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Malattie infettive inGravidanza -Infezioni da Chlamydia trachomatis

Malattie infettive inGravidanza Infezioni da Cytomegalovirus Varicella (herpes zoster) Virus dell’influenza Morbillo Parotite Epatite A Epatite B Epatite C Epatite Delta Quinta malattia Herpes genitale Condilomi Listeria monocytogenes Infezioni da Chlamydia trachomatis AIDS in gravidanza e rischio neonatale Micoplasma e Ureoplasma urealyticum Streptococco gruppo B

Tra le infezioni di maggiore interesse neonatologico, per frequenza e
gravità, vi è quella sostenuta dalla Chlamydia trachomatis: si calcola che, solamente in Italia, vi sia circa un milione di soggetti infetti. La trasmissione dell’infezione avviene tramite i rapporti sessuali e, da madre a figlio, nel passaggio del neonato nel canale infetto durante il parto.

Le infezioni neonatali che conseguono alla trasmissione materno-fetale sono principalmente tre: congiuntivite, polmonite e otite. La manifestazione clinica più precoce e più frequente (circa il 50-70% dei casi) dell’infezione è la prima, che insorge tipicamente tra il quinto e il quattordicesimo giorno di vita con la comparsa di secrezioni mucopurulente (pus) agli angoli degli occhi e gonfiore (edema) delle palpebre; se non curata, la congiuntivite diviene cronica procurando cicatrici congiuntivali e opacità corneali. La polmonite si manifesta nel 10-30% dei neonati infettati, e insorge generalmente tra la terza e la dodicesima settimana di vita. L’evoluzione è di solito favorevole, ma se il trattamento non è adeguato il decorso può divenire cronico. L’otite, la meno frequente delle tre forme, solitamente accompagna o segue le altre due.

La diagnosi di infezione da Chlamydia trachomatis si basa sulla ricerca diretta e indiretta del microrganismo, quindi sulla ricerca degli anticorpi specifici. La misura più efficace per ridurre la diffusione dell’infezione neonatale consiste ovviamente nel ridurne il serbatoio. Lo screening di tutte le donne in gravidanza e un adeguato trattamento dei casi risultati positivi è certamente in grado di ridurre l’incidenza dell’infezione neonatale, tuttavia tale prassi è particolarmente impegnativa sul piano tecnico e costosa, per cui di fatto non è stata applicata su vasta scala.

Nell’adulto le infezioni del tratto urinario e genitale, sia maschili sia femminili, nonché le infezioni in gravidanza o in allattamento, si avvalgono della terapia antibiotica. Anche nel neonato i farmaci di prima scelta sono rappresentati dagli antibiotici, sia nel caso di congiuntiviti sia per le polmoniti; la sola terapia antibatterica locale è risultata infatti insufficiente per eradicare l’infezione e non previene le ricadute.

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Dott. Maurizio Hanke

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