Passiflora incarnata

Pianta appartenente alla famiglia delle Passifloraceae. La droga è costituita dalle parti aeree. I componenti principali sono flavonoidi, principalmente C-glicosidi di apigenina e luteolina, vitexina, iperoside, maltolo, acidi grassi e alcaloidi armanici. La droga è presente nelle monografie ESCOP (European Scientific Cooperative On Phytotherapy). La Farmacopea Ufficiale Italiana X indica per l’estratto secco un titolo […]



Pianta appartenente alla famiglia delle Passifloraceae. La droga è costituita dalle parti aeree. I componenti principali sono flavonoidi, principalmente C-glicosidi di apigenina e luteolina, vitexina, iperoside, maltolo, acidi grassi e alcaloidi armanici. La droga è presente nelle monografie ESCOP (European Scientific Cooperative On Phytotherapy). La Farmacopea Ufficiale Italiana X indica per l’estratto secco un titolo in flavonoidi totali, calcolati come iperoside, in misura non inferiore allo 0,3%. L’ESCOP indica anche un titolo in flavonoidi totali, calcolati come vitexina, in misura non inferiore allo 0,8%.


Indicazioni e precauzioni d’uso

La passiflora ha un effetto sedativo confermato da studi farmacologici sperimentali sull’animale da laboratorio. Nel ratto, la somministrazione di un estratto idroalcolico di droga per via intraperitoneale si è dimostrata significativamente efficace nel prolungare il sonno indotto da pentobarbital e nel ridurre l’attività motoria spontanea. In uno studio su topi, l’estratto somministrato per via orale 1 ora prima di un’iniezione sottocutanea di amfetamina solfato ha comportato una significativa riduzione dell’ipermotilità. Pur con qualche risultato contraddittorio, si può affermare che gli studi sperimentali di cui si dispone confermano generalmente l’attività ansiolitica e sedativa della passiflora, anche se ancora non si sono individuati con certezza i componenti responsabili di tale azione. Uno studio clinico randomizzato in doppio cieco di un estratto della droga verso oxazepam ha dimostrato per il primo un’efficacia paragonabile a quella del farmaco di raffronto: l’azione dell’oxazepam si manifestava più rapidamente rispetto a quella della passiflora, ma gli effetti indesiderati, in termini di sonnolenza residua e scarsa concentrazione, erano molto meno evidenti nei soggetti trattati con la droga vegetale. La passiflora è indicata nel trattamento delle sindromi ansiose lievi e moderate e nei disturbi del sonno. Poiché mancano studi clinici che ne confermino la sicurezza d’uso in gravidanza, durante l’allattamento e in età pediatrica, se ne raccomanda un utilizzo prudente e solo su prescrizione medica.