ATC: C01BC04 | Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI |
Presenza Glutine:
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Classe 1: A | Forma farmaceutica: CAPSULE RIGIDE RP |
Presenza Lattosio:
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Trattamento di 1. Tachicardia nodale reciprocante atrioventricolare; aritmie associate a sindrome di Wolff–Parkinson–White e condizioni simili con vie di conduzione accessorie, se altri trattamenti non sono risultati efficaci. 2. Aritmia ventricolare parossistica sintomatica grave e potenzialmente fatale che non ha risposto ad altre forme di terapia. Anche nel caso in cui altri trattamenti non siano stati tollerati.3. Aritmie atriali parossistiche (fibrillazione atriale, flutter atriale e tachicardia atriale) in pazienti con sintomi invalidanti dopo conversione, posto che vi sia una effettiva necessita’ di trattamento sulla base della gravita’ dei sintomi clinici e qualora altri trattamenti siano risultati inefficaci. A causa dell’aumento del rischio di effetti proaritmici e’ necessario escludere cardiopatie strutturali e/o una compromissione della funzione ventricolare sinistra.
Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:
Antiaritmici di classe I: Flecainide non deve essere somministrata in concomitanza con altri antiaritmici di classe I (es. chinidina). Antiaritmici di classe II: Deve essere considerata la possibilità di effetti inotropi negativi aggiuntivi degli antiaritmici di classe II, cioè beta–bloccanti ed altri depressori cardiaci, con flecainide. Antiaritmici di classe III: Se flecainide viene somministrata in presenza di amiodarone la dose normale di flecainide deve essere ridotta del 50% e il paziente deve essere attentamente monitorato per individuare eventuali effetti avversi. In queste circostanze il monitoraggio dei livelli plasmatici e’ fortemente raccomandato. Antiaritmici di classe IV: L’uso di flecainide con i bloccanti dei canali del calcio, es. verapamil, deve essere considerato con cautela. Si possono verificare eventi avversi pericolosi per la vita o addirittura letali dovuti alle interazioni che causano aumento delle concentrazioni plasmatiche (vedere paragrafo 4.9). Flecainide è metabolizzata dal citocromo P450 CYP2D6 in larga misura, e l’uso concomitante di farmaci inibitori (ad es. antidepressivi, neurolettici, propranololo, ritonavir, alcuni antistaminici) o induttori (ad es. fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina) di questo iso–enzima può rispettivamente aumentare o diminuire le concentrazioni plasmatiche di flecainide (vedere qui di seguito). Un aumento nei livelli plasmatici può derivare anche da compromissione renale a causa di una riduzione della clearance di flecainide (vedere paragrafo 4.4). Ipokaliemia, ma anche iperkaliemia o altri disturbi elettrolitici devono essere corretti prima della somministrazione di flecainide. L’ipokalemia può risultare dall’uso concomitante di diuretici, corticosteroidi o lassativi. Antistaminici: aumento del rischio di aritmie ventricolari con mizolastina, astemizolo e terfenadina (evitare l’uso concomitante). Antivirali: le concentrazioni plasmatiche sono aumentate da ritonavir, lopinavir e indinavir (aumento del rischio di aritmie ventricolari) (evitare l’uso concomitante). Antidepressivi: paroxetina, fluoxetina e altri antidepressivi aumentano la concentrazione plasmatica di flecainide; aumento del rischio di aritmie con antidepressivi triciclici. Antiepilettici: dati limitati nei pazienti trattati con induttori enzimatici noti (fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina) indicano solo un aumento del 30% nella velocità di eliminazione della flecainide. Antipsicotici: clozapina – aumento del rischio di aritmie. Antimalarici: chinica e alofantrina aumentano le concentrazioni plasmatiche di flecainide. Antimicotici: terbinafina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di flecainide derivanti dalla sua inibizione dell’attività del CYP2D6. Diuretici: l’ipokaliemia, effetto di classe, può dare luogo a cardiotossicità Antistaminici H2: (per il trattamento delle ulcere gastriche): L’antagonista H2 cimetidina inibisce il metabolismo della flecainide. In soggetti sani trattati con cimetidina (1 g al giorno) per 1 settimana, l’AUC di flecainide è aumentata di circa il 30% e l’emivita è aumentata di circa il 10%. Farmaci per la dissuefazione da fumo: la co–somministrazione di bupropione (metabolizzato dal CYP2D6) con flecainide deve essere affrontata con cautela e deve essere iniziata con la dose minima raccomandata per il farmaco concomitante. Se bupropione viene aggiunto al trattamento di un paziente già in terapia con flecainide, deve essere presa in considerazione la necessità di diminuire la dose del farmaco originale. Glicosidi cardiaci: flecainide può causare un innalzamento del livello di concentrazione plasmatica della digossina di circa il 15%, evento di improbabile rilevanza clinica per i pazienti con livelli plasmatici all’interno dell’intervallo. Nei pazienti in cura con digitale, si raccomanda di misurare i livelli plasmatici di digossina non meno di 6 ore dopo ogni dose di digossina, prima e dopo la somministrazione della flecainide. Anticoagulanti: Il trattamento con flecainide è compatibile con l’uso di anticoagulanti orali.
Scheda tecnica (RCP) Composizione:
Ciascuna capsula contiene 50, 100, 150, 200 mg di flecainide acetato. Per l’ elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Controindicazioni
• Ipersensibilità al(ai) principio(i) attivo(i) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Flecainide è controindicato nell’insufficienza cardiaca e in pazienti con storia di infarto del miocardio affetti da ectopatie ventricolari sintomatiche o da tachicardia ventricolare asintomatica non sostenuta. • Pazienti con fibrillazione atriale di lunga data in cui non vi è stato alcun tentativo di conversione a ritmo sinusale • Pazienti con funzione ventricolare ridotta o compromessa, shock cardiogeno, grave bradicardia (meno di 50 bpm), grave ipotensione; • Utilizzo in combinazione con antiaritmici di classe I (bloccanti del canale del sodio) • In pazienti con cardiopatia valvolare significativa dal punto di vista emodinamico. • A meno che non sia disponibile uno stimolatore cardiaco, flecainide non deve essere somministrata a pazienti con disfunzione del nodo del seno, disturbi della conduzione atriale, blocco atrio–ventricolare di secondo grado o superiore, blocco di branca o blocco distale. • La flecainide non deve essere somministrata ai pazienti con aritmie ventricolari asintomatiche o lievemente sintomatiche.• Accertata sindrome di Brugada.
Posologia
Posologia L’inizio della terapia a base di flecainide acetato e le modifiche della dose devono avvenire sotto superivisione medica e sotto controllo elettrocardiografico e monitoraggio dei livelli plasmatici. Potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero durante tali procedure per determinati pazienti, particolarmente per i pazienti con aritmie ventricolari potenzialmente fatali. Queste decisioni devono essere prese sotto la supervisione di uno specialista. Nei pazienti con una cardiopatia organica sottostante e specialmente in quelli con anamnesi di infarto del miocardio, il trattamento con flecainide deve iniziare solo se altri agenti antiaritmici, diversi da quelli di classe IC (specialmente l’amiodarone), sono inefficaci o non tollerati e se il trattamento non farmacologico (chirugia, ablazione, impianto di defibrillatore) non è indicato. Durante il trattamento è richiesto uno stretto monitoraggio medico dell’ECG e dei livelli plasmatici. Adulti e adolescenti (13–17 anni di età) Aritmie sopraventricolari : Il dosaggio iniziale raccomandato è di 100 mg al giorno. L’aumento della dose può essere considerato dopo un periodo di 4 a 5 giorni. La dose ottimale è di 200 mg al giorno. Se necessario, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 300 mg/die. Aritmie ventricolari : Il dosaggio iniziale raccomandato è di 200 mg al giorno. La dose massima giornaliera è di 400 mg e questa viene solitamente riservata a pazienti di costituzione robusta oppure quando è richiesto un rapido controllo dell’aritmia. Dopo 3–5 giorni si raccomanda di regolare progressivamente la dose al livello minimo che mantenga l’aritmia sotto controllo. Durante trattamenti a lungo termine è possibile ridurre la dose. Pazienti anziani: Nei pazienti anziani la dose massima giornaliera deve essere di 100 mg poiché negli anziani la velocità di eliminazione della flecainide dal plasma può essere ridotta. Questo deve essere preso in considerazione quando si aggiusta la dose. La dose per i pazienti anziani non deve superare i 300 mg/die. Popolazione pediatrica: A causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia, l’uso della flecainide acetato non è raccomandato nei bambini con meno di 12 anni d’età. Livelli plasmatici : Sulla base della soppressione delle CPV, sembra che per ottenere il massimo effetto terapeutico siano necessari livelli plasmatici di 200–1000 ng/ml. Livelli plasmatici superiori a 700–1000 ng/ml sono associati a una maggiore probabilità di eventi avversi. Pazienti con funzionalità renale compromessa: Nei pazienti con significativa compromissione renale (clearance della creatinina di 35ml/min/1.73m² o inferiore) la dose iniziale massima deve essere di 100 mg/die. Quando usata in questi pazienti, si raccomanda fortemente un frequente monitoraggio del livello plasmatico. A seconda dell’effetto e della tollerabilità, la dose può in seguito essere aumentata con cautela. Dopo 6–7 giorni la dose può essere aggiustata, a seconda dell’effetto e della tollerabilità. Alcuni pazienti con insufficienza renale grave possono avere una clearance della flecainide molto lenta e quindi un’emivita prolungata (60–70 ore). Pazienti con funzionalità epatica compromessa: I pazienti con insufficienza epatica devono essere strettamente monitorati e la dose non deve superare i 100 mg/die. I pazienti con un pacemaker permanente in situ devono essere trattati con cautela e la dose non deve superare i 200 mg al giorno. Nei pazienti trattati contemporaneamente con cimetidina o amiodarone è richiesto un attento monitoraggio. In alcuni pazienti può essere necessario ridurre la dose e questa non deve superare i 200 mg al giorno. I pazienti devono essere monitorati durante la terapia iniziale e di mantenimento. Durante la terapia si raccomanda di eseguire a intervalli regolari il monitoraggio dei livelli plasmatici e controlli ECG (controlli ECG una volta al mese ed ECG su lungo periodo ogni 3 mesi). All’inizio della terapia e quando la dose viene aumentata, l’ECG deve essere effettuato ogni 2–4 giorni. Se la flecainide viene utilizzata in pazienti con restrizioni della dose, è necessario effettuare frequenti controlli elettrocardiografici (oltre al regolare monitoraggio plasmatico della flecainide). Ogni 6–8 giorni deve essere eseguito un aggiustamento della dose. In alcuni pazienti deve essere effettuato un ECG alla seconda e terza settimana per controllare la dose individuale. Modo di somministrazione Per uso orale. Per evitare che il cibo influisca sull’assorbimento del farmaco, la flecainide deve essere assunta a stomaco vuoto o un’ora prima dell’assunzione di cibo.
Avvertenze e precauzioni
Il trattamento con flecainide per via orale deve avvenire in ospedale o sotto la supervisione di uno specialista per i pazienti con: • Tachicardia AV nodale reciprocante; aritmie associate alla sindrome di Wolff–Parkinson–White e nelle condizioni simili con vie di conduzione accessorie. • Fibrillazione atriale parossistica nei pazienti con sintomi disabilitanti. L’inizio della terapia con la flecainide acetato e le modifiche della dose devono avvenire sotto supervisione medica e sotto controllo elettrocardiografico e monitorando i livelli plasmatici. Per alcuni pazienti, durante tali procedure, può essere necessario il ricovero ospedaliero, particolarmente per i pazienti con aritmie ventricolari potenzialmente fatali. Flecainide, come altri antiaritmici, può provocare effetti pro–aritmici, cioè può provocare la comparsa di un tipo più grave di aritmia, aumentare la frequenza di una aritmia esistente o la gravità dei sintomi (vedere paragrafo 4.8). Flecainide deve essere evitata nei pazienti con malattia cardiaca strutturale o anormale funzione ventricolare sinistra (vedere paragrafo 4.8). Disturbi elettrolitici (ad esempio ipo– e iperpotassiemia) devono essere corretti prima di usare la flecainide (vedere paragrafo 4.5 per alcuni farmaci che causano disturbi elettrolitici). L’ipopotassiemia o l’iperpotassiemia possono influire sugli effetti degli agenti antiaritmici di classe 1. I pazienti che utilizzano diuretici, corticosteroidi o lassativi possono presentare ipopotassiemia. La grave bradicardia o la marcata ipotensione devono essere corrette prima di usare flecainide. Poiche’ l’eliminazione di flecainide dal plasma puo’ essere nettamente piu’ lenta nei pazienti con insufficienza epatica significativa, flecainide non deve essere usata in tali pazienti a meno che i potenziali benefici superino i rischi. E’ raccomandato un monitoraggio dei livelli plasmatici. La flecainide deve essere usata con cautela in pazienti con compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina ≤ 35ml/min/1,73m²) e si raccomanda il monitoraggio terapeutico del farmaco. Il tasso di eliminazione della flecainide dal plasma può essere ridotto negli anziani. Ciò deve essere tenuto in considerazione quando si effettua l’aggiustamento della dose. Flecainide non è raccomandata nei bambini al di sotto dei 12 anni di età, in quanto vi sono evidenze insufficienti del suo uso in questa fascia di età. Flecainide è nota per aumentare le soglie di stimolazione endocardica, cioè per diminuire la sensibilità della stimolazione endocardica. Questo effetto è reversibile ed è più marcato sulla soglia di stimolazione acuta rispetto alla cronica. Flecainide dovrebbe quindi essere usata con cautela in tutti i pazienti con pacemaker permanente o con elettrodi di stimolazione temporanea, e non deve essere somministrata a pazienti con pacemaker a bassa soglia o pacemaker non programmabili, a meno che non si abbia a disposizione uno stimolatore cardiaco per una cardiostimolazione di emergenza. In generale, il raddoppiamento dell’ampiezza della pulsazione o del voltaggio è sufficiente per riottenere la cattura, ma può essere difficile arrivare a soglie ventricolari inferiori a 1 Volt al primo impianto in presenza di flecainide. Il minore effetto inotropo negativo della flecainide può aumentare d’importanza nei pazienti predisposti a insufficienza cardiaca. Per alcuni pazienti è risultata difficile la defibrillazione. Nella maggior parte dei casi riportati, i pazienti soffrivano di un disturbo cardiaco pre–esistente con un ingrossamento cardiaco, anamnesi di infarto del miocardio, cardiopatia arteriosclerotica e insufficienza cardiaca. La flecainide deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con insorgenza acuta di fibrillazione atriale dopo chirurgia cardiaca. Flecainide ha mostrato di aumentare il rischio di mortalità post–infarto miocardico in pazienti con aritmia ventricolare asintomatica. In caso di fallimento della terapia è stata riscontrata un’accelerazione della frequenza ventricolare di fibrillazione atriale. Flecainide prolunga l’intervallo QT e allarga il complesso QRS del 12–20%. L’effetto dell’intervallo JT è insignificante. Una sindrome di Brugada può essere smascherata grazie alla terapia con flecainide. In caso di sviluppo di alterazioni dell’ECG durante il trattamento con flecainide che possono indicare la sindrome di Brugada, deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento. I latticini (latte, latte artificiale e probabilmente anche lo yogurt) possono ridurre l’assorbimento di flecainide nei bambini e nei lattanti. La flecainide non è approvata per l’uso nei bambini di età inferiore a 12 anni, comunque è stata riportata tossicità durante il trattamento con flecainide nei bambini che avevano ridotto il loro apporto di latte e nei lattanti che erano passati dal latte artificiale all’alimentazione con destrosio. Per ulteriori avvertenze e precauzioni fare riferimento al paragrafo 4.5.
Interazioni
Antiaritmici di classe I: Flecainide non deve essere somministrata in concomitanza con altri antiaritmici di classe I (es. chinidina). Antiaritmici di classe II: Deve essere considerata la possibilità di effetti inotropi negativi aggiuntivi degli antiaritmici di classe II, cioè beta–bloccanti ed altri depressori cardiaci, con flecainide. Antiaritmici di classe III: Se flecainide viene somministrata in presenza di amiodarone la dose normale di flecainide deve essere ridotta del 50% e il paziente deve essere attentamente monitorato per individuare eventuali effetti avversi. In queste circostanze il monitoraggio dei livelli plasmatici e’ fortemente raccomandato. Antiaritmici di classe IV: L’uso di flecainide con i bloccanti dei canali del calcio, es. verapamil, deve essere considerato con cautela. Si possono verificare eventi avversi pericolosi per la vita o addirittura letali dovuti alle interazioni che causano aumento delle concentrazioni plasmatiche (vedere paragrafo 4.9). Flecainide è metabolizzata dal citocromo P450 CYP2D6 in larga misura, e l’uso concomitante di farmaci inibitori (ad es. antidepressivi, neurolettici, propranololo, ritonavir, alcuni antistaminici) o induttori (ad es. fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina) di questo iso–enzima può rispettivamente aumentare o diminuire le concentrazioni plasmatiche di flecainide (vedere qui di seguito). Un aumento nei livelli plasmatici può derivare anche da compromissione renale a causa di una riduzione della clearance di flecainide (vedere paragrafo 4.4). Ipokaliemia, ma anche iperkaliemia o altri disturbi elettrolitici devono essere corretti prima della somministrazione di flecainide. L’ipokalemia può risultare dall’uso concomitante di diuretici, corticosteroidi o lassativi. Antistaminici: aumento del rischio di aritmie ventricolari con mizolastina, astemizolo e terfenadina (evitare l’uso concomitante). Antivirali: le concentrazioni plasmatiche sono aumentate da ritonavir, lopinavir e indinavir (aumento del rischio di aritmie ventricolari) (evitare l’uso concomitante). Antidepressivi: paroxetina, fluoxetina e altri antidepressivi aumentano la concentrazione plasmatica di flecainide; aumento del rischio di aritmie con antidepressivi triciclici. Antiepilettici: dati limitati nei pazienti trattati con induttori enzimatici noti (fenitoina, fenobarbitale, carbamazepina) indicano solo un aumento del 30% nella velocità di eliminazione della flecainide. Antipsicotici: clozapina – aumento del rischio di aritmie. Antimalarici: chinica e alofantrina aumentano le concentrazioni plasmatiche di flecainide. Antimicotici: terbinafina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di flecainide derivanti dalla sua inibizione dell’attività del CYP2D6. Diuretici: l’ipokaliemia, effetto di classe, può dare luogo a cardiotossicità Antistaminici H2: (per il trattamento delle ulcere gastriche): L’antagonista H2 cimetidina inibisce il metabolismo della flecainide. In soggetti sani trattati con cimetidina (1 g al giorno) per 1 settimana, l’AUC di flecainide è aumentata di circa il 30% e l’emivita è aumentata di circa il 10%. Farmaci per la dissuefazione da fumo: la co–somministrazione di bupropione (metabolizzato dal CYP2D6) con flecainide deve essere affrontata con cautela e deve essere iniziata con la dose minima raccomandata per il farmaco concomitante. Se bupropione viene aggiunto al trattamento di un paziente già in terapia con flecainide, deve essere presa in considerazione la necessità di diminuire la dose del farmaco originale. Glicosidi cardiaci: flecainide può causare un innalzamento del livello di concentrazione plasmatica della digossina di circa il 15%, evento di improbabile rilevanza clinica per i pazienti con livelli plasmatici all’interno dell’intervallo. Nei pazienti in cura con digitale, si raccomanda di misurare i livelli plasmatici di digossina non meno di 6 ore dopo ogni dose di digossina, prima e dopo la somministrazione della flecainide. Anticoagulanti: Il trattamento con flecainide è compatibile con l’uso di anticoagulanti orali.
Effetti indesiderati
Come altri antiaritmici, la flecainide può avere l’effetto di indurre aritmia. L’aritmia esistente può aggravarsi o può insorgere nuova aritmia. Il rischio di effetti pro–aritmici è più probabile in pazienti con cardiopatia strutturale e/o insufficienza ventricolare sinistra significativa. Gli effetti indesiderati cardiovascolari che si manifestano più comunemente sono blocco atrioventricolare di secondo e terzo grado, bradicardia, insufficienza cardiaca, dolore toracico, infarto miocardico, ipotensione, arresto sinusale, tachicardia (AT e VT) e palpitazioni. Gli effetti indesiderati più comuni sono capogiri e disturbi visivi che si verificano in circa il 15% dei pazienti che ricevono il trattamento. Questi effetti avversi sono solitamente transitori e scompaiono con la continuazione o riduzione della dose. Il seguente elenco degli effetti indesiderati si basa sulle esperienze derivanti da studi clinici e sulle segnalazioni dopo la commercializzazione. Gli effetti indesiderati sono elencati di seguito per classe sistemica organica e frequenza. Le frequenze sono definite come: Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000) Molto raro (<1/10.000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Patologie del sistema emolinfopoietico Non comune: conta eritrocitaria diminuita, conte dei leucociti diminuita e conta piastrinica diminuita Disturbi del sistema immunitario Molto raro: incremento degli anticorpi antinucleo con o senza infiammazione sistemica Disturbi psichiatrici Raro: allucinazioni, depressione, stato confusionale, ansia, amnesia, insonnia Patologie del sistema nervoso Molto comune: capogiri, vertigini e stordimento che sono solitamente transitori Raro: paraestesia, atassia, ipoestesia, iperidrosi, sincope, tremore, vampate, sonnolenza, cefalea, neuropatia periferica, convulsioni, discinesia Patologie dell’occhio Molto comune: alterazioni visive, quali diplopia e visione offuscata Molto raro: depositi corneali Patologie dell’orecchio e del labirinto Raro: tinnito, vertigini Patologie cardiache Comune: proaritmia (più probabile nei pazienti con malattia cardiaca strutturale) Non comune: i pazienti con flutter atriale possono sviluppare una conduzione AV 1: 1 con aumento della frequenza cardiaca. Non nota: possono verificarsi aumenti di PR e QRS correlati alla dose (vedere paragrafo 4.4). Soglie di stimolazione alterate (vedere paragrafo 4.4). Blocco atrioventricolare di secondo grado e blocco atrioventricolare di terzo grado, arresto cardiaco, bradicardia, insufficienza cardiaca/insufficicenza cardiaca congestizia, dolore toracico, ipotensione, infarto miocardico, palpitazione, arresto sinusale e tachicardia (AT o VT) o fibrillazione ventricolare. Smascheramento di una pre–esistente sindrome di Brugada. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: dispnea Raro: polmonite Non nota: fibrosi polmonare, malattia polmonare interstiziale Patologie gastrointestinali Non comune: nausea, vomito, stipsi, dolore addominale, diminuzione dell’appetito, diarrea, dispepsia, flatulenza Patologie epatobiliari Raro: aumento degli enzimi epatici con o senza ittero Non nota: disfunzione epatica Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: dermatite allergica, incluso rash, alopecia Raro: orticaria grave Molto raro: reazioni di fotosensibilità Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: astenia, affaticamento, febbre, edema, malessere Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/ rischio del medicinale.Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo "www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili".
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non vi sono dati adeguati sulla sicurezza del farmaco in gravidanza. In conigli di razza White New Zealand, alte dosi di flecainide hanno causato alcune anomalie fetali, ma questi effetti non sono stati osservati nei conigli Dutch Belted o nei ratti (vedere paragrafo 5.3). La rilevanza di questi risultati per gli esseri umani non e’ stata stabilita. I dati hanno mostrato che flecainide attraversa la placenta arrivando fino al feto nelle pazienti trattate con la flecainide durante la gravidanza. Flecainide deve essere usata in gravidanza solo se i benefici superano i rischi. Se la flecainide viene usata durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare i livelli plasmatici materni di flecainide durante tutta la gravidanza. Allattamento Flecainide e’ escreta nel latte materno. Le concentrazioni plasmatiche ottenute in un lattante sono 5–10 volte inferiori alle concentrazioni terapeutiche di farmaco (vedere paragrafo 5.2). Sebbene il rischio di effetti nocivi per il lattante sia ridotto, flecainide deve essere usata durante l’allattamento solo se i benefici superano i rischi.
Conservazione
Conservare a temperature non superiori a 30°C.