Italiani primi contro gli sprechi

A molti potrà sembrare strano, ma in base all’ultimo indice sulla sostenibilità alimentare, l’Italia è al primo posto in Europa per le politiche antispreco a tavola. E questo, più che per i nostri comportamenti, è grazie alla Legge Gadda, entrata in vigore a settembre 2016, approvata proprio per incentivare il riuso e la donazione di cibo e farmaci in eccedenza, mediante semplificazioni burocratiche, sgravi fiscali e bonus per i donatori, che possono essere enti pubblici, aziende e privati. Anche perché i dati sullo spreco a livello mondiale sono più che allarmanti: un terzo della produzione di cibo, oggi finisce nella spazzatura.Ma in Italia, dopo un anno dall’entrata in vigore della legge antispreco, cosa è cambiato concretamente? Le agevolazioni per chi recupera il cibo in eccedenza hanno fatto sì che sia siano create maggiori sinergie tra imprese, istituzioni e associazioni del settore terziario. E a toccare con mano questo processo sono le associazioni da sempre in prima linea, come il Banco Alimentare, una onlus che da quasi 30 anni ritira i cibi ancora consumabili dalla filiera alimentare e li distribuisce a più di 8mila strutture caritatevoli che raggiungono un milione e 800mila persone indigenti. Dal settembre dello scorso anno a oggi, solo a Nord si è registrato un aumento del 20% sui volumi di recupero, grazie alla nuova legge.Uno degli incentivi antispreco delle nuove norme sono gli sconti sulla tasse dei rifiuti per le imprese che donano il cibo che altrimenti butterebbero via. I Comuni sono chiamati a mettere in atto questi processi. Le amministrazioni di Varese e di San Stino di Livenza, in provincia di Venezia, sono stati i primi a vararli, riducendo la Tari sino al 20% ad aziende e commercianti virtuosi.Il vero problema restiamo noi, singoli e famiglie, che buttiamo nella spazzatura ogni anno circa 12 miliardi di euro di alimenti. Una cifra impressionante, pari ai quattro quinti dello spreco totale. Un dato che deve farci riflettere la prossima volta che andremo a fare la spesa e compreremo più di quello che sappiamo già non riusciremo a mangiare prima della scadenza, o la prossima volta che faremo andare a male qualcosa in frigo.