Marche, destinazione benessere
Cammini che invitano alla spiritualità, natura ricca e accogliente, paesaggi incantati, cibo eccellente. Andiamo insieme alla scoperta delle Marche, una regione che si può davvero definire antistress

Borghi autentici, tesori artistici e riposanti colline. Le Marche riflettono sui propri gioielli di famiglia e puntano su uno dei beni più preziosi per vivere a lungo: lo stile di vita sano, a contatto con la natura, in ogni stagione. Forti di questa consapevolezza, ad Ascoli Piceno si è tenuto pochi mesi fa il primo forum mondiale sulla qualità della vita. Un incontro che fa eco all’istituzione della Rete regionale per la valorizzazione delle Marche, come terra del benessere e della qualità della vita.
Lo scopo? Diventare una destinazione antistress, per cittadini e visitatori, godendo della natura ricca di biodiversità, del cibo a km zero e dei tesori culturali, ma anche spirituali, presenti sul territorio e da vivere ogni momento dell’anno.

Cammini spirituali e sorgenti termali
Anima e corpo. Nelle Marche ci sono percorsi che coniugano luoghi dello spirito, attraversati da santi ed eremiti, a luoghi del benessere, come sorgenti termali libere e stabilimenti. Il tutto immerso in scenari naturalistici che contribuiscono a raggiungere l’armonia psicofisica. È il caso del Cammino Francescano della Marca che in 167 km attraversa Umbria e Marche sulle orme di San Francesco, da Assisi ad Ascoli Piceno.
Siamo ai piedi dell’Appenino Umbro-Marchigiano, tra aree protette come il Parco Nazionale dei Monti Sibillini (nella foto sopra), borghi di pietra e travertino, valli fluviali e abbazie assopite nel torpore invernale. Qui, tra i “monti azzurri” cari a Giacomo Leopardi, si trova Sarnano dal centro storico medievale rinomato anche per le sorgenti benefiche.
Sono ben tre le fonti di acqua curativa che vengono utilizzate nello stabilimento termale (attivo da marzo a dicembre): la fonte San Giacomo, ideale per le cure idropiniche, oligominerale bicarbonato-calcicamagnesica; l’Acqua Tre Santi, oligominerale bicarbonato-calcica, utilizzata per la balneoterapia; l’Acqua Terro, minerale sulfureo-salsa, indicata per cure inalatorie e cure ginecologiche.
L’elemento azzurro-acqua è quello predominante in quest’area, tanto da caratterizzare anche un sentiero chiamato La Via delle Cascate Perdute. La camminata si dipana ad anello e raggiunge tre cascatelle immerse nel bosco, fra cui la Cascata “de lu Vagnatò”: un luogo davanti a cui fermarsi e contemplare la bellezza della natura marchigiana.
Un altro cammino immerso nella natura dei monti Sibillini è il Grande Anello dei Borghi Ascolani che lungo 100 km collega eremi, castelli e cittadine medievali. Fra queste c’è Acquasanta Terme (nella foto a lato), che annuncia la sua natura curativa già nel nome. Apprezzate sin dai tempi dei Romani, le sue sorgenti sulfuree e salso-bromo-iodiche sono sfruttate per il trattamento di affezioni respiratorie, reumatiche e dermatologiche. Accanto allo stabilimento (attivo da maggio a novembre) si trova una vera e propria Spa a cielo aperto: la fonte “Lu Vurghe”. Vi si accede liberamente lungo un sentiero presso la frazione di S. Maria di Acquasanta Terme: ci si immerge nelle vasche tiepide (30 gradi) ricche di zolfo, sali di bromo e iodio che curano malattie respiratorie e disturbi artroreumatici.
Tra natura e storia
Cammini, terme, fino ad arrivare nel cuore delle Marche, nella zona di Tolentino. A guardare oggi questi dolci pendii e le ariose vallate si stenta a credere che un tempo fosse territorio di malsane paludi. Furono i monaci cistercensi di Chiaravalle nel XII secolo ad avviare le bonifiche attorno all’abbazia di Fiastra, che ancora oggi rasserena lo spirito di chi la visita con i suoi chiostri e le cappelle immerse nella Riserva naturale statale Abbadia di Fiastra. Pochi chilometri la separano dalla città di Tolentino, gioiello storico raccolto attorno alla Basilica di San Nicola, con il chiostro e il cappellone affrescato, eretti proprio dove l’eremita visse per trent’anni.
Un altro tesoro dell’area è il Castello della Rancia (nella foto a lato), nel cuore della valle del fiume Chienti, teatro della battaglia tra Gioacchino Murat e gli austriaci, rievocata ogni anno nella prima settimana di maggio. Per fare una pausa dalle visite, ci sono, immerse in un bosco di querce secolari, le Terme di Santa Lucia, che utilizzano le acque di varie sorgenti: bicarbonato-calcica, sulfurea e salsobromoiodica. Qui, oltre al centro termale (attivo da giugno a dicembre) sono aperti tutto l’anno il Polo medico riabilitativo e il Centro estetico, che trattano disturbi della pelle e del corpo e si occupano di rieducazione posturale e percorsi termali studiati su misura da un équipe medica multidisciplinare.
Dalle grotte...
Le Marche sono spettacolari anche nel sottosuolo. Lo si nota particolarmente nella zona del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, l’area protetta più estesa della regione, dove i fiumi hanno modellato la porosa roccia calcarea con candidi monumenti naturali. È il caso delle famosissime Grotte di Frasassi, ma non è l’unico.
In questo scrigno di biodiversità che tutela più di 100 specie di uccelli, oltre 1.250 varietà di flora e decine di specie di mammiferi e anfibi, infatti, si contano diversi fenomeni carsici. Fra i più scenografici, c’è la cavità dove la mano dell’uomo ha aggiunto meraviglie. È quella che custodisce Il Tempio del Valadier (nella foto a lato), struttura ottagonale di travertino, eretta dall’omonimo architetto nel 1828 per volere di Papa Leone XII.
Siamo a Genga, nella città natale del pontefice marchigiano, racchiusa da mura medievali e cinta da fitti boschi. Qui le stesse acque che hanno creato bellezze ipogee rinfrancano anche il corpo grazie alle sorgenti sulfuree. Ne sfruttano le proprietà le Terme di San Vittore (attive da aprile a novembre), che curano le patologie dell’apparato locomotore e respiratorio.
...fino alle stelle
E a proposito di cammini che ritemprano corpo e spirito, da pochi mesi è nato il Sentiero delle Stelle amiche: un percorso escursionistico di 14 km fra i crinali dell’Appennino umbro-marchigiano. Siamo in un territorio poco popolato, da attraversare con un occhio alla volta celeste, che un tempo era la bussola e oggi si ammira nelle sere limpide autunnali e invernali, con la complicità di aree a basso inquinamento luminoso. I guardiani silenziosi di questo cammino sono due testimoni di epoche passate.
Il punto di partenza è il Castello della Porta di Frontone, che domina il borgo medievale con la sua struttura trapezoidale voluta da Federico da Montefeltro. E la meta è il Monastero di Fonte Avellana, quasi un percorso di elevazione spirituale sorvegliato dallo sguardo di pietra del Monte Càtria, citato anche da Dante nel Paradiso.
L’edificio, fondato nell’XI secolo dai seguaci di San Romualdo, custodisce la Sala del Capitolo con un affresco appena restaurato. La volta è punteggiata da stelle, raffigurate come presenze salvifiche che guidano e proteggono gli uomini in cammino. Un invito a guardarsi dentro e trovare l’armonia passo dopo passo, dalla terra alle stelle.
Per saperne di più: www.letsmarche.it.

