Il tumore della pelle

melanomi, ovvero la forma più temibile di tumore della pelle, sono in netto aumento: l’incidenza, negli ultimi 10 anni, è raddoppiata. Solo l’anno scorso in Italia ne sono stati diagnosticati circa 14 mila nuovi casi e nel 20% le vittime avevano tra 15 e i 39 anni, come ci conferma il professor Paolo Ascierto, presidente della “Fondazione Melanoma” e direttore dell’Unità melanoma e immunoterapia oncologica dell’Istituto dei tumori di Napoli. Al di là di ridurre l’esposizione al sole e ai raggi ultravioletti, oggi la diagnosi precoce è un’arma fondamentale per far evitare che i tumori della pelle degenerino. Proprio in questo campo c’è una nuova metodologia che consente di definire con precisione la natura di un neo sospetto. Si chiama “microspia laser confocale”. Come funziona ce lo spiega il dottor Pier Luca Bencini, dermatologo, direttore scientifico dell’Istituto di chirurgia e laserchirurgia in dermatologia di Milano. Importanti novità riguardano poi gli angiomi rubino: piccoli noduletti rossi, in rilievo sulla pelle, possono avere la forma di una ciliegia e se sfregati possono sanguinare. Ma come si eliminano? Per salvare la pelle occhio anche alle cheratosi attiniche, in continuo aumento, tanto che si stima colpiscano circa il 20-25% della popolazione europea. Che cosa sono ce lo spiega la Dottoressa Magda Belmontesi, dermatologa e docente al Master di medicina estetica dell’Università di Pavia. Oggi  le cure a disposizione per annientare in modo mirato le cellule alterate per fortuna non mancano: gel o creme a base di precisi principi attivi o la terapia fotodinamica. Sulla lesione viene stesa una crema a base specifica che viene poi illuminata o con un luce rossa a led o semplicemente con l’esposizione alla luce solare naturale. Se la lesione è estesa e infiltrante il medico può suggerire invece di rimuoverla chirurgicamente o con il laser. Ma come evitare le cheratosi attiniche? Ad oggi ci sono nuove terapie anche per i melanomi anche nello stadio più avanzato. Se diagnosticato in tempo, infatti, si cura con intervento chirurgico. Più complicato intervenire su quelli che hanno già dato origine a metastasi.