ATC: L01 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE INIETTABILE |
Presenza Lattosio:
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YESCARTA è indicato per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (diffuse large B-cell lymphoma, DLBCL) e linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (primary mediastinal large B-cell lymphoma, PMBCL) refrattari o recidivanti, dopo due o più linee di terapia sistemica.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non sono stati effettuati studi d’interazione con YESCARTA. Vaccini vivi La sicurezza dell’immunizzazione con vaccini virali vivi durante o dopo il trattamento con YESCARTA non è stata studiata. La vaccinazione con vaccini virali vivi non è raccomandata per almeno 6 settimane prima dell’inizio della chemioterapia linfodepletiva, durante il trattamento con YESCARTA e fino alla completa ripresa del sistema immunitario dopo il trattamento con YESCARTA.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
2.1 Descrizione generale YESCARTA (axicabtagene ciloleucel) è un trattamento immunoterapico a base di cellule T autologhe geneticamente modificate in modo da riconoscere l’antigene CD19. Per preparare YESCARTA, le cellule T del paziente vengono prelevate e modificate geneticamente ex vivo mediante trasduzione retrovirale in modo che esprimano un recettore chimerico per l’antigene, detto CAR (chimeric antigen receptor), contenente un frammento variabile a catena singola dell’anticorpo anti-CD19 di origine murina, legato al dominio costimolatorio di CD28 e al dominio di segnalazione di CD3-zeta. Le cellule T CAR-positive anti-CD19 vive vengono moltiplicate e reinfuse nel paziente, dove saranno in grado di riconoscere ed eliminare le cellule che esprimono l’antigene CD19. 2.2 Composizione qualitativa e quantitativa Ogni singola sacca per infusione di YESCARTA, specifica per il paziente, contiene una dispersione di cellule T CAR anti-CD19 in circa 68 mL, per una dose target di 2 x 106 cellule T CAR-positive anti-CD19 vive per kg di peso corporeo (intervallo: 1 x 106 - 2 x 106 cellule/kg), con un massimo di 2 x 108 cellule T CAR anti-CD19. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni sacca di YESCARTA contiene 300 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Devono essere tenute in considerazione le controindicazioni della chemioterapia linfodepletiva.
Posologia
YESCARTA deve essere somministrato in una struttura clinica qualificata. La terapia con YESCARTA deve essere avviata sotto la guida e la supervisione di un operatore sanitario esperto nel trattamento dei tumori maligni ematologici ed istruito nella somministrazione e nella gestione di pazienti trattati con YESCARTA. Prima dell’infusione di YESCARTA devono essere disponibili un minimo di quattro dosi di tocilizumab, da utilizzare in caso di sindrome da rilascio di citochine (cytokine release syndrome, CRS), e dispositivi di emergenza. Posologia YESCARTA è destinato esclusivamente all’uso autologo (vedere paragrafo 4.4). Una singola dose di YESCARTA contiene 2 x 106 cellule T CAR-positive vive per kg di peso corporeo (o un massimo di 2 x 108 cellule T CAR-positive vive per i pazienti con peso ≥ 100 kg) in circa 68 mL di dispersione in una sacca per infusione. La disponibilità di YESCARTA deve essere confermata prima dell’inizio del regime di deplezione linfocitaria. Pre-trattamento (chemioterapia linfodepletiva) • Il 5°, il 4° e il 3° giorno precedenti l’infusione di YESCARTA, il paziente dovrà sottoporsi a un regime di chemioterapia linfodepletiva che prevede l’infusione endovenosa di 500 mg/m² di ciclofosfamide e 30 mg/m² di fludarabina. Pre-medicazione • Si raccomanda di somministrare 500-1.000 mg di paracetamolo per via orale e da 12,5 a 25 mg di difenidramina per via endovenosa oppure orale (o equivalente) circa un’ora prima dell’infusione di YESCARTA. • L’uso profilattico di corticosteroidi sistemici non è raccomandato in quanto potrebbe interferire con l’attività di YESCARTA. Monitoraggio • Nei primi 10 giorni dopo l’infusione, i pazienti devono essere monitorati quotidianamente per identificare segni e sintomi di potenziale CRS, eventi neurologici e altre tossicità. I medici devono prendere in considerazione il ricovero in ospedale per i primi 10 giorni successivi all’infusione o alla comparsa dei primi segni o sintomi di CRS e/o eventi neurologici. • Dopo i primi 10 giorni successivi all’infusione, il paziente deve essere monitorato a discrezione del medico. • I pazienti devono essere istruiti a rimanere nei pressi di una struttura clinica qualificata per almeno 4 settimane dopo l’infusione. Popolazioni speciali Pazienti con infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV), virus dell’epatite B (HBV) e virus dell’epatite C (HCV) Non esiste alcuna esperienza clinica in pazienti con infezione attiva da HIV, HBV o HCV. Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di YESCARTA nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disponibili. Anziani Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti di età ≥ 65 anni. L’efficacia è risultata in linea con quella della popolazione generale dei pazienti trattati. Modo di somministrazione YESCARTA deve essere somministrato mediante infusione endovenosa. YESCARTA non deve essere irradiato. NON utilizzare un filtro per leucodeplezione. Precauzioni da osservare prima di manipolare o somministrare il medicinale Questo medicinale contiene cellule ematiche umane geneticamente modificate. Gli operatori sanitari che manipolano YESCARTA devono adottare precauzioni appropriate (indossare guanti e occhiali) al fine di evitare la potenziale trasmissione di malattie infettive. Preparazione di YESCARTA • Controllare che l’identità del paziente corrisponda agli identificatori del paziente riportati sul contenitore metallico di YESCARTA. • La sacca contenente YESCARTA non deve essere rimossa dal contenitore metallico se le informazioni sull’etichetta specifica per il paziente non corrispondono al paziente desiderato. • Una volta confermata l’identità del paziente, rimuovere la sacca di YESCARTA dal contenitore metallico. • Controllare che le informazioni del paziente sull’etichetta del contenitore metallico corrispondano alle informazioni riportate sull’etichetta della sacca. • Ispezionare la sacca del prodotto visivamente per rilevare eventuali danni all’integrità del contenitore prima dello scongelamento. Se la sacca risulta danneggiata, seguire le linee guida locali (oppure contattare immediatamente il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) Kite). • Posizionare la sacca per infusione in una seconda sacca sterile, secondo quanto previsto dalle linee guida locali. • Scongelare YESCARTA a circa 37 °C mediante un bagno ad acqua o un metodo di scongelamento a secco, fino a far scomparire qualsiasi traccia visibile di ghiaccio nella sacca per infusione. Miscelare delicatamente il contenuto della sacca per rimuovere eventuali aggregati di materiale cellulare. Se nella sacca sono ancora visibili aggregati di cellule, continuare a miscelarne delicatamente il contenuto. I piccoli aggregati di materiale cellulare dovrebbero disperdersi se il contenuto della sacca viene agitato manualmente con delicatezza. YESCARTA non deve essere sottoposto a lavaggio, centrifugazione e/o risospensione in un altro liquido prima dell’infusione. Lo scongelamento dovrebbe richiedere circa 3-5 minuti. • Una volta scongelato, YESCARTA è stabile a temperatura ambiente (20 °C - 25 °C) per un massimo di 3 ore. Somministrazione • Solo per uso autologo. • Prima dell’infusione e durante tutto il periodo di monitoraggio del paziente devono essere disponibili dosi di tocilizumab e dispositivi di emergenza. • Non utilizzare un filtro per leucodeplezione. • Si raccomanda di somministrare YESCARTA mediante accesso venoso centrale. • Verificare nuovamente che l’identità del paziente corrisponda agli identificatori sulla sacca di YESCARTA. • Lavare le linee infusionali con 0,9% soluzione fisiologica (0,154 mmol di sodio per mL) prima dell’infusione. • Infondere l’intero contenuto della sacca di YESCARTA entro 30 minuti per gravità o mediante una pompa peristaltica. YESCARTA è stabile a temperatura ambiente per un massimo di 3 ore dallo scongelamento. • Agitare delicatamente la sacca durante l’infusione di YESCARTA per evitare la formazione di aggregati di cellule. • Terminata l’infusione dell’intero contenuto della sacca, lavare le linee infusionali con 0,9% soluzione di sodio cloruro (0,154 mmol di sodio per mL) alla stessa velocità di infusione, completando la somministrazione dell’intera dose di YESCARTA. Per le precauzioni particolari per lo smaltimento, vedere il paragrafo 6.6.
Avvertenze e precauzioni
Informazioni generali A causa dei rischi associati al trattamento con YESCARTA, l’infusione deve essere ritardata se il paziente presenta le seguenti condizioni: • Reazioni avverse gravi non risolte (specialmente reazioni polmonari, reazioni cardiache o ipotensione), incluse quelle derivanti da chemioterapie precedenti. • Infezione attiva non controllata. • Malattia del trapianto contro l’ospite (rigetto, graft-versus-host disease, GVHD) attiva. I pazienti trattati con YESCARTA non devono donare sangue, organi, tessuti e cellule per il trapianto. YESCARTA è destinato esclusivamente all’uso autologo e non deve essere somministrato ad altri pazienti. Prima dell’infusione, occorre verificare che l’identità del paziente corrisponda agli identificatori sulla sacca per infusione e sul contenitore metallico di YESCARTA. Non procedere all’infusione di YESCARTA se le informazioni sull’etichetta specifica per il paziente non corrispondono al paziente desiderato. Malattie concomitanti I pazienti con patologie attive del sistema nervoso centrale (SNC) o con funzione renale, epatica, polmonare o cardiaca inadeguata, sono maggiormente esposti alle conseguenze delle reazioni avverse descritte di seguito e necessitano di particolare attenzione. Linfoma primitivo del sistema nervoso centrale (SNC) Non vi è esperienza sull’uso di YESCARTA in pazienti con linfoma primitivo del SNC. Pertanto, il rapporto beneficio/rischio di YESCARTA in questa popolazione non è stato stabilito. Sindrome da rilascio di citochine Circa la totalità dei pazienti sviluppa una CRS, di grado variabile. Casi di CRS severa, incluse reazioni potenzialmente letali e morte, sono stati osservati molto frequentemente con YESCARTA, con un periodo di insorgenza da uno a 12 giorni dopo l’infusione (vedere paragrafo 4.8). Accertarsi che siano disponibili almeno 4 dosi di tocilizumab, un inibitore del recettore dell’interleuchina-6 (IL-6), per ciascun paziente prima dell’infusione di YESCARTA. Dopo l’infusione, i pazienti devono essere monitorati quotidianamente al fine di rilevare precocemente eventuali segni e sintomi di CRS per almeno 10 giorni presso una struttura clinica qualificata. Dopo i primi 10 giorni successivi all’infusione, il paziente dovrà essere monitorato a discrezione del medico. Occorre raccomandare ai pazienti di rimanere nei pressi di una struttura qualificata per almeno 4 settimane dopo l’infusione e di consultare immediatamente un medico in caso di comparsa di segni o sintomi di CRS. Sono stati sviluppati algoritmi di trattamento mirati al miglioramento di alcuni dei sintomi di CRS sperimentati dai pazienti trattati con YESCARTA. Questi includono l’uso di tocilizumab oppure di tocilizumab e corticosteroidi in caso di CRS moderata, severa o potenzialmente letale, come indicato nella Tabella 1. I pazienti che sperimentano la CRS di Grado 2 o superiore (ad esempio, ipotensione non responsiva all’infusione di liquidi o ipossia che necessita di ossigenazione supplementare) devono essere monitorati mediante telemetria cardiaca continua e pulsossimetria. Per i pazienti che manifestano la CRS severa, si raccomanda di eseguire un ecocardiogramma per valutare la funzionalità cardiaca. In caso di CRS severa o potenzialmente letale, occorre tenere in considerazione una terapia di supporto in unità di terapia intensiva. YESCARTA non deve essere somministrato a pazienti con infezioni attive o malattie infiammatorie fino a che queste patologie non siano state risolte. È noto che la CRS può essere associata a disfunzione d’organo (es. disfunzione epatica, renale, cardiaca e polmonare). Inoltre, la CRS può determinare un peggioramento delle malattie d’organo preesistenti. I pazienti con disfunzione cardiaca clinicamente significativa devono essere gestiti secondo gli standard di cura per le situazioni critiche come ad esempio l’esecuzione di un’ecocardiografia. La diagnosi di CRS richiede l’esclusione di altre possibili cause della risposta infiammatoria sistemica, incluse le infezioni. In caso di neutropenia febbrile, valutare la presenza di infezioni e trattare con antibiotici ad ampio spettro, fluidi e altre misure di supporto secondo pratica clinica. Nei pazienti con CRS severa o non responsiva, deve essere considerata una valutazione di linfoistiocitosi emofagocitica/sindrome da attivazione macrofagica (haemophagocytic lymphohistiocytosis/macrophage activation syndrome, HLH/MAS). YESCARTA continua a diffondersi e a persistere dopo la somministrazione di tocilizumab e corticosteroidi. Gli antagonisti del fattore di necrosi tumorale (TNF) non sono raccomandati per la gestione della CRS associata a YESCARTA. Tabella 1: Valutazione della gravità della CRS e indicazioni di trattamento
Gravità della CRS (a) | Tocilizumab | Corticosteroidi |
Grado 1: I sintomi richiedono solo un trattamento sintomatico (es. febbre, nausea, affaticamento, cefalea, mialgia, malessere). | N/A | N/A |
Grado 2: I sintomi richiedono e rispondono a un intervento moderato. Quantità di ossigeno richiesta inferiore al 40% di FiO2, oppure ipotensione responsiva ai fluidi o a un vasopressore a basso dosaggio, oppure tossicità d’organo di Grado 2 (b). | Somministrare tocilizumab (c) alla dose di 8 mg/kg per via endovenosa nel corso di un’ora (non superare gli 800 mg). Ripetere la somministrazione di tocilizumab ogni 8 ore secondo necessità se il paziente non risponde alla terapia con liquidi per via endovenosa o all’aumento dell’apporto supplementare di ossigeno. Somministrare fino a un massimo di 3 dosi in un periodo di 24 ore. Non superare il totale massimo di 4 dosi se non si verificano miglioramenti clinici dei segni e sintomi di CRS. | Trattare secondo quanto indicato per la CRS di Grado 3 se non si riscontra alcun miglioramento entro 24 ore dall’inizio della somministrazione di tocilizumab. |
Grado 3: I sintomi richiedono e rispondono a un intervento aggressivo. Quantità di ossigeno richiesta pari o superiore al 40% di FiO2, oppure ipotensione che richiede un vasopressore ad alto dosaggio o più vasopressori, oppure tossicità d’organo di Grado 3, oppure transaminite di Grado 4. | Seguire le indicazioni per la CRS di Grado 2. | Somministrare metilprednisolone alla dose di 1 mg/kg per via endovenosa 2 volte al giorno, oppure una dose equivalente di desametasone (es. 10 mg per via endovenosa ogni 6 ore). Continuare con la somministrazione di corticosteroidi fino a ridurre la gravità dell’episodio al Grado 1 o inferiore, quindi diminuire la dose nei 3 giorni successivi. In assenza di miglioramento, seguire le indicazioni per la CRS di Grado 4 (vedere sotto). |
Grado 4: Sintomi potenzialmente letali. Esigenza di supporto ventilatorio o emodialisi veno-venosa continua, oppure tossicità d’organo di Grado 4 (transaminite esclusa). | Seguire le indicazioni per la CRS di Grado 2. | Somministrare 1.000 mg di metilprednisolone per via endovenosa al giorno per 3 giorni; se si nota un miglioramento, procedere come indicato sopra. Prendere in considerazione l’uso alternativo di altri immunosoppressori se le condizioni del paziente non migliorano oppure peggiorano. |
Valutazione della gravità | CRS concomitante | Assenza di CRS concomitante |
Grado 2 | Somministrare tocilizumab come indicato nella Tabella 1 per il trattamento della CRS di Grado 2. Se non si riscontra alcun miglioramento entro 24 ore dalla somministrazione di tocilizumab, somministrare 10 mg di desametasone per via endovenosa ogni 6 ore se il paziente non sta già assumendo altri corticosteroidi. Continuare con desametasone fino a ridurre la gravità dell’episodio al Grado 1 o inferiore, quindi diminuire la dose nei 3 giorni successivi. | Somministrare 10 mg di desametasone per via endovenosa ogni 6 ore. Continuare con desametasone fino a ridurre la gravità dell’episodio al Grado 1 o inferiore, quindi diminuire la dose nei 3 giorni successivi. |
Prendere in considerazione la somministrazione di farmaci non sedativi e anticonvulsivanti (es. levetiracetam) per la prevenzione delle crisi convulsive. | ||
Grado 3 | Somministrare tocilizumab come indicato nella Tabella 1 per il trattamento della CRS di Grado 2. In aggiunta somministrare 10 mg di desametasone per via endovenosa insieme alla prima dose di tocilizumab e ripetere la somministrazione della dose ogni 6 ore. Continuare con desametasone fino a ridurre la gravità dell’episodio al Grado 1 o inferiore, quindi diminuire la dose nei 3 giorni successivi. | Somministrare 10 mg di desametasone per via endovenosa ogni 6 ore. Continuare con desametasone fino a ridurre la gravità dell’episodio al Grado 1 o inferiore, quindi diminuire la dose nei 3 giorni successivi. |
Prendere in considerazione la somministrazione di farmaci non sedativi e anticonvulsivanti (es. levetiracetam) per la prevenzione delle crisi convulsive. | ||
Grado 4 | Somministrare tocilizumab come indicato nella Tabella 1 per il trattamento della CRS di Grado 2. Somministrare 1.000 mg di metilprednisolone al giorno per via endovenosa insieme alla prima dose di tocilizumab e continuare con 1.000 mg di metilprednisolone al giorno per via endovenosa per altri 2 giorni; se si nota un miglioramento, procedere come indicato sopra. | Somministrare 1.000 mg di metilprednisolone per via endovenosa per 3 giorni; se si nota un miglioramento, procedere come indicato sopra. |
Prendere in considerazione la somministrazione di farmaci non sedativi e anticonvulsivanti (es. levetiracetam) per la prevenzione delle crisi convulsive. |
Interazioni
Non sono stati effettuati studi d’interazione con YESCARTA. Vaccini vivi La sicurezza dell’immunizzazione con vaccini virali vivi durante o dopo il trattamento con YESCARTA non è stata studiata. La vaccinazione con vaccini virali vivi non è raccomandata per almeno 6 settimane prima dell’inizio della chemioterapia linfodepletiva, durante il trattamento con YESCARTA e fino alla completa ripresa del sistema immunitario dopo il trattamento con YESCARTA.
Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza I dati di sicurezza descritti in questa sezione riflettono l’esposizione a YESCARTA nello studio ZUMA-1, uno studio di fase 1/2 in cui 108 pazienti con linfoma non Hodgkin (NHL) a cellule B recidivante/refrattario hanno ricevuto cellule T positive al recettore chimerico per l’antigene (CAR) sulla base di una dose raccomandata basata sul peso corporeo. La durata mediana del follow-up era di 27,4 mesi. Le reazioni avverse più significative e più frequenti sono state CRS (93%), encefalopatia (58%) e infezioni (39%).Il 56% dei pazienti ha riportato reazioni avverse gravi. Le reazioni avverse gravi più comuni includevano encefalopatia (22%), infezioni causate da agenti patogeni non specificati (16%), infezioni batteriche (6%), neutropenia febbrile (6%), infezioni virali (5%) e piressia (5%). Le reazioni avverse di Grado 3 o superiore più comuni includevano encefalopatia (31%), infezioni causate da agenti patogeni non specificati (19%), CRS (11%), infezioni batteriche (9%), afasia (7%), infezioni virali (6%), delirium (6%), ipotensione (6%) e ipertensione (6%). Tabella delle reazioni avverse Di seguito sono presentate le reazioni avverse riportate con YESCARTA. Tali reazioni sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Tabella 3: Reazioni avverse al farmaco identificate con YESCARTA
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Reazioni avverse |
Infezioni ed infestazioni | ||
Molto comune | Infezioni causate da agente patogeno non specificato, Infezioni virali, Infezioni batteriche | |
Comune | Infezioni fungine | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | ||
Molto comune | Leucopenia, Neutropenia, Anemia, Trombocitopenia | |
Comune | Coagulopatia | |
Disturbi del sistema immunitario | ||
Molto comune | Sindrome da rilascio di citochine, Ipogammaglobulinemia | |
Comune | Ipersensibilità, Istiocitosi ematofagica | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | ||
Molto comune | Disidratazione, Appetito ridotto, Ipofosfatemia, Iponatremia, Calo ponderale | |
Comune | Ipocalcemia, Ipoalbuminemia | |
Disturbi psichiatrici | ||
Molto comune | Delirium, Ansia | |
Comune | Insonnia | |
Patologie del sistema nervoso | ||
Molto comune | Encefalopatia, Cefalea, Tremore, Capogiro, Afasia | |
Comune | Atassia, Neuropatia, Crisi convulsiva, Discalculia, Mioclono | |
Patologie cardiache | ||
Molto comune | Tachicardia, Aritmia | |
Comune | Arresto cardiaco, Insufficienza cardiaca | |
Patologie vascolari | ||
Molto comune | Ipotensione, Ipertensione | |
Comune | Trombosi, Sindrome da perdita capillare | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | ||
Molto comune | Tosse, Dispnea, Ipossia, Versamento della pleura | |
Comune | Edema polmonare | |
Patologie gastrointestinali | ||
Molto comune | Diarrea, Nausea, Vomito, Stipsi, Dolore addominale, Bocca secca | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | ||
Comune | Eruzione cutanea | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | ||
Molto comune | Disfunzione motoria, Dolore a un arto, Dolore dorsale, Artralgia, Dolore muscolare | |
Patologie renali e urinarie | ||
Comune | Insufficienza renale | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | ||
Molto comune | Stanchezza, Piressia, Edema, Brividi | |
Esami diagnostici | ||
Molto comune | Alanina aminotransferasi aumentata, Aspartato aminotransferasi aumentata | |
Comune | Bilirubina aumentata |
Gravidanza e allattamento
Donne in età fertile/Contraccezione Prima di iniziare il trattamento con YESCARTA, occorre verificare l’eventuale stato di gravidanza delle pazienti in età fertile. Vedere le informazioni per la prescrizione per la chemioterapia linfodepletiva per avere informazioni sulla necessità di utilizzare metodi contraccettivi efficaci per i pazienti che si sottopongono alla chemioterapia di linfodeplezione. Non ci sono dati di esposizione sufficienti per fornire una raccomandazione relativa alla durata della contraccezione dopo il trattamento con YESCARTA. Gravidanza Non ci sono dati disponibili sull’uso di YESCARTA in donne in gravidanza. Non sono stati condotti studi su animali con YESCARTA sulla tossicità della riproduzione e dello sviluppo per valutare se possa causare danni al feto quando somministrato a donne in gravidanza (vedere paragrafo 5.3). Non è noto se YESCARTA possa raggiungere il feto. In base al meccanismo d’azione del farmaco, non è possibile escludere che, in caso di attraversamento della placenta, le cellule trasdotte possono causare tossicità fetale, inclusa linfocitopenia delle cellule B. Pertanto, l’uso di YESCARTA non è raccomandato nelle donne in gravidanza o in età fertile che non utilizzano metodi contraccettivi. Le donne in gravidanza devono essere informate sui potenziali rischi per il feto. Si raccomanda di discutere con il medico della possibilità di affrontare una gravidanza dopo la terapia con YESCARTA. Si consiglia la valutazione dei livelli di immunoglobuline e cellule B nei neonati nati da madri trattate con YESCARTA.Allattamento Non è noto se YESCARTA sia escreto nel latte materno o trasferito al lattante. Le donne che allattano al seno devono essere informate del rischio potenziale per il lattante. Fertilità Non sono disponibili dati clinici relativi all’effetto di YESCARTA sulla fertilità. Gli effetti sulla fertilità maschile e femminile non sono stati valutati negli studi sugli animali.
Conservazione
Le sacche di YESCARTA devono essere conservate in azoto liquido in fase gassosa a temperatura ≤ -150 °C e YESCARTA deve rimanere congelato fino al momento in cui il paziente sarà pronto per il trattamento, al fine di garantire che egli riceva cellule autologhe vive e vitali. Per le condizioni di conservazione dopo lo scongelamento del medicinale, vedere paragrafo 6.3.