Le malattie autoimmuni

Cosa sono le malattie immuni? Un autogol del nostro organismo: il sistema immunitario, prima difesa contro le minacce esterne come virus, batteri o funghi, scambia per nemici da aggredire alcuni elementi che in realtà fanno parte dell’organismo stesso. Un cortocircuito che colpisce circa il 5% della popolazione dei paesi occidentali, soprattutto le donne. Ma perché avviene tutto questo? Quali sono le cause che scatenano le malattie autoimmuni? Lo chiediamo al professor Mauro Galeazzi, docente di reumatologia all’Università di Siena. Le malattie autoimmuni sono tante, oggi ne conosciamo almeno un'ottantina, di tipi diversi, sebbene le più comuni e diffuse siano molte meno. Ad esempio l’artrite reumatoide, che colpisce le articolazioni, ma può coinvolgere anche polmoni, cuore, arterie e sistema nervoso. Nel mondo riguarda oltre 23 milioni di persone. Soprattutto al risveglio le articolazioni si gonfiano e risultano rigide per almeno un’ora, prima che il problema apparentemente rientri. Molto frequenti anche un senso di spossatezza e un po’ di febbricola. Non esiste un esame specifico per diagnosticare questa malattia, ma di solito si ricorre ad alcuni test del sangue. Come per la maggior parte delle malattie autoimmuni, non esiste una cura totale per l’artrite reumatoide, ma la si può arrestare prima che degeneri, alleviando soprattutto il dolore, che influisce pesantemente sulla qualità della vita sociale e di coppia, oltre che sul lavoro.L’ultima novità è una molecola chiamata baricitinib: diversi studi dimostrano che è particolarmente utile per i pazienti che non ottengono miglioramenti significativi con gli altri farmaci. È più rapido, visto che dà ottimi risultati già a una settimana dall’inizio del trattamento, e più efficace contro il dolore articolare, la rigidità mattutina e il senso di stanchezza. In più, rispetto alle altre molecole che richiedono l’iniezione, si somministra per bocca in un’unica soluzione.Altra malattia autoimmune molto diffusa è il Lupus Eritematoso Sistemico che in Italia colpisce circa 60mila persone, soprattutto donne tra i 15 ed i 45 anni. All’inizio questa patologia può presentarsi nei modi più diversi, ad esempio con una febbre di origine sconosciuta oppure come una pleurite, una nefrite, un’anemia, una pericardite. Ed è quindi facile confonderla con altre malattie. Invece, nella maggior parte dei pazienti con LES conclamato, i sintomi sono di tipo dermatologico: può comparire, ad esempio, un eritema ‘a farfalla’ sulle guance, o anche l’alopecia, o ulcerazioni della mucosa della bocca, del naso o altre lesioni cutanee. Sono però molto frequenti anche i dolori articolari, soprattutto alle mani, ai polsi e alle ginocchia. Spesso succede che il sistema immunitario attacchi per errore anche la tiroide: il risultato è un’infiammazione della ghiandola che ne diminuisce la capacità di produrre una quantità di ormoni tiroidei sufficiente per rispondere al fabbisogno dell’organismo. È la Tiroidite di Hashimoto, dal nome del medico giapponese che la studiò per primo. Più frequente nelle donne, colpisce soprattutto in due momenti della vita: il primo durante l’adolescenza, il secondo in menopausa. Come per tutte le malattie autoimmuni, le cause non sono ancora del tutto chiare. Nella sua fase iniziale, la tiroidite di Hashimoto di solito non dà sintomi. Quando però la patologia avanza, può verificarsi un ingrossamento della ghiandola, il cosiddetto gozzo. Gli altri sintomi sono quelli tipici dell’ipotiroidismo: tra gli altri, aumento di peso, stipsi, alterazioni del ciclo mestruale, senso di spossatezza, cattivo umore, problemi di memoria e scarsa sopportazione del freddo. Per poterla diagnosticare con precisione servono esami del sangue specifici.Il grande vantaggio di oggi, rispetto al passato, è che il medico può però personalizzare la terapie secondo le caratteristiche del malato.