ATC: L01BC05 | Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO |
Presenza Glutine:
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Classe 1: H | Forma farmaceutica: SOLUZIONE PER INFUSIONE CONC |
Presenza Lattosio:
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Gemcitabina, in combinazione con cisplatino, è indicata nel trattamento del tumore della vescica localmente avanzato o metastatico. Gemcitabina è indicata per il trattamento dei pazienti con adenocarcinoma pancreatico localmente avanzato o metastatico. Gemcitabina, in combinazione con cisplatino, è indicata per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La monoterapia con gemcitabina può essere considerata nei pazienti anziani o in quelli con performance status pari a 2. Gemcitabina è indicata per il trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico epiteliale localmente avanzato o metastatico, in associazione con carboplatino, nei soggetti con malattia recidivante dopo un intervallo libero da recidiva di almeno 6 mesi in seguito alla terapia di prima linea con un preparato a base di platino. Gemcitabina, in associazione con paclitaxel, è indicata per il trattamento delle pazienti con tumore della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastatico recidivo dopo chemioterapia adiuvante/neoadiuvante. A meno che clinicamente controindicato, la chemioterapia precedente deve aver incluso un’antraciclina.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Non sono stati condotti specifici studi di interazioni (vedere paragrafo 5.2). Radioterapia Concomitante (somministrata contemporaneamente o a distanza di ≤7 giorni) - La tossicità associata a questa terapia multimodale dipende da numerosi e diversi fattori, tra cui la dose di gemcitabina, la frequenza di somministrazione di gemcitabina, la dose di radiazioni, il piano di trattamento radioterapico, il tipo e il volume di tessuto trattato. Gli studi preclinici e clinici hanno dimostrato che gemcitabina esercita un’azione radiosensibilizzante. In uno studio singolo in cui gemcitabina è stata somministrata alla dose di 1000 mg/m²fino a 6 settimane consecutive contemporaneamente a irradiazione toracica in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, è stata osservata una tossicità significativa, manifestatasi sotto forma di mucosite grave e potenzialmente fatale (soprattutto esofagite e polmonite), in particolare nei soggetti sottoposti a radioterapia su volumi estesi (volumi medi di trattamento di 4795 cm³). Gli studi condotti successivamente hanno tuttavia suggerito che a dosi inferiori gemcitabina può essere somministrata contemporaneamente alla radioterapia con una tossicità prevedibile, come rilevato per esempio in uno studio di fase II sul tumore del polmone non a piccole cellule in cui è stata effettuata una radioterapia toracica alla dose di 66 Gy contemporaneamente alla somministrazione di gemcitabina (600 mg/m², quattro volte) e cisplatino (80 mg/m², due volte) per un periodo di 6 settimane. In ogni caso non è stato ancora stabilito in tutti i tipi di tumore il regime ottimale che garantisca la somministrazione sicura di gemcitabina contemporaneamente a una radioterapia a dosi terapeutiche. Non concomitante (somministrata a distanza di >7 giorni) - L’analisi dei dati non indica alcun incremento della tossicità nel caso di una somministrazione di gemcitabina a distanza di oltre 7 giorni dalla radioterapia (prima o dopo), a parte la radiation recall (reazione cutanea indotta da chemioterapia in seguito a terapia radiante). I dati suggeriscono che gemcitabina può essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radiazione si sono risolti o almeno una settimana dopo l’irradiazione. Sui tessuti bersaglio della radioterapia sono stati rilevati danni da radiazione (come esofagite, colite e polmonite), in associazione all’uso sia concomitante sia non concomitante di gemcitabina. Altro A causa del rischio d’insorgenza di malattie sistemiche con un potenziale rischio di decesso, si sconsiglia l’uso del vaccino della febbre gialla e di altri vaccini vivi attenuati, specialmente nei pazienti immunodepressi.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
1 ml contiene 45,6 mg di gemcitabina cloridrato, equivalenti a 40 mg del principio attivo gemcitabina. Ogni flaconcino da 5 ml contiene 200 mg di gemcitabina (come cloridrato). Ogni flaconcino da 25 ml contiene 1000 mg di gemcitabina (come cloridrato). Ogni flaconcino da 50 ml contiene 2000 mg di gemcitabina (come cloridrato). Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti. • Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Posologia
Gemcitabina deve essere prescritta unicamente da un medico qualificato nell’uso della chemioterapia antitumorale. Posologia Tumore della vescica Terapia di combinazione La dose raccomandata di gemcitabina è di 1000 mg/m²di superficie corporea somministrata tramite un’infusione della durata di 30 minuti. La dose deve essere somministrata il 1°, l’8° e il 15° giorno di ciascun ciclo di 28 giorni, in combinazione con cisplatino. Cisplatino va somministrato dopo gemcitabina alla dose raccomandata di 70 mg/m²il 1° giorno o il 2° giorno di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane va poi ripetuto. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all’inizio o durante il ciclo di somministrazione in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. Tumore del pancreas Monoterapia La dose raccomandata di gemcitabina è di 1000 mg/m²di superficie corporea somministrata tramite un’infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Questa deve essere ripetuta una volta alla settimana per un massimo di 7 settimane, facendo seguire una pausa di una settimana. I cicli successivi devono consistere in un’iniezione alla settimana per 3 settimane consecutive su 4. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all’inizio o durante il ciclo di somministrazione in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. Tumore del polmone non a piccole cellule Monoterapia La dose raccomandata di gemcitabina è di 1000 mg/m²di superficie corporea somministrata tramite un’infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Questa deve essere ripetuta una volta alla settimana per 3 settimane, facendo seguire una pausa di una settimana. Questo ciclo di 4 settimane va poi ripetuto. La dose del farmaco può essere ridotta all’inizio o durante il ciclo di somministrazione in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. Terapia di combinazione La dose raccomandata di gemcitabina è 1250 mg/m² di superficie corporea somministrata tramite un’infusione endovenosa della durata di 30 minuti il 1° e l’8° giorno del ciclo di trattamento (21 giorni) in combinazione con cisplatino. Cisplatino è stato usato a dosi comprese tra 75 e 100 mg/m² di superficie corporea il 1° dopo la somministrazione di gemcitabina o il 2° giorno una volta ogni 3 settimane. La dose del farmaco può essere ridotta all’inizio o durante il ciclo di somministrazione in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. Tumore della mammella Terapia di combinazione Nella terapia di combinazione con gemcitabina e paclitaxel si raccomanda la somministrazione di paclitaxel (175 mg/m²) tramite infusione endovenosa (di circa 3 ore) il 1° giorno, seguita dall’infusione endovenosa (di 30 minuti) di gemcitabina (1250 mg/m²) il 1° e l’8° giorno di ciascun ciclo di 21 giorni. La dose del farmaco può essere ridotta all’inizio o durante il ciclo di somministrazione in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. Prima dell’inizio della terapia combinata con gemcitabina e paclitaxel, la conta assoluta dei granulociti deve essere pari ad almeno 1500 (x 106/l). Tumore ovarico Terapia di combinazione Nella terapia di combinazione con gemcitabina e carboplatino si raccomanda la somministrazione di 1000 mg/m²di gemcitabina il 1° e l’8° giorno di ciascun ciclo di 21 giorni tramite un’infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Dopo gemcitabina, carboplatino verrà somministrato il 1° giorno coerentemente con un valore target dell’area sotto la curva (AUC) di 4,0 mg/ml∙min. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all’inizio o durante ciascun ciclo in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. Monitoraggio della tossicità e correzione della dose a causa della tossicità Correzione della dose a causa di tossicità non ematologica Per individuare un’eventuale tossicità non ematologica è necessario effettuare un esame fisico periodico e controllare la funzionalità epatica e renale. La dose del farmaco può essere ridotta all’inizio o durante il ciclo di somministrazione in base al grado di tossicità sperimentata dal paziente. In generale, in caso di tossicità non ematologica grave (grado 3 o 4), a eccezione di nausea/vomito, è necessario sospendere la terapia o diminuire la dose di gemcitabina, secondo il giudizio del medico curante. Il trattamento deve quindi essere sospeso fino al momento in cui, a giudizio del medico, la tossicità non si sia risolta. Per quanto riguarda la correzione delle dosi di cisplatino, carboplatino e paclitaxel nella terapia di combinazione, fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di ciascun farmaco. Correzione della dose a causa di tossicità ematologica Avvio del ciclo Per tutte le indicazioni il paziente deve essere sottoposto al monitoraggio della conta delle piastrine e dei granulociti prima della somministrazione di ciascuna dose. Prima dell’inizio di un ciclo il paziente deve avere una conta assoluta dei granulociti pari ad almeno 1500 (x 106/l) e una conta delle piastrine pari a 100.000 (x 106/l). Durante il ciclo Gli aggiustamenti della dose di gemcitabina durante il ciclo di trattamento devono essere effettuati secondo quanto riportato nelle tabelle seguenti:
Aggiustamento della dose di gemcitabina durante un ciclo di trattamento del tumore della vescica, del carcinoma del polmone non a piccole cellule e del tumore del pancreas, nell’ambito di un regime monoterapico o in combinazione con cisplatino | ||
Conta assoluta dei granulociti (x 106/l) | Conta delle piastrine (x 106/l) | Percentuale della dose standard di Gemsol (%) |
>1000 e | >100.000 | 100 |
500-1000 o | 50.000-100.000 | 75 |
<500 o | <50.000 | Omissione della dose* |
Aggiustamento della dose di gemcitabina durante un ciclo di trattamento del tumore della mammella, in combinazione con paclitaxel | ||
Conta assoluta dei granulociti (x 106/l) | Conta delle piastrine (x 106/l) | Percentuale della dose standard di Gemsol (%) |
≥1200 e | >75.000 | 100 |
1000-<1200 o | 50.000-75.000 | 75 |
700-<1000 e | ≥50.000 | 50 |
<700 o | <50.000 | Omissione della dose* |
Aggiustamento della dose di gemcitabina durante un ciclo di trattamento del tumore ovarico, in combinazione con carboplatino | ||
Conta assoluta dei granulociti (x 106/l) | Conta delle piastrine (x 106/l) | Percentuale della dose standard di Gemsol (%) |
>1500 e | ≥100.000 | 100 |
1000-1500 o | 75.000-100.000 | 50 |
<1000 o | <75.000 | Omissione della dose* |
Avvertenze e precauzioni
Il prolungamento del tempo d’infusione e l’incremento della frequenza di somministrazione hanno dimostrato d’aumentare la tossicità. Gemsol 40 mg/ml concentrato per soluzione per infusione deve essere diluito prima dell’uso (vedere i paragrafi 4.2 e 6.6). si raccomanda l’uso di una vena di grandi dimensioni per l’infusione, allo scopo di prevenire danni ai vasi sanguigni e stravaso. Tossicità ematologica Gemcitabina può causare una soppressione midollare che si manifesta come leucopenia, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti trattati con gemcitabina, prima della somministrazione di ciascuna dose deve essere effettuato il controllo della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di diagnosi di depressione midollare indotta dal farmaco (vedere paragrafo 4.2) è necessario considerare la possibilità di sospendere o modificare la terapia. La mielosoppressione è tuttavia di breve durata, solitamente non richiede la riduzione della dose e raramente comporta l’interruzione della terapia. La conta ematica periferica può continuare a ridursi dopo la sospensione del farmaco. Nei pazienti con compromissione della funzione midollare il trattamento deve essere avviato con cautela. Come per altre terapie citotossiche, quando gemcitabina viene somministrata in combinazione con un’altra chemioterapia è necessario considerare il rischio di soppressione midollare cumulativa. Compromissione epatica e renale La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con compromissione epatica o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.2). La somministrazione di gemcitabina nei pazienti con contemporanee metastasi epatiche o una storia clinica pregressa di epatite, alcolismo o cirrosi epatica può provocare l’esacerbazione della compromissione epatica soggiacente. La valutazione della funzionalità epatica e renale tramite test di laboratorio (compresi test virologici) deve essere effettuata periodicamente. Radioterapia concomitante Radioterapia concomitante (somministrata contemporaneamente o a distanza di ≤7 giorni): è stata segnalata tossicità (vedere paragrafo 4.5 per i dettagli e le raccomandazioni d’uso). Vaccini vivi L’uso del vaccino della febbre gialla e di altri vaccini vivi attenuati non è raccomandato nei pazienti trattati con gemcitabina (vedere paragrafo 4.5). Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile Segnalazioni di sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) con conseguenze potenzialmente gravi sono state osservate in pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici. Ipertensione acuta e convulsioni sono stati osservati nella maggior parte dei pazienti che hanno manifestato PRES con gemcitabina, ma potrebbero anche comparire altri sintomi come mal di testa, letargia, confusione e la cecità. La diagnosi è ottimamente confermata dalla risonanza magnetica per immagini (MRI). La PRES è tipicamente reversibile con appropriate misure di supporto. Se la PRES si sviluppa durante la terapia, Gemcitabina deve essere interrotta in modo permanente e devono essere attuate misure di supporto, incluso il controllo della pressione arteriosa e la terapia anti-convulsivante. Manifestazioni cardiovascolari A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Sindrome da aumentata permeabilità capillare In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici è stata segnalata la sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.8). Questa condizione è abitualmente curabile se riconosciuta precocemente e gestita in maniera appropriata, ma sono stati riportati casi fatali. La condizione determina una iperpermeabilità capillare sistemica durante la quale liquidi e proteine passano dallo spazio intravascolare in quello interstiziale. Le caratteristiche cliniche includono edema generalizzato, aumento di peso, ipoalbuminemia, grave ipotensione, compromissione acuta della funzione renale ed edema polmonare. Se durante la terapia si sviluppa la sindrome da aumentata permeabilità capillare la somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta e devono essere attuate misure di supporto. La sindrome da aumentata permeabilità capillare può verificarsi in cicli successivi ed in letteratura è stata associata con la sindrome da stress respiratorio dell’adulto. Patologie polmonari In associazione con la terapia con gemcitabina sono stati segnalati effetti a carico dei polmoni, talvolta gravi, (come edema polmonare, polmonite interstiziale e sindrome da stress respiratorio acuto [ARDS] dell’adulto). Se si sviluppano tali effetti, è necessario prendere in considerazione l’interruzione della terapia. L’impiego tempestivo di misure di supporto può contribuire a migliorare la condizione del paziente. Patologie renali Sindrome emolitico uremica Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono stati raramente segnalati risultati clinici coerenti con una sindrome uremico-emolitica (dati post marketing) (vedere paragrafo 4.8). La HUS è un disturbo potenzialmente letale. Il trattamento con gemcitabina deve essere sospeso in presenza dei primi segni di anemia emolitica microangiopatica, quali rapido calo dei valori dell’emoglobina con concomitante trombocitopenia, aumento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell’azoto ureico o dell’LDH. L’insufficienza renale può non essere reversibile, neanche con la sospensione della terapia, e può essere necessario il ricorso alla dialisi. Fertilità Negli studi sulla fertilità gemcitabina ha dimostrato di causare un’ipospermatogenesi nei topi maschi (vedere paragrafo 5.3), pertanto si consiglia ai pazienti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento, a causa della possibilità di infertilità indotta da gemcitabina (vedere paragrafo 4.6).
Interazioni
Non sono stati condotti specifici studi di interazioni (vedere paragrafo 5.2). Radioterapia Concomitante (somministrata contemporaneamente o a distanza di ≤7 giorni) - La tossicità associata a questa terapia multimodale dipende da numerosi e diversi fattori, tra cui la dose di gemcitabina, la frequenza di somministrazione di gemcitabina, la dose di radiazioni, il piano di trattamento radioterapico, il tipo e il volume di tessuto trattato. Gli studi preclinici e clinici hanno dimostrato che gemcitabina esercita un’azione radiosensibilizzante. In uno studio singolo in cui gemcitabina è stata somministrata alla dose di 1000 mg/m²fino a 6 settimane consecutive contemporaneamente a irradiazione toracica in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, è stata osservata una tossicità significativa, manifestatasi sotto forma di mucosite grave e potenzialmente fatale (soprattutto esofagite e polmonite), in particolare nei soggetti sottoposti a radioterapia su volumi estesi (volumi medi di trattamento di 4795 cm³). Gli studi condotti successivamente hanno tuttavia suggerito che a dosi inferiori gemcitabina può essere somministrata contemporaneamente alla radioterapia con una tossicità prevedibile, come rilevato per esempio in uno studio di fase II sul tumore del polmone non a piccole cellule in cui è stata effettuata una radioterapia toracica alla dose di 66 Gy contemporaneamente alla somministrazione di gemcitabina (600 mg/m², quattro volte) e cisplatino (80 mg/m², due volte) per un periodo di 6 settimane. In ogni caso non è stato ancora stabilito in tutti i tipi di tumore il regime ottimale che garantisca la somministrazione sicura di gemcitabina contemporaneamente a una radioterapia a dosi terapeutiche. Non concomitante (somministrata a distanza di >7 giorni) - L’analisi dei dati non indica alcun incremento della tossicità nel caso di una somministrazione di gemcitabina a distanza di oltre 7 giorni dalla radioterapia (prima o dopo), a parte la radiation recall (reazione cutanea indotta da chemioterapia in seguito a terapia radiante). I dati suggeriscono che gemcitabina può essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radiazione si sono risolti o almeno una settimana dopo l’irradiazione. Sui tessuti bersaglio della radioterapia sono stati rilevati danni da radiazione (come esofagite, colite e polmonite), in associazione all’uso sia concomitante sia non concomitante di gemcitabina. Altro A causa del rischio d’insorgenza di malattie sistemiche con un potenziale rischio di decesso, si sconsiglia l’uso del vaccino della febbre gialla e di altri vaccini vivi attenuati, specialmente nei pazienti immunodepressi.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati da farmaco più comunemente segnalati in associazione con il trattamento con Gemsol comprendono: nausea con o senza vomito, aumento delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina (segnalato nel 60% circa dei pazienti), proteinuria ed ematuria (segnalate nel 50% dei pazienti), dispnea, (segnalata nel 10-40% dei pazienti, con incidenza massima nei pazienti con tumore del polmone), eruzioni cutanee di tipo allergico (segnalate nel 25% circa dei pazienti e associate a prurito nel 10% dei pazienti). La frequenza e la gravità degli effetti indesiderati sono influenzate dalla dose, dalla velocità di infusione e dagli intervalli di somministrazione del farmaco (vedere paragrafo 4.4). Le reazioni dose-limitanti sono costituite dalla riduzione delle conte dei trombociti, leucociti e granulociti (vedere paragrafo 4.2). Dati provenienti dagli studi clinici Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1000 a <1/100), raro (da ≥1/10.000 a <1/1000) e molto raro (<1/10.000). La seguente tabella di effetti indesiderati e frequenze è basata sui dati degli studi clinici. Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione sistemica organica | Classe di frequenza |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto comune |
• Leucopenia (neutropenia grado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%) | |
La soppressione midollare è solitamente lieve-moderata e riguarda soprattutto la conta dei granulociti (vedere paragrafo 4.2) | |
• Trombocitopenia | |
• Anemia | |
Comune | |
• Neutropenia febbrile | |
Molto raro | |
• Trombocitosi | |
Disturbi del sistema immunitario | Molto raro |
• Reazione anafilattoide | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Comune |
• Anoressia | |
Patologie del sistema nervoso | Comune |
• Cefalea | |
• Insonnia | |
• Sonnolenza | |
Non comune | |
• Accidente clinico cerebrovascolare | |
Molto raro | |
• Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) (vedere paragrafo 4.4) | |
Patologie cardiache | Non comune |
• Aritmia (principalmente sopraventricolare) | |
• Insufficienza cardiaca | |
Raro | |
• Infarto del miocardio | |
Patologie vascolari | Raro |
• Ipotensione | |
• Segni clinici di vasculite periferica e gangrena | |
Molto raro | |
• Sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.4) | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Molto comune |
• Dispnea, solitamente lieve, che si risolve rapidamente senza trattamento | |
Comune | |
• Tosse | |
• Rinite | |
Non comune | |
• Polmonite interstiziale (vedere paragrafo 4.4) | |
• Broncospasmo, in genere lieve e transitorio, ma che può richiedere un trattamento parenterale | |
Raro | |
• Edema polmonare | |
• Sindrome da stress respiratorio dell’adulto (vedere paragrafo 4.4) | |
Patologie gastrointestinali | Molto comune |
• Vomito | |
• Nausea | |
Comune | |
• Diarrea | |
• Stomatite e ulcerazione della bocca | |
• Stitichezza • | |
Molto raro | |
• Colite ischemica | |
Patologie epatobiliari | Molto comune |
• Aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina | |
Comune | |
• Aumento della bilirubina | |
Non comune | |
• Grave epatotossicità, inclusi insufficienza epatica e morte | |
Raro • Aumento della GGT (gamma glutamil transferasi) | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune |
• Eruzione cutanea di tipo allergico associata frequentemente a prurito | |
• Alopecia | |
Comune | |
• Prurito | |
• Sudorazione | |
Raro | |
• Gravi reazioni cutanee, incluse desquamazione ed eruzioni bollose | |
• Ulcerazione | |
• Formazione di vesciche e piaghe | |
• Desquamazione della cute | |
Molto raro | |
• Necrolisi epidermica tossica Sindrome di Stevens-Johnson | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Comune |
• Dolore alla schiena | |
• Mialgia | |
Patologie renali e urinarie | Molto comune |
• Ematuria | |
• Lieve proteinuria | |
Non comune | |
• Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4) | |
• Sindrome emolitico-uremica (vedere paragrafo 4.4) | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune |
• Sintomi simil-influenzali, i più frequenti dei quali sono febbre, cefalea, brividi, mialgia, astenia e anoressia. Sono state inoltre segnalate tosse, rinite, sensazione di malessere, sudorazione e difficoltà del sonno. | |
• Edema/edema periferico, incluso edema facciale. L’edema è di solito reversibile dopo la sospensione del trattamento | |
Comune | |
• Febbre | |
• Astenia | |
• Brividi | |
Raro | |
• Reazioni sul sito di iniezione, generalmente lievi | |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Raro |
• Tossicità da radiazioni (vedere paragrafo 4.5) | |
• Sindrome da rievocazione di irradiazione (Radiation recall) |
Eventi avversi di grado 3 e 4 Paclitaxel vs. gemcitabina più paclitaxel | ||||
Numero (%) di pazienti | ||||
Braccio paclitaxel (n = 259) | Braccio gemcitabina più paclitaxel (n = 262) | |||
Grado 3 | Grado 4 | Grado 3 | Grado 4 | |
Relativi ad esami di laboratorio | ||||
Anemia | 5(1,9) | 1(0,4) | 15(5,7) | 3(1,1) |
Trombocitopenia | 0 | 0 | 14(5,3) | 1(0,4) |
Neutropenia | 11 (4,2) | 17(6,6)* | 82(31,3) | 45(17,2)* |
Non relativi ad esami di laboratorio | ||||
Neutropenia febbrile | 3(1,2) | 0 | 12(4,6) | 1(0,4) |
Affaticamento | 3(1,2) | 1(0,4) | 15(5,7) | 2(0,8) |
Diarrea | 5(1,9) | 0 | 8(3,1) | 0 |
Neuropatia motoria | 2(0,8) | 0 | 6(2,3) | 1(0,4) |
Neuropatia sensoriale | 9(3,5) | 0 | 14(5,3) | 1(0,4) |
Eventi avversi di grado 3 e 4 MVAC vs. gemcitabina più paclitaxel | ||||
Numero (%) di pazienti | ||||
Braccio MVAC (metotrexato, vinblastina, doxorubicina e cisplatino) (n = 196) | Braccio gemcitabina più cisplatino (n = 200) | |||
Grado 3 | Grado 4 | Grado 3 | Grado 4 | |
Relativi a esami di laboratorio | ||||
Anemia | 30(16) | 4(2) | 47(24) | 7(4) |
Trombocitopenia | 15(8) | 25(13) | 57(29) | 57(29) |
Non relativi ad esami di laboratorio | ||||
Nausea e vomito | 37(19) | 3(2) | 44(22) | 0(0) |
Diarrea | 15(8) | 1(1) | 6(3) | 0(0) |
Infezioni | 19(10) | 10(5) | 4(2) | 1(1) |
Stomatite | 34(18) | 8(4) | 2(1) | 0(0) |
Eventi avversi di grado 3 e 4 Carboplatino vs. gemcitabina più carboplatino | ||||
Numero (%) di pazienti | ||||
Braccio carboplatino (n = 174) | Braccio gemcitabina più carboplatino (n = 175) | |||
Grado 3 | Grado 4 | Grado 3 | Grado 4 | |
Relativi ad esami di laboratorio | ||||
Anemia | 10(5,7) | 4(2,3) | 39(22,3) | 9(5,1) |
Neutropenia | 19(10,9) | 2(1,1) | 73(41,7) | 50(28,6) |
Trombocitopenia | 18(10,3) | 2(1,1) | 53(30,3) | 8(4,6) |
Leucopenia | 11(6,3) | 1(0,6) | 84(48,0) | 9(5,1) |
Non relativi ad esami di laboratorio | ||||
Emorragia | 0(0,0) | 0(0,0) | 3(1,8) | (0,0) |
Neutropenia febbrile | 0(0,0) | 0(0,0) | 2(1,1) | (0,0) |
Infezione in assenza di neutropenia | 0(0) | 0(0,0) | (0,0) | 1(0,6) |
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili dati adeguati sull’uso di gemcitabina nelle pazienti in gravidanza. Gli studi condotti sugli animali hanno tuttavia evidenziato tossicità riproduttiva (vedere il paragrafo 5.3). In base ai risultati degli studi animali e al meccanismo di azione di gemcitabina, la sostanza non deve essere utilizzata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità. Alle donne in età fertile deve essere consigliato di evitare la gravidanza durante la terapia con gemcitabina e, nel caso di una gravidanza, di informare immediatamente il proprio medico curante. Allattamento Non è noto se gemcitabina sia escreta nel latte materno e non possono essere esclusi effetti indesiderati sul lattante. Durante la terapia con gemcitabina l’allattamento deve essere sospeso. Fertilità Negli studi sulla fertilità gemcitabina ha dimostrato di causare un’ipospermatogenesi nei topi maschi (vedere paragrafo 5.3). Si consiglia quindi ai soggetti maschi in trattamento con gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di richiedere inoltre un consulto sulla crioconservazione dello sperma prima di procedere al trattamento, a causa della possibile infertilità indotta dalla terapia con gemcitabina.
Conservazione
Nella confezione di vendita Conservare in frigorifero (2-8°C). Non congelare. Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito vedere paragrafo 6.3.