Marco Bianchi: il gusto della felicità in 50 ricette

In un’originale autobiografia Marco Bianchi, food mentor e divulgatore scientifico, racconta la sua trasformazione da “junk food addicted” a seguitissimo divulgatore di alimentazione sana. Lo abbiamo intervistato: ecco che cosa ci ha raccontato



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Che gusto ha per te la felicità? Una pizza, un gelato, la colazione lenta della domenica? Per Marco Bianchi, “chef” della salute e divulgatore scientifico tra i più amati in tv e sui social, non ne ha uno solo. Ma ben 50, quante sono le ricette del suo nuovo libro Il gusto della Felicità (HarperCollins, 19,50 euro). Noi di Starbene l’abbiamo incontrato in anteprima, scoprendo alcuni lati inediti della sua vita privata a tavola.


Il Gusto della Felicità è “un’autobiografia con ricette”: come mai hai deciso di metterti a nudo, scendendo nei dettagli del tuo quotidiano più intimo?
Il giro di boa dei quarant’anni è stato l’occasione per mettere un punto e andare a capo, tirare una riga e voltare pagina. Per fare un bilancio che, nel mio caso, non poteva non incrociare anche il rapporto con il cibo. Ogni nuovo inizio può essere un momento per capire qual è il nostro stato di felicità e cosa fare per meritarcene di più. E poi, visto che sui social mi fanno mille domande sulla mia vita privata (tra cui, sempre, quale sia il mio piatto preferito), ho pensato di tagliare la testa al toro… e metterne cinquanta!


Una scelta da goloso. Ma sul podio che alimento ci va?
Il pomodoro, in tutte le sue forme e i suoi utilizzi: sugo, pizza, friselle. E poi la coppia di ferro “cereali e legumi”: chi resiste a un piatto di pasta e ceci o fagioli, con un goccio di olio extravergine? È come una storia d’amore: sono molto diversi, ma insieme fanno scintille e ci danno tutti gli aminoacidi di cui abbiamo bisogno per formare delle proteine complete. Il loro è un gusto, come quello delle uova con gli asparagi (che mi riportano ogni volta che le cucino all’indimenticabile professor Umberto Veronesi, mio mentore), da me apprezzato con il tempo. E comunque tra i piatti della mia felicità ci sono anche cibi tutt’altro che salutari.


Tu, guru del cibo sano, un “junk food addicted”? Sembra impossibile.
Eccome, invece! Tra le pagine del libro potete scoprire un Marco Bianchi impensabile. Negli anni di scuola, la mia merenda quotidiana era olive ripiene di maionese e patatine al formaggio. Vivevo di pane e salame. E negli anni dell’Università arrotondavo lavorando in un noto fast food, dei cui hamburger, salse e patatine ero golosissimo. Con buona pace del mio girovita. Poi, complici gli studi scientifici e le notti passate in laboratorio a fare test sul colesterolo, ho cominciato a capire i danni del cibo spazzatura sull’organismo. Non ho stravolto la mia alimentazione di colpo, ma i semi erano stati gettati. Dovevano solo fiorire.


Quindi c’è speranza per tutti. Un consiglio per chi ha un amante del cibo spazzatura in famiglia?
Sperimentare le ricette del libro è un ottimo inizio, perché ho riproposto in versione healthy tutti i piatti più goduriosi della mia giovinezza. Il tuo partner o tuo figlio ama gli hamburger? Tentalo con la mia ricetta a base di cereali e legumi. È un fan delle merendine al cioccolato? Prova la mia torta Cioccopere fondente al 70%: diffonde un tale profumo che sarà impossibile non preferirla agli snack. E poi coinvolgilo ai fornelli: cucinare è un atto d’amore e crea una grande intesa.


E per chi invece ha bimbi che proprio non vogliono saperne di broccoli e carote?
Cominciare dal pasto più giocoso di tutti, la merenda. Mostrare loro che alimentarsi in modo sano può essere divertente e molto goloso è la strategia giusta perché si fidino di quello che si porta in tavola anche a pranzo e cena. L’importante è variare: un panino con hummus e crema di avocado un giorno; un altro gallette di riso con cioccolato fondente, un pezzo di focaccia fatta in casa e - perché no? - un gelato, una cioccolata o di nuovo una fetta di Cioccopere.


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Articolo pubblicato sul n. 38 di Starbene in edicola dal 3 settembre 2019




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