30 anni, mentre dopo i 35-37 anni la qualità degli ovociti cala in modo più evidente, rendendo progressivamente più difficile ottenere una gravidanza.
Oltre all’età, diversi fattori possono influenzare la salute riproduttiva. Tra questi ci sono malattie autoimmuni, predisposizioni genetiche, trattamenti oncologici come chemio o radioterapia, interventi chirurgici ovarici e soprattutto l’endometriosi, una patologia ancora troppo spesso sottovalutata. «Il dolore durante il ciclo, il dolore nei rapporti o sintomi intestinali ricorrenti non sono normali e vanno sempre indagati», spiega la dottoressa Giulia Bertapelle, ginecologa e sessuologa clinica dell’Istituto Bernabeu di Venezia. Anche in assenza di una diagnosi certa, valutare l’uso della pillola può aiutare a controllare la malattia e proteggere la fertilità futura.
Altri fattori che possono ridurre il potenziale riproduttivo includono disfunzioni ovulatorie, squilibri ormonali, problemi alle tube o all’endometrio (come polipi, fibromi o aderenze), infezioni pregresse e stili di vita non salutari, dal sovrappeso al fumo di sigaretta, dall’alcol alle malattie croniche. La fertilità riflette infatti lo stato generale di salute, non solo quello dell’apparato riproduttivo.
Prendersi cura del proprio benessere ginecologico già da giovani è fondamentale. «Una visita ginecologica in adolescenza andrebbe sempre fatta», consiglia la dottoressa Bertapelle. Non si tratta di parlare di maternità futura, ma di individuare tempestivamente eventuali disturbi che potrebbero influire sulla qualità della vita e, più avanti, sulla fertilità.
Per le donne giovani senza sintomi particolari, la prevenzione si basa su controlli regolari e sul monitoraggio del ciclo. Intorno ai 30 anni può essere utile iniziare a informarsi concretamente sul proprio potenziale riproduttivo. Oggi esistono esami semplici e non invasivi, come il dosaggio dell’AMH tramite prelievo del sangue e la conta dei follicoli antrali con ecografia transvaginale. Non sono test predittivi assoluti, ma forniscono indicazioni preziose per pianificare la genitorialità in modo consapevole.
In alcuni casi selezionati, soprattutto tra i 30 e i 35 anni quando si prevede di rimandare la maternità, è possibile valutare anche la crioconservazione degli ovociti. «È una possibilità utile in alcuni scenari, ma non è una garanzia», chiarisce Bertapelle. La tecnica non elimina l’effetto dell’età materna né assicura il successo di una futura gravidanza, ma può offrire un’opzione in più in un percorso personale e familiare sempre più complesso.
Fertilità maschile: un tema poco discusso ma fondamentale
L’infertilità non riguarda soltanto le donne: circa la metà delle difficoltà di concepimento di coppia coinvolge l’uomo. La qualità e la quantità degli spermatozoi possono essere influenzate da diversi fattori, spesso silenziosi, come infiammazioni del tratto riproduttivo, alterazioni genetiche, varicocele (dilatazione delle vene del testicolo che può interferire con la produzione degli spermatozoi), obesità, abuso di alcol, fumo di sigaretta o uso di sostanze anabolizzanti.
«È importante prendersi cura della propria salute riproduttiva e sessuale fin dalla giovane età, perché ciò che conta di più sono gli stili di vita», interviene il professor Alberto Ferlin, ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Padova e direttore della UOC Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Ospedale Università di Padova. «Prima iniziamo a informare i giovani su abitudini sane e comportamenti corretti, meglio funziona la prevenzione». Tra questi rientrano attività fisica, alimentazione equilibrata, limitazione di alcol e fumo, oltre a una sessualità consapevole con protezione dalle infezioni sessualmente trasmissibili.
Molti problemi maschili non producono sintomi evidenti. Per questo motivo la figura dell’andrologo dovrebbe diventare un punto di riferimento naturale, al pari del ginecologo per le donne. «Una prima visita di screening intorno ai 14-15 anni permette di individuare eventuali patologie, come il criptorchidismo (quando i testicoli non scendono correttamente nello scroto alla nascita) o il varicocele, e di fornire indicazioni sugli stili di vita», aggiunge il professor Ferlin. Queste visite aiutano a scoprire problemi già presenti e a intervenire precocemente per proteggere la fertilità futura.
Altre pratiche preventive importanti includono la vaccinazione contro il papilloma virus anche nei ragazzi e l’autopalpazione testicolare, perché il tumore del testicolo, seppur raro, è il più frequente tra i giovani tra i 15 e i 40 anni e non esiste uno screening strutturato.
Quando si presentano condizioni a rischio di infertilità futura, sia per patologie congenite o acquisite – come criptorchidismo non trattato, varicocele grave, infezioni del tratto riproduttivo o malattie sistemiche come diabete e problemi renali – sia per terapie oncologiche, «la preservazione della fertilità maschile, tramite crioconservazione degli spermatozoi, rappresenta un’opzione concreta», spiega Ferlin. «Non va vista come una soluzione da rimandare all’infinito, ma come un “salvadanaio” che tutela la possibilità di diventare genitore in futuro».
L’opzione della Procreazione Medicalmente Assistita
Nonostante l’attenzione e la prevenzione, non sempre il concepimento arriva facilmente. In questi casi la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) rappresenta una risorsa preziosa. Tecniche come inseminazione artificiale e fecondazione in vitro hanno permesso a molte coppie, negli anni, di realizzare il desiderio di diventare genitori.
Si tratta tuttavia di percorsi impegnativi, che richiedono tempo, supporto psicologico ed energie fisiche ed emotive. Conoscere la propria fertilità in anticipo permette di affrontare queste scelte con maggiore serenità, evitando di arrivare a un’età in cui il successo delle tecniche diminuisce naturalmente. La decisione di ricorrere alla PMA, quando necessaria, è sempre personale, ma la conoscenza è ciò che permette di valutarla senza pressioni, con lucidità e consapevolezza.
Un futuro possibile grazie alla conoscenza
Al centro della campagna di IBSA Italy c’è un messaggio semplice ma potente: la fertilità è parte integrante della salute e, come ogni altro aspetto del benessere, merita attenzione, informazione e prevenzione. Parlarne non significa anticipare scelte di vita, ma proteggere la libertà di poterle compiere quando sarà il momento giusto.
Piano B(aby) invita i giovani a non rimandare la conoscenza del proprio corpo, a chiedere informazioni, a confrontarsi con professionisti e a considerare la salute riproduttiva come un vero patrimonio da custodire.
Scegliere il proprio futuro è possibile. E per farlo davvero con consapevolezza e libertà, il primo passo va compiuto oggi: informarsi, capire, prendersi cura di sé. La conoscenza non è solo prevenzione, ma potere: il potere di costruire il domani che si desidera.

